Il primo Consiglio nazionale della FNOMCeO, dopo il rinnovo delle cariche della Federazione, avvenuto a gennaio, si è aperto con la relazione del Presidente Filippo Anelli. Una relazione corposa, politico-programmatica. In una sorta di relazione parallela, il Presidente ha soprattutto parlato del decreto del Ministero della Salute del 15 marzo scorso sulle modalità di svolgimento delle elezioni degli Ordini e ha ricordato i numerosi incontri che la FNOMCeO ha tenuto negli ultimi due mesi, compreso quello con la Ministra della salute Beatrice Lorenzi.
Ha coordinato i lavori del Consiglio nazionale il segretario della Federazione Roberto Monaco, Presidente OMCeO di Siena. Monaco ha ricordato le tante incombenze burocratiche da affrontare giorno per giorno, avendo in mente la scadenza del 25 maggio, quando entrerà in vigore la direttiva europea sulla privacy, una direttiva che è di due anni fa e alla quale gli Ordini devono adeguarsi, come ha spiegato il direttore Enrico De Pascale. Sia Monaco, sia Anelli hanno rivolto parole di ringraziamento ai dirigenti e al personale tutto della Federazione per l’impegno e la collaborazione dimostrata.
I 40 anni del Servizio sanitario nazionale
Anelli ha ricordato che si celebrano i 40 anni dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale con la legge 833 del 23 dicembre 1978. Un SSN basato sui principi di “dignità e libertà”, nonché su quelli di uguaglianza, equità e solidarietà. Ma Anelli ha anche ricordato le successive modifiche e soprattutto l’applicazione che se n’è fatta nelle Regioni: è stata spinta l’aziendalizzazione e rafforzato il potere dei direttori generali che hanno guardato più ai conti e al pareggio di bilancio che ai bisogni di salute dei cittadini. Scarse le proposte dei partiti e movimenti politici nella recente campagna elettorale, per cui la FNOMCeO dovrà avviare un’interlocuzione importante con il nuovo Parlamento e il nuovo Governo, perché “non vogliamo restare spettatori inerti”, ha detto Anelli. Negli anni si è assistito a due macro-fenomeni in Sanità: il definanziamento del sistema e l’aumento delle diseguaglianze tra le Regioni, ma soprattutto nel confronto tra il Centro Nord e il Sud del Paese. E in tutto il Paese, circa 12 milioni di italiani rinunciano a curarsi per motivi economici. Torna pertanto centrale la “questione medica”, alla quale occorre garantire libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità, così come sancito dal Codice di deontologia medica. Una priorità della FNOMCeO è la revisione del Codice, assieme all’altra priorità: il rafforzamento del SSN. Temi complessi che implicano una riflessione profonda e azioni conseguenti. Pertanto Anelli ha lanciato la proposta di indire gli Stati generali della professione medica, da immaginare come un evento “strategico” per la Federazione, su cui si dovrà lavorare fin da subito e avviare al tempo stesso un nuovo rapporto con il pensiero, la cultura e gli intellettuali. Particolare attenzione andrà prestata alla ridefinizione del ruolo delle donne medico per superare i gap esistenti sia in termini economici, sia in termini di funzioni esercitate dalle donne. Non a caso, Anelli ha chiuso la sua relazione citando l’auspicio di una giovane collega: “Noi come donne chiediamo di lavorare per la FNOMCeO, per accrescere la forza e la credibilità, convinte che non è la FNOMCeO che si deve occupare di noi, ma siamo noi tutti, uomini e donne, che dobbiamo occuparci della FNOMCeO”. “E penso sia bellissimo”, ha concluso Anelli.
Odontoiatri e donne medico
E’ intervenuto per primo Raffaele Iandolo, nuovo Presidente CAO, reduce dell’Assemblea degli odontoiatri del giorno precedente. Iandolo ha ripercorso le tappe che negli anni sono state toccate dagli odontoiatri, rilevando che “è cresciuta la nostra presenza, il nostro impegno e il nostro ruolo nell’ambito della Federazione”, anche grazie all’azione svolta dal mio predecessore Giuseppe Renzo.
Anna Maria Calcagni (Fermo) ha ricordato come “soltanto 11 donne sono Presidenti OMCeO e soltanto 5 donne sono Presidenti CAO”. Ha anche ricordato che è stato istituito il Tavolo di consultazione permanente che si riunisce prima del Comitato centrale e la costituzione dei gruppi di lavoro.
Carolina De Vincenzo (Campobasso) esprime preoccupazione per la tenuta del SSN, ancora il migliore per quanto riguarda l’efficacia e la garanzia della Salute; i maggiori problemi sono la sfida della cronicità, il dilagare di una sanità integrativa non equa e universalistica, movimenti politici emergenti che giudicano lobbistica la nostra attuale rappresentanza negli Ordini e nella Fnomceo, la distanza avvertita dai reali problemi da cittadini e iscritti. In tale scenario bisogna recuperare nella politica e nella società, non con autoreferenzialità ma realizzando la mission ordinistica, cioè garantendo una professione deontologicamente corretta; dalla nostra credibilità scaturiscono l’autorevolezza e la forza contrattuale. Molto è stato fatto nel triennio a guida della dottoressa Chersevani per rappresentare la Fnomceo nei tavoli decisionali, è necessario adesso un rinnovamento e il leit motiv dev’essere la difesa del SSN per celebrarne il quarantennale.
Cosimo Nume, coordinatore Area comunicazione della Federazione e Presidente OMCeO di Taranto, ha presentato il sito antibufale dottoremaeveroche.it spiegando il lungo lavoro che è stato sviluppato per arrivare a metter su il sito, che fornisce buona informazione e contrasta le fake news che girano soprattutto sulla rete. Basta visitare il sito per capire.
Augusto Pagani (Piacenza) ha affermato di condividere diversi punti programmatici esposti dal Presidente Anelli, quali la difesa della Professione e del SSN, l’autonomia dalla politica, l’intenzione di perseguire per la FNOMCeO valori etici ed autorevolezza. Per fare questo si deve però evitare la sovrapposizione e l’interferenza dell’attività sindacale con quella ordinistica ed i condizionamenti della politica sulla attività ordinistica. Ha poi ribadito che le decisioni e le scelte che riguardano la FNOMCeO non devono essere delegate a sindacati o partiti politici e che si deve avere la capacità ed il coraggio di cambiare, anche introducendo incompatibilità e limiti all’attività ordinistica, prima che siano altri ad imporre i cambiamenti.
Umberto Quiriconi (Lucca) ha posto l’accento sulla necessità della massima autonomia della professione e ha sollecitato una ridefinizione dell’Atto medico, che è centrale per tutti i medici.
Ottavio Di Stefano (Brescia) ha detto che è giusto e necessario “difendere il SSN, lo dobbiamo fare, ma basta autoreferenzialità. Ci troviamo di fronte a 21 sistemi sanitari diversi, questa cosa va risolta. Noi dobbiamo avere un buon rapporto con le altre professioni sanitarie e riscoprire il senso dello stare insieme”.
Per Cesare Ferrari (Trapani), “occorre ribadire il ruolo centrale del medico, perché anche la ricetta è un atto medico”. Ha poi parlato della difficoltà di avviare procedimenti disciplinari per mancanza di comunicazione da parte dei tribunali e della specificità, nel suo territorio, della medicina transfrontaliera”.
Maria Erminia Bottiglieri (Caserta) ha toccato i temi della medicina di genere, della sicurezza e della violenza sulle donne, auspicando migliori rapporti con la politica e le Istituzioni, nonché con gli Ordini degli avvocati.
I rapporti con il nuovo Parlamento e il nuovo Governo
Raimondo Ibba (Cagliari) ha detto: “Noi siamo un modello per il Paese. Altri ambiti dello Stato, della società e altre professioni non si comportano come noi. Il SSN va cambiato ponendo al centro il ruolo e la responsabilità dei medici. Occorrerà avviare rapporti con il nuovo Parlamento e il nuovo Governo”.
Luigi Sodano del Comitato centrale e dell’Omceo di Napoli ha insistito sulla necessità di difendere il SSN, di lottare contro le diseguaglianze che penalizzano il Sud e di contrastare lo strapotere della politica.
Guido Marinoni (Bergamo) ha detto che “l’eliminazione degli sprechi fa parte della riforma del SSN che abbiamo in mente. Al tempo stesso, è necessario uscire dall’aziendalismo”.
Carlo Manfredi (Massa Carrara) ha parlato di autorevolezza della professione, condizione e necessità per contrastare la disinformazione e ha fatto due esempi: “L’omeopatia non è basata su alcuna evidenza scientifica, mentre altre evidenze scientifiche dimostrano che non c’è alcun beneficio terapeutico della cannabis”.
Pierfranco Ravizza (Lecco) ha auspicato che la FNOMCeO rafforzi il dialogo con la popolazione e con le associazioni dei cittadini.
Antonio Maggi (Roma) ha riferito dell’esperienza dell’Ordine della Capitale che ha promosso un bando perché i medici partecipino alle strutture sanitarie pubbliche e ha ribadito la centralità dell’Atto medico.
Giancarlo Pizza (Bologna) ha rimarcato la definizione di “FNOMCeO come baluardo della professione” e si è dichiarato d’accordo con l’indizione degli Stati generali e con il sito antibufale ed ha auspicato una maggiore collaborazione con i sindacati.
Silvestro Scotti (Napoli) ha detto che gli Stati generali dovranno vedere l’ampia partecipazione degli OMCeO e dei medici, deve essere un grande evento dove affrontare tutte le grandi questioni della professione e occorre lanciare la sfida all’attuale sistema delle Regioni.
Nella sua breve replica, il Presidente Anelli ha ribadito che “la pluralità di posizioni è una ricchezza. L’unità si fa sugli obiettivi. Non abbiamo bacchette magiche e formule, ma costruiamo percorsi per governare la complessità, marciando insieme. Cambiare il SSN rafforzando il ruolo del medico, visto che attualmente ci sono in giro malessere e difficoltà”.
A cura di Orfeo Notaristefano
Autore: Redazione