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Decidiamo come usare la medicina potenziativa

Augusto Pagani, Presidente dell’OMCeO di Piacenza e “padrone di casa” del Convegno di Piacenza sulla Medicina Potenziativa, ha un atteggiamento di fondo molto pragmatico in materia: Dobbiamo decidere come usare la Medicina Potenziativa: può essere utile ma può fare anche molto male.

È stata una scelta lungimirante la bellezza antica della sede in cui si è tenuto questo Convegno: il Collegio Alberoni di Piacenza. La Sala degli Arazzi dove si sono alternati gli interventi è stato un luogo di decantazione di paure ed entusiasmi per un futuro dalle caratteristiche prometeiche ma anche annichilenti. Un luogo di decantazione efficace per stimoli culturali un po’ troppo “glamour” come lo è, di fatto, Piacenza: una città di provincia che nulla ha perso della sua identità, nonostante la vicinanza alla Lombardia, al Piemonte, al resto di un’Emilia che ben più di Piacenza occupa le pagine dei giornali.

Esiste una sensibilità diffusa tra i medici piacentini per i temi etici, bioetici e deontologici che è personificata nel collega e amico Marcello Valdini (Presidente della Società Bio-Giuridica Piacentina e Consigliere aggiunto in OMCeO su questa tematica). – afferma Pagani- Dalle sue sollecitazioni ripetute e dalla consapevolezza espressa da Maurizio Grossi (Coordinatore della Consulta Deontologica Nazionale) circa la necessità di aggiornare su questi temi il Codice Deontologico in vigore è nato questo convegno. La ricerca scientifica viaggia infatti ad un passo sempre più veloce e ci obbliga a fare quindi sempre nuove valutazioni in ambito deontologico.

Viviamo in un Villaggio Globale e non ci sono più differenze sostanziali sul livello di informazione e consapevolezza che esiste in un abitante di una metropoli e di una città di provincia. Le nuove sollecitazioni che arrivano ai medici dalla ricerca e dalla tecnologia impongono a tutti il confronto per decidere cosa è giusto fare e non fare. Non basta più però parlarne tra di noi ma occorre sentire anche l’opinione di cultori di conoscenze diverse da quella medica. Ecco perché abbiamo invitato qui filosofi e storici.

L’ascolto e la discussione con altre professioni e culture  è oggi indispensabile per adeguare i nostri comportamenti alla odierna società e questo penso che potrebbe anche portarci alla scrittura di un Codice deontologico che abbia non solo una valenza deontologica e culturale per i medici, ma anche, come in Francia, il valore di una legge, elaborata non dai soli medici, ma da medici, giuristi, bioeticisti, filosofi, pazienti.

Sarebbe certo una rivoluzione, ma potrebbe aiutarci ad avere dei punti di riferimento certi per tanti problemi etici che incontriamo nella nostra professione, eliminando la attuale dicotomia fra codice deontologico e legge.

A cura di Nicola Ferraro 

Autore: Redazione FNOMCeO

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