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ECM: Cernobbio certifica la qualità del percorso di 10 anni

Qualità, qualità, qualità. Non c’è stato intervento durante la due giorni di Cernobbio che non abbia sottolineato che tutte le azioni fin qui svolte nella “cittadella dell’ECM” sono state indirizzate verso la ricerca della qualità nell’intero percorso dell’educazione continua in medicina. E così sarà, ancora di più, per il futuro. La 4a Conferenza nazionale del 14 e 15 ottobre 2012 ha significato proprio questo: da un lato, il punto della situazione a oggi; dall’altro, l’indicazione di prospettiva per i prossimi mesi e anni.

Ad aprire e a chiudere i lavori, che si sono sviluppati in sedute plenarie e in diverse sessioni, gli interventi del Presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco, anche Vice-Presidente della Commissione Nazionale per la Formazione Continua, che ha posto in evidenza alcuni punti essenziali: esiste uno stretto legame tra Ecm e Ssn; riflessione sulle cose fatte e su cosa si farà; qualità al centro di ogni considerazione e azione a partire dalla qualità dei provider nonché dalla qualità di chi controlla la qualità; ancoraggio forte al primo comma dell’articolo 32 della Costituzione e valutazione sul secondo comma. Temi sui quali il dibattito è costantemente aperto nella politica, nelle Istituzioni, nelle professioni. Nel senso che se a Cernobbio i lavori si sono concentrati sull’Ecm com’era giusto che fosse, gli altri temi attraversano la società nel suo complesso perché investono conoscenze scientifiche, sensibilità diverse nonché diversi approcci nell’affrontare determinate questioni, specialmente quando investono l’etica. (Ma ricordiamolo l’articolo 32 della Costituzione. Eccolo: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”).

Renato Balduzzi, Ministro della Salute, impossibilitato ad essere presente perché impegnato alla Camera dei Deputati, ha inviato un video-messaggio, nel quale ha richiamato l’importanza della nuova commissione nazionale Ecm e l’accordo raggiunto lo scorso anno sull’accreditameno dei provider. “Il sistema Ecm è maturo – ha detto Balduzzi – essendo anche basato su incentivi e sanzioni e sulla certificazione del dossier formativo. Il punto di fondo è che l’Ecm è sempre più uno strumento per reggere la sfida di questo particolare momento”.

Concetto, questo, ripreso anche da Luca Coletto, Vice-Presidente della Commissione Nazionale per la Formazione Continua e coordinatore della commissione sanità della Conferenza delle Regioni: “L’accordo Stato-Regioni in questa materia aveva per obiettivo primario quello di garantire i servizi sanitari migliori ai cittadini e oggi è sempre più chiaro che la Sanità è un bene primario da tutelare anche attraverso l’Ecm”.

Giovanni Bassoni, Presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha delineato il quadro generale in cui si colloca l’esperienza decennale dell’Ecm: “La fase attuale è la più difficile dal 1978, anno di istituzione del Ssn, addirittura più difficile degli anni ’90. Non mi convincono le spinte per modificare il Titolo V della Costituzione. Il Titolo V non piace alle Regioni che sono indietro, che hanno spese maggiori e servizi peggiori. I piani di rientro sono falliti, ma non è colpa del federalismo. Pensare oggi a un’Italia senza le autonomie locali vuol dire pensare a un’Italia che non esiste”.

In plenaria e nelle sessioni si sono alternati ben 55 relatori. La situazione attuale dell’Ecm e le prospettive sono state sviscerate da tutti i punti di vista. Ma per dare un’idea della sintesi del tutto ecco alcuni concetti espressi da Maria Linetti, segretario della Commissione Ecm, che ha spiegato, anche dal punto di vista tecnico-procedurale, il lavoro svolto per l’accertamento della qualità dei processi formativi e dei provider. Ci sono situazioni che rientrano nella normalità e altre che presentano delle criticità di varia natura, magari anche di tipo documentale. Ma tutto è sotto monitoraggio e pochi sono provider privati in regola. “Va ribadito che tutti i provider devono badare al processo formativo ma anche ai contenuti”. Secondo Maria Linetti, “La qualità della professione è ancora più importante laddove il servizio sanitario presenta maggiori criticità”. Scendendo più sui particolari, ha poi affermato che esiste una situazione disomogenea nelle regioni: “Dev’essere chiaro – ha detto – che la qualità si sovrappone al dossier formativo: alcune aziende stanno procedendo bene, altre appena sanno che cos’è l’Ecm. Passaggio fondamentale è che Ordini, Collegi e Associazioni di professionisti certificano il sistema Ecm”. Ha poi ricordato la data del 31 ottobre, entro la quale ciascun provider deve presentare il proprio piano formativo, che vuol dire programmazione. La Commissione nazionale certifica l’offerta formativa per l’anno successivo. “La programmazione – ha precisato – deve tenere conto degli obiettivi formativi e dell’appropriatezza e per Ordini, Collegi e Associazioni stiamo predisponendo una piattaforma informatica che aiuterà tutti”.

L’alternarsi dei relatori che hanno affrontato nello specifico i singoli temi delle sessioni ha mostrato comunque una convergenza sulle finalità della convention che Luigi Conte, coordinatore quarta sezione della Commissione Nazionale Formazione Continua, così riassume: “Abbiamo voluto ridare fiato all’esperienza Ecm ponendo in forte risalto il tema della qualità, attraverso due strumenti: la verifica e il dossier formativo. A tale proposito, la sperimentazione ha già coinvolto 800 professionisti e si allargherà ancora di più nel 2013 e nel 2014. Sul dossier formativo, emblematica la sperimentazione a Reggio Emilia, illustrata dal Presidente OMCeO Salvatore De Franco. La verifica è effettuata sui provider che devono garantire ciò che promettono – prosegue Conte – e la valutazione sarà anche sugli eventi. Da Cernobbio esce un messaggio chiaro per i provider che è quello di tenere comportamenti virtuosi. In questo lungo percorso durato dieci anni, il contributo della FNOMCeO è stato determinante, anche per l’esperienza che abbiamo maturato nella Formazione a distanza. Non è casuale che l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, abbia finanziato attività di formazione a distanza su argomenti di grande rilevanza socio-sanitaria e di interesse trasversale per tutte le professioni sanitarie con l’obiettivo di coinvolgere anche alcune professioni che hanno meno opportunità di accedere all’Ecm. A Cernobbio abbiamo portato la nostra esperienza positiva: come FNOMCeO-OMCeO in rete abbiamo accreditato ben 140 eventi degli Ordini provinciali e siamo diventati il primo provider di formazione a distanza in Italia. Così sarà fattivo il nostro contributo sul progetto dossier formativo. Ecco perché credo che questa due giorni a Cernobbio possa a pieno titolo essere considerata una tappa e un punto di ripartenza alla ricerca della qualità”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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