“È a rischio il rapporto tra medico e paziente. Si va verso la medicina degli algoritmi e ci si allontana dalla medicina della presa in carico e del dialogo”. Lo ha denunciato il presidente dell’Ordine di Bergamo, Guido Marinoni, intervenuto, il 23 aprile, a Colazione con RadioAlta, il seguitissimo programma mattutino condotto da Teo Mangione.
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“I medici diminuiranno drammaticamente nei prossimi anni”, ha spiegato Marinoni. “I laureati in medicina non mancano: ogni anno mediamente, in Italia, si laureano 9000 persone in medicina, ma di questi solo 7000 riescono ad entrare nelle scuole di specializzazione o al corso di formazione specifica in medicina generale. Senza questo titolo non è possibile lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale. Parallelamente stanno andando in pensione tutti i medici che hanno iniziato a lavorare con la riforma sanitaria 833/1978. Il ricambio è assolutamente insufficiente ed è drammatico, sia in ospedale, che per quanto riguarda i medici di famiglia e i pediatri”.
Quale soluzione? “Aumentare i posti nelle specializzazioni e nel corso di formazione specifica in medicina generale. In Lombardia si diplomano ogni anno 160 nuovi medici di famiglia, ne servirebbero 200 per arrivare a un medico ogni 2000. Costerebbe poco: basterebbero 480mila euro all’anno in Lombardia per 5-6 anni per risolvere il problema”.
Se i medici sono pochi, aumenta il numero di assistiti seguiti da ciascun medico, con il risultato che diminuisce il tempo dedicato al paziente e viene meno il rapporto medico-paziente. “Il codice deontologico dice che il tempo dedicato all’ascolto del paziente è tempo di cura. Questo è un elemento importantissimo, che nel giro di 5-6 anni è destinato a scomparire. Negli ospedali ci saranno pochissimi medici, che saranno impegnati a gestire le tecnologie, mentre figure come il medico internista scompariranno”.
Autore: Redazione