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Per il SSN un futuro sempre più rosa: intervista al Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini

Mancano pochi giorni al Convegno “Leadership in Sanità: interpretazione al femminile, innovazioni, opportunità”, che, venerdì 1° aprile, vedrà Firenze accogliere tutti i personaggi femminili di spicco della scena sanitaria, politica, accademica italiana.

Il tema è caro anche al ministero della Salute: solo l’8 marzo scorso, a Lungotevere Ripa, è stata presentata la prima indagine conoscitiva sulla Femminilizzazione della Sanità italiana. Una Femminilizzazione che, pur essendo sempre più marcata – le donne medico, ad esempio, sono passate dal 30% del 2001 al 37% del 2009 – non corrisponde a un proporzionale rafforzamento della leadership al femminile. Lo stesso Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha rilevato che “le donne impiegate nel Sistema sanitario nazionale nel 2009 hanno raggiunto il 63%, anche se solo il 18% ricopre posizioni apicali”.

Proprio al Sottosegretario alla salute On. Francesca Martini, promotrice della Conferenza sul ruolo delle donne nell’evoluzione del SSN, dunque, l’Ufficio Stampa ha voluto chiedere quale sia oggi – e quale sarà in futuro- il ruolo delle donne nella Sanità.

Sottosegretario Martini, il Convegno di Firenze arriva a meno di un mese dalla vostra “I Conferenza nazionale sul ruolo delle donne nell’evoluzione del Sistema Sanitario nazionale”. In apertura dei lavori, lei ha definito “determinante” il contributo che le donne forniscono alla Sanità italiana. Cosa vuole aggiungere per passare idealmente il testimone alle donne medico, che a Firenze auspicheranno una Leadership in sanità declinata anche al femminile?
Le donne rappresentano ormai da molti anni la maggioranza del personale impiegato nel Servizio Sanitario Nazionale e dall’800, quando le prime donne si laurearono in medicina, la sanità italiana ha goduto incessantemente dell’apporto del mondo femminile. A fronte di questo però solo poco più del 18% delle donne raggiunge ruoli apicali nel servizio sanitario nazionale e solo 1 su 10 è dirigente medico di struttura complessa (ex primario). Per questo ho voluto che il Ministero della Salute, nella giornata della donna, riconoscesse il loro ruolo fondamentale e con la prima Conferenza nazionale della storia della Repubblica dedicata a questo tema abbiamo aperto una riflessione seria e approfondita focalizzando i traguardi raggiunti, ma anche affrontando le criticità emergenti e abbiamo delineato un percorso volto a valorizzare  per il futuro  le competenze e le qualità intrinseche delle donne che tutti i giorni danno il loro apporto affinché la sanità italiana possa mantenere e incrementare la propria eccellenza. Abbiamo avviato un percorso storico che proseguirà nel tempo. Io sono convinta che se tra le donne e mondo sanitario è stato amore a prima vista sarà inevitabile che si trasformi in un matrimonio duraturo perché il contributo delle donne è stato e sarà sempre di più determinante.

A suo avviso, quali atout apporterebbe alla Sanità italiana un ruolo più incisivo- anche “al vertice” – delle donne che vi operano?
Maggiore umanizzazione, attenzione alla centralità del paziente, attitudine al lavoro di equipe. Ecco, penso che questi obiettivi del servizio sanitario nazionale si possano perseguire più rapidamente grazie alle capacità intrinseche delle donne, alla loro empatia, qualità fondamentale soprattutto oggi che i pazienti e i loro familiari sono sempre più attenti ai bisogni di salute e chiedono ai medici un maggior coinvolgimento nelle scelte. Sono sicura che la valorizzazione delle donne avverrà in modo naturale perché il percorso di rinnovamento del servizio sanitario nazionale richiede doti particolari che sono appannaggio del mondo femminile.

Concludiamo. Alla Conferenza nazionale dell’8 marzo, lei, Sottosegretario Martini, ha annunciato l’istituzione di un Osservatorio sulle donne in Sanità e di un Tavolo di monitoraggio permanente sulla presenza delle donne nel Sistema sanitario nazionale e sui loro sviluppi di carriera.
Come annunciato stiamo istituendo al Ministero un Tavolo di monitoraggio permanente sulla presenza delle donne nel servizio sanitario nazionale, in cui verrà dato particolare rilievo ai loro sviluppi di carriera. Il Tavolo avrà anche il compito di applicare alle professioni sanitarie l’importantissimo accordo raggiunto al Ministero del Lavoro sulla conciliazione tra lavoro e famiglia che punta ad introdurre in tutti i livelli di contrattazione forme di flessibilità, come orari rimodulati, forme di telelavoro, lavori a tempo parziale, nuove forme di congedi parentali, per conciliare i tempi di vita e i tempi di lavoro delle donne. È un accordo che rappresenta una vera pietra miliare per favorire la piena partecipazione delle donne al mercato del lavoro: un altro importante risultato concreto di questo Governo.
Ci proponiamo inoltre di fornire ai due Rami del Parlamento una Relazione annuale con dati aggiornati sulla situazione delle donne che operano nel Ssn che sarà un prezioso strumento di lavoro, di osservazione e di riflessione sia per le Commissioni parlamentari competenti che per tutti i parlamentari, tenendo conto che l’obiettivo prioritario è diffondere una cultura della crescita professionale sul territorio coinvolgendo le Regioni in questo percorso fondamentale.

Autore: Redazione FNOMCeO

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