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Roma/1 – La cooperazione internazionale come valore, pensando a Lampedusa

Tutti in piedi, ad osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime della tragedia nel mare di Lampedusa. Si è aperto così il convegno della FNOMCeO “Promozione della salute e cooperazione internazionale” nell’Auditorium “Biagio D’Alba” del Ministero della Salute (foto: Renato Cerisola Photo). Un evento articolato nelle giornate di venerdì 4 e sabato 5 ottobre. Le notizie drammatiche provenienti da Lampedusa hanno fortemente condizionato lo spirito dei partecipanti, proprio perché il tema, già di per sé di stingente attualità, nella giornata di venerdì assumeva una valenza impressionante attorno a una domanda di fondo: che fare?

Presidenti della prima sessione Amedeo Bianco, Presidente FNOMCeO e Giuseppe Renzo, Presidente CAO. “Assistiamo da anni a migrazioni di proporzioni bibliche – ha esordito Bianco solo che i mari non si aprono, ma spesso si chiudono e inghiottono persone in cammino verso una speranza, verso la salvezza, rispetto alle condizioni di vita nei Paesi d’origine. Ma anche la tragedia di Lampedusa ci deve far interrogare su un punto: c’è l’Europa? Perché ormai è evidente che le migrazioni nel Mediterraneo sono un problema europeo. Ecco – ha concluso Bianco noi con questo convegno, in questa sede istituzionale, che sentiamo come la nostra casa, vogliamo continuare a tessere un filo di collegamento a livello europeo e mondiale per tentare di dare risposte a temi di alta drammaticità”.

Bianco ha poi spiegato che il Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, impegnata per la vicenda di Lampedusa, non è potuta essere presente all’apertura dei lavori. Al suo posto è intervenuta Taila Kyndi, una ginecologa anch’essa immigrata in Italia, che ha sottolineato “l’importanza delle iniziative intraprese ormai da anni dalla FNOMCeO sul fronte della cooperazione. E’ fondamentale – ha detto – la formazione come risposta ai tanti disagi che vivono le popolazioni dei Paesi dell’Africa e di altre aree del mondo, perché per risolvere i problemi è necessaria la conoscenza”.

Anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin non è potuta intervenire, ma ha portato il suo saluto il direttore generale della prevenzione del Ministero, Giuseppe Ruocco, il quale ha ricordato: “Il Ministero della Salute è impegnato da anni nella cooperazione internazionale per fornire servizi e saperi. Ci sono esempi di collaborazioni internazionali con il quartier generale dell’OMS di Ginevra e continueremo con queste esperienze”.

Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, riferendosi alla tragedia di Lampedusa, ha detto: “Non possiamo più tacere, l’Europa non può più girarsi dall’altra parte di fronte a una migrazione di tali proporzioni e di questa natura. Questo tema dev’essere posto al centro dei lavori del semestre di Presidenza italiana in Europa. Occorre un salto nell’affrontare la Sanità anche in Italia: bisogna cominciare a parlare di cultura della salute, puntando davvero sulla prevenzione. La salute non è consumo, ma è un valore. La cooperazione dev’essere attuata anche per la ricerca ed è necessario che la medicina di genere ci porti a rivedere l’approccio medico e l’approccio clinico”.

Per il direttore generale per la cooperazione del Ministero degli Affari Esteri, Giampaolo Cantini, “nelle esperienze di cooperazione internazionale un ruolo importante lo hanno avuto i medici volontari. E’ in fase di definizione – ha aggiunto – l’Agenda internazionale per lo sviluppo, a partire dal 2015”.

Federico Marmo, ispettore generale della Sanità Militare italiana, ha detto: “Operiamo in diverse aree del mondo, dove ci sono scenari devastati dalle guerre. Svolgiamo il nostro dovere a beneficio della popolazioni locali, con lo stesso spirito di servizio con cui lavoriamo in Italia”.

Monsignore Andrea Manto, direttore del Centro per la Pastorale sanitaria del Vicariato di Roma, ha rievocato la parabola del buon samaritano: “Martin Luther King ha spiegato che il comportamento del samaritano ha ribaltato il paradigma dell’approccio con la malattia, che così diventa luogo di incontro e del farsi carico. Ci è sempre più richiesta una visione globale dei problemi, il nostro prossimo è ovunque e la generosità non è soltanto un dono, ma diventa un investimento”.

Secondo Alberto Oliveti, Presidente della Fondazione Enpam, “deve crescere la nostra intollerabilità di fronte alle diseguaglianze: l’Enpam nasce per dare pensioni ai medici, ma facciamo anche interventi per il bene comune, per ridurre le diseguaglianze. Abbiamo dato criteri di eticità ai nostri investimenti, sostenendo il microcedito e la ricerca”.

Giuseppe Renzo, nel chiudere il primo giro degli interventi, cedendo la presidenza a Nicolino D’Autilia e a Raimondo Ibba, per la prima sessione sul tema “I principi, le ragioni e le opportunità di integrazione”, ha definito il convegno “il fiore all’occhiello della Federazione. Da siciliano – ha aggiunto – esprimo qui una solidarietà non formale rispetto alle vittime della tragedia di Lampedusa. Come odontoiatri, noi non siamo soltanto dei professionisti che curano i denti, ma la salute parte dalla bocca, per cui la nostra professione svolge un ruolo fondamentale sul piano della prevenzione primaria. E, in questo spirito, abbiamo siglato intese per collaborazioni con diversi Stati dove porteremo il nostro contributo”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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