Sono oltre 15.000 mila i dentisti abusivi in Italia, con un giro di affari di circa 30 milioni di euro l’anno. Oggi, però, pene e sanzioni a carico di chi esercita la professione senza essere iscritto all’albo sono state inasprite. Ma come è possibile smascherare i “falsi odontoiatri”? Quali sono i rischi per chi si rivolge a loro, senza saperlo? Come possiamo tutelarci?
La trasmissione Geo di Raitre, nella puntata andata in onda ieri pomeriggio, ha voluto vederci chiaro: Emanuele Biggi ne ha parlato con il Maggiore Domenico Candelli dei Carabinieri Nas di Pescara e con Raffaele Iandolo, Presidente della Commissione nazionale Albo odontoiatri (Cao).
Inquietanti i dati presentati dai Nas: su 1.300 studi o presunti tali ispezionati in tutta Italia lo scorso anno, 448 sono state le persone denunciate alla magistratura per abusivismo nel settore odontoiatrico, 116 gli studi interamente sequestrati e sono state erogate sanzioni amministrative per oltre 664 mila euro. Il Maggiore Candelli ha poi illustrato la nuova Legge, la 3 del 2018, che ha inasprito, e di molto, le sanzioni per l’abusivismo e il prestanomismo in ambito sanitario.
Ma quali sono i rischi che si corrono rivolgendosi a un dentista abusivo? Biggi lo ha chiesto a Raffaele Iandolo. “Andando dagli abusivi si rischia grosso – ha affermato Iandolo – E i rischi sono notevoli non solo sulla salute orale ma anche su quella generale, con il possibile innesco di patologie sistemiche”.
E come accertarsi che il nostro dentista sia realmente iscritto all’Albo? Facile: basta andare sul portale www.fnomceo.it e consultare l’anagrafica, nella quale compaiono tutti i 62.000 iscritti all’Albo odontoiatri.
Ultima domanda di Biggi a Iandolo, sull’esistenza o meno di un tariffario. “Fino al 2006 esistevano i tariffari minimi – ha risposto il presidente della Cao nazionale -, poi con la Legge Bersani sono stati aboliti. Adesso sentiamo l’esigenza di avere un tariffario di riferimento, in modo da alzare la soglia di attenzione: al di sotto di certe tariffe, infatti, la qualità non può essere garantita e la prestazione diventa scadente”.
“Le cure odontoiatriche non sono più care di altre terapie – ha concluso Iandolo – . È però diversa la percezione del cittadino, che, a differenza delle cure mediche o dei farmaci, le paga di tasca sua perché sono erogate per lo più a livello privato, e quindi percepisce la spesa come più pesante”.
Potete seguire l’intervista qui.
A cura dell’Ufficio Stampa Fnomceo
Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO