Le disuguaglianze nella ricchezza privata hanno conosciuto la massima crescita negli ultimi anni e, assieme a quelle relative alla ricchezza comune, pesano su tutte le altre disuguaglianze. È quanto emerso dal seminario “I numeri e i luoghi delle disuguaglianze” organizzato dal Forum Disuguaglianze Diversità e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che si è svolto a Roma il 22 maggio scorso. Nel convegno sono state analizzate le disuguaglianze economiche, sociali, di salute e ambientali; queste ultime distinguono le aree rurali o interne da quelle urbane, le periferie dai centri delle città, alcune parti del centro da altre.
Riguardo alla disuguaglianze relative alla ricchezza privata, un nuovo studio che ha preso in considerazione i dati fiscali, mostra come la quota di ricchezza netta personale detenuta dal percentile più ricco della popolazione adulta sia cresciuta nel nostro Paese da circa il 16% nel 1995 al oltre il 25% nel 2014. Dal 2008 al 2014 si è verificato un aumento straordinario di concentrazione di ricchezza nei 5 mila individui più ricchi, che ha registrato un aumento dal 2 al 10% della ricchezza privata in Italia, e che costituisce una quota doppia (circa il 5%) di quella posseduta dalla metà più povera della popolazione. Anche in questo caso emerge lo svantaggio della popolazione femminile: in media la ricchezza detenuta dalle donne è inferiore del 25% a quella degli uomini.
La concentrazione della ricchezza privata non sempre dipende dalle capacità imprenditoriali e dalla propensione al risparmio, ma anche dal potere, dalle conoscenze e soprattutto dalle condizioni di partenza. Ad avere un ruolo rilevante sono le eredità ricevute in vita e la loro entità. Secondo uno studio, infatti, chi eredita ha una probabilità assai superiore agli altri di appartenere alle fasce massime di ricchezza, che si estenderà anche ai figli, indipendentemente dalle loro capacità, facendo sì che al vertice della scala della ricchezza si stia rafforzando un gruppo chiuso di famiglie.
Esistono molti elementi per avviare nuove politiche capaci di accrescere la mobilità intergenerazionale dei redditi, oggi assai bassa in Italia. Nell’incontro è stato però sottolineato come la semplificazione e la riduzione delle aliquote fiscali oggi prefigurata avrà come effetto quello di accrescere ancor di più le disuguaglianze nella distribuzione del reddito.
Autore: Redazione