3000 casi in un anno: sono questi i numeri delle aggressioni contro gli operatori sanitari portati ieri a Unomattina dal conduttore Franco di Mare. A commentarli, ospite in studio, il vicepresidente della Fnomceo, Giovanni Leoni. “Il 65% delle persone intervistate è stata vittima, nell’ultimo anno, di aggressioni verbali o fisiche. Di questi, il 70% è costituito da donne. Tutto questo contrasta con la missione degli operatori sanitari, che sono lì per aiutarci. Un preoccupante aumento a cui si cerca di porre rimedio.”
“Le aggressioni, a livello del personale sanitario, sono sempre esistite” ha esordito Giovanni Leoni. “C’è sicuramente un’attenzione maggiore da parte dei media e probabilmente c’è un decadimento dei costumi dal punto di vista generale, poiché anche altre categorie professionali hanno denunciato atteggiamenti di questo tipo. I medici e gli infermieri sono persone dedite alla cura del prossimo, particolarmente indifese quando si trovano di fronte un aggressore.”
“I media sono fondamentali per quanto riguarda l’attenzione della popolazione su questo tipo di fenomeni, che potrebbero passare inosservati se non fosse per l’esposizione mediatica. È necessario che i cittadini siano invece a conoscenza delle condizioni di lavoro in cui i medici versano” ha dichiarato Leoni.
“Avendo lavorato in reparti ‘di frontiera’ come il pronto soccorso, ha notato che si possono verificare tre tipi di violenza nell’ambito delle emergenze: quella del soggetto violento che si trova in pronto soccorso; il soggetto in cui si verifica uno stato di tensione perché ha aspettato troppo tempo un servizio in pronto soccorso; e poi la violenza premeditata, quella che avviene soprattutto sui presidi di guardia medica isolati.”
“La sicurezza in ospedale è una problematica che dovrebbe interessare tutti noi. Non c’è niente si più drammatico, per un cittadino che assiste un congiunto in ospedale, che vedere un episodio di violenza in un pronto soccorso” ha concluso Leoni.
Qui la puntata integrale di Unomattina.
Autore: Redazione