Sviluppo e salute globali: quali previsioni per il 2018? Come tante testate che per tutto l’anno seguono quotidianamente le notizie di settore e i relativi aggiornamenti, anche NPR azzarda qualche ipotesi per il futuro (vedi). A delineare il pronostico sono diversi autori con una serie di post su vari argomenti, dal numero di operatori impiegati in ambito sanitario all’impatto delle misure anti-terrorismo sugli spostamenti della popolazione. Di seguito una selezione delle previsioni che paiono, almeno in parte, di segno positivo.
Come premesso qui (e da noi riportato qui), entro l’estate la poliomielite potrebbe scomparire. A sostenerlo è Michel Zaffran, che dirige le operazioni per l’eradicazione del virus presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Dato il ridottissimo numero di casi che si sono verificati nel 2017 [solo 20], abbiamo la straordinaria possibilità di liberare Pakistan e Afghanistan dalla malattia entro maggio o giugno”. Se così fosse, il virus risulterebbe sconfitto (e i casi di contaminazione circoscritti all’uso del vaccino orale: vedi).
Passando dall’epidemiologia all’economia, l’idea che i governi debbano provvedere a un reddito minimo universale sta diventando sempre più diffusa. I sostenitori della misura sostengono che si tratti della soluzione più veloce (ed economica) per contrastare la povertà. Negli ultimi 10-15 anni progetti pilota sono stati avviati in paesi tra loro molto diversi come la Namibia (vedi), alcune regioni dell’India (vedi) e i Paesi Bassi (vedi), portando a un incremento delle piccole imprese, del tasso di occupazione e della frequenza scolastica. Secondo alcuni studi (vedi), e contrariamente a quanto possa suggerire il senso comune, il reddito minimo universale sarebbe meno costoso degli attuali programmi di welfare. Nonostante i governi siano stati generalmente lenti nell’implementazione di programmi analoghi, secondo Anit Mukherjee, esperto di politica economica presso il Center for Global Development, nel corso di quest’anno il numero di paesi che annunceranno il reddito minimo universale aumenterà.
Tra i pronostici nell’ambito del sociale, l’ondata di denunce di molestie sessuali che ha investito ogni settore professionale si prevede in crescita anche tra le organizzazioni no-profit e di volontariato. E se le denunce di violenza non sono una buona notizia, lo è il fatto che vengano allo scoperto, sfrangiando il muro di silenzio che più o meno da sempre le rende invisibili. Ricorda NPR che lo scorso novembre l’agenzia di comunicazione Devex (specializzata nel campo dello sviluppo internazionale) e la testata inglese The Guardian hanno condotto, in parallelo, una serie di inchieste sulle molestie nel luogo di lavoro, invitando anche le persone impiegate nel no-profit a condividere le loro esperienze. Adva Saldinger, redattrice presso Devex e promotrice di #AidToo (vedi), sottolinea che il fenomeno è “endemico e pervasivo”. Da cui l’impegno di continuare a parlarne.
Sempre in ambito di volontariato, secondo NPR le organizzazioni no-profit se la caveranno anche senza il sostegno economico degli Stati Uniti. Secondo Paul Spiegel, medico ed ex-funzionario dell’Alta Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite, oggi direttore del Center for Humanitarian Health alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, i contributi statunitensi subiranno una complessiva riduzione. Una brutta notizia? Secondo Spiegel no. Piuttosto, uno stimolo per cercare soluzioni innovative. Detto in altri termini, ogni governo dovrà prendersi le proprie responsabilità (facendo i calcoli sul budget nazionale), fondazioni private e singoli filantropi dovranno essere ulteriormente coinvolti, mentre le organizzazioni dovranno imparare a gestire i fondi in modo più lungimirante ed efficiente.
Di Sara Boggio
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Autore: Redazione