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Aldo Pagni: un medico di famiglia nel teatro della vita

Vogliamo ricordare così Aldo Pagni, con il titolo di uno dei suoi numerosi libri. E lo facciamo a un giorno di distanza dalla sua scomparsa, per rispettare la volontà della famiglia: la moglie Mariapia, compagna di tutta la vita, le figlie Ilaria e Valentina, i nipoti Paolo e Marco.

Presidente della Fnomceo dal maggio 1996 al  novembre 2000, fondatore della Società Italiana di Medicina Generale, componente della Consulta Deontologica della Fnomceo, da sempre iscritto all’Ordine di Firenze (dal 22 ottobre del 1958, con il numero 2935), oltre che Direttore del giornale della Fnomceo, Il Medico D’Italia, e autore di molteplici articoli, saggi, pubblicazioni, Pagni ha vissuto in prima linea le profonde trasformazioni della Sanità dell’ultimo mezzo secolo, dalla costruzione del Sistema Sanitario Nazionale, al processo di aziendalizzazione della Sanità nel 1992, alla “Riforma Bindi” del 1999. Tantissimi anche i risvolti bioetici che le nuove frontiere della Medicina e della Scienza via via ponevano: dalla Fecondazione assistita all’obiezione di coscienza, dalle Dichiarazioni anticipate di trattamento alla Cybermedicine. Questioni che hanno portato alla nascita dei quattro Codici  Deontologici la cui stesura è stata da lui seguita in prima persona: quelli del 1995, del 1998, del  2006 e l’ultimo, quello del 2014.

“Oggi, in una società complessa caratterizzata dal pluralismo etico, multiculturale e multietnico – aveva dichiarato Pagni in occasione della stesura del testo ancora in vigore – e dai diritti senza doveri, con gerarchie “di posto” nell’organizzazione sanitaria, frammentazione di competenze, linee guida basate sulle prove, protocolli diagnostici e terapeutici, risk management, audit, economicismo sanitario, leggi su temi eticamente sensibili, potrebbe apparire pretestuoso che il codice di deontologia medica rappresenti la coscienza comune di tutti i medici. E invece è proprio oggi che, con il progressivo venir meno di un’etica unanimemente condivisa, c’è più bisogno, nell’attività professionale del sanitario, di una Deontologia che, interponendosi tra i presupposti etici e quelli giuridici, sia capace di accompagnarlo”.

Una militanza in prima linea che spesso lo portò ad affrontare questioni scomode: fu lui, allora presidente della Fnomceo, a doversi difendere in Tribunale dall’accusa di ostacolare il “Metodo Di Bella”, cercando di far valere principi etici, deontologici e scientifici di fronte alle argomentazioni della Magistratura.

E al centro di ogni sua riflessione bioetica, la sua esperienza di medico vicino a chi soffre lo portava a mettere sempre il paziente.

“È stato sicuramente tra i primi – ha detto di lui Amedeo Bianco, nel suo intervento in apertura del volume a lui dedicato, in occasione del suo ottantesimo compleanno, dalla FNOMCeO – a porre al centro della riflessione etica dell’esercizio professionale la dignità della persona malata, l’ascolto della sua storia umana laddove la figura di medico scontava ancora quell’aura paternalistica tutta nobilmente incentrata sulla cura della malattia. È stata questa una delle grandi intuizioni che riconosciamo all’amico Aldo e che certamente lo ha illuminato nelle sue battaglie sindacali di medico, impegnato nella costruzione di un Servizio sanitario nazionale equo, universale e solidale”.

E se le sue battaglie di uomo, di medico, di rappresentante di categoria, di bioeticista gli procuravano a volte qualche nemico, Aldo Pagni rispondeva così: “Sin da ragazzo ho sempre detto quello che pensavo e quindi i miei amici sono sempre stati amici veri. Per il resto, con molti altri, ho avuto un rapporto improntato alla lealtà e al rispetto formale”.

Autore: Redazione FNOMCeO

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