VIOLENZA SUGLI OPERATORI SANITARI. GIUSTETTO OMCeO TORINO: NON LASCIAMO SOLI I NOSTRI COLLEGHI
Le azioni concrete dell’Ordine dei Medici di Torino
Violenza sugli operatori sanitari. Quale l’effettiva rilevanza del fenomeno sul territorio? Esistono misure di contrasto di ASL e ASO? È possibile pianificare iniziative e programmi di prevenzione? Come informare in modo concreto i cittadini? Informazione, strategie di prevenzione e azioni concrete di tutela: questi i punti di cui si è discusso nella conferenza stampa organizzata dall’Ordine dei Medici di Torino il 19 novembre scorso.
L’OMCeO è partito dai dati di un questionario che ha inviato ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Locali e degli Ospedali per conoscere meglio l’entità del fenomeno sul territorio.
In sintesi: l’indagine si riferisce all’anno 2017. 9 le aziende coinvolte, 6 le aziende sanitarie che hanno risposto. 66 episodi a carico soprattutto di medici ospedalieri. (86%). Questi casi di violenza si sono verificati soprattutto nei DEA (45%) nei reparti (19%), in psichiatria (13,6%) e negli ambulatori (10,6%). Il tipo di violenza subita è legata soprattutto a insulti e minacce verbali (64%). La violenza fisica riguarda il 27% dei casi, di cui il 15% con lesioni. Nel 56% dei casi, le aggressioni riguardano le donne.
E proprio tre donne medico hanno portato la loro testimonianza in conferenza stampa: Antonella Capellupo, Paola Artoni, Alessandra Taraschi che hanno raccontato tre contesti diversi, psichiatria, Pronto Soccorso e guardia medica.
“No aggrediteci”- conclude così il suo intervento la Dott.ssa Artoni – con un appello che racchiude in sé tutto il peso di un dramma assurdo- che racconta il malessere degli operatori, quello che non si vede e che rimane latente, permanente. “È uno stress che ti segna…noi facciamo di tutto per assistere, per curare bene. Ma spesso non basta”.
“Il fenomeno della violenza è in crescita, è un fatto urgente. Abbiamo così deciso di mettere in campo azioni concrete per contrastare il fenomeno — spiega Guido Giustetto- Presidente OMCeO Torino. La violenza è un problema di salute pubblica – ha ribadito Giustetto- ed è un problema sanitario di priorità anche per la tutela dei nostri pazienti e delle organizzazioni sanitarie di cui facciamo parte. Credo che sia necessario provare a fare rete e a costruire insieme una strategia concreta di contrasto.” “Gli operatori non devono essere lasciati soli”. L’OMCeO di Torino intende essere un centro di ascolto permanente per raccogliere testimonianze e segnalazioni- ha precisato il Segretario OMCeO Torino Dott.ssa Rosella Zerbi”
L’aggressività è innanzi tutto una ferita culturale e parte anche dal piano della comunicazione in ambito sanitario ha aggiunto Pier Luigi Pavanelli – Responsabile della sicurezza della Città della Salute.
Le azioni concrete dell’OMCeO di Torino. Appoggiare la legge Rostan che vuole rendere il medico quando è aggredito un pubblico ufficiale in modo che la denuncia diventi d’ufficio; costituirsi parte civile tutte le volte che si viene a conoscenza di un caso di violenza nei confronti di un medico; diffondere il programma di formazione a distanza della FNOMCeO sulla violenza e organizzare una formazione specifica in sede ordinistica per aiutare i colleghi ad affrontare le situazioni che possono sfociare in violenza. L’Ordine vuole poi diventare un centro di ascolto per non lasciare soli i colleghi e definire con le forze dell’Ordine delle azioni e strategie per sostenere i colleghi in queste condizioni di difficoltà.
L’intervento del Presidente Guido Giustetto http://www.torinomedica.org/torinomedica/?p=21712
Autore: Redazione