L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Oristano, alla luce degli ultimi drammatici avvenimenti, esprime sconcerto e rabbiosa inquietudine per l’esito catastrofico su cui è venuta a franare l’assistenza sanitaria in città e nell’intera provincia, colta, ancora una volta, impreparata di fronte all’ennesima emergenza causata dalla carenza di professionisti e personale sanitario davanti alla nuova inarrestabile ondata di contagi e ricoveri dovuti al coronavirus.
Dopo anni di denunce da parte dell’Ordine e dei Sindacati sul progressivo indebolimento della Sanità pubblica nel nostro territorio, a due anni dalla comparsa del Covid19, è imperdonabile, ci si ritrovi oggi col Pronto Soccorso del San Martino occupato da pazienti Covid, alcuni dei quali in condizioni gravissime, con gran parte del personale operativo contagiato e quindi posto fuori servizio dai turni di lavoro.
Con un solo medico rimasto in servizio per i codici rossi e gialli, di fatto, il P.S. è nuovamente chiuso, mentre nei reparti del San Martino si contano decine di persone infette, tra sanitari e utenti.
È da sottolineare l’abnegazione con cui medici e operatori hanno continuato e continuano a lavorare, nonostante le enormi difficoltà. Ma i rischi e le responsabilità devono assumersi in un contesto di complicata criticità, costretti, in tale situazione, a proseguire per ore, dopo aver terminato il proprio turno, rischiando di superare il livello di tolleranza e stress correlato, con possibili e prevedibili gravi conseguenze.
Questa situazione ha portato alla malattia da Covid19 molti medici. In Sanità e nella assistenza non ci si improvvisa, ci vogliono competenze organizzative, non si può operare nell’improvvisazione , pur capendo l’emergenza del momento.
I medici e gli altri operatori sanitari hanno pagato e stanno continuando a pagare con enorme sacrificio le deficienze organizzative.
Ci siamo anche nel passato resi disponibili per una collaborazione fattiva ma tutto ciò non è avvenuto.
Nonostante le ripetute rassicurazioni e gli impegni assunti dai vertici politici regionali e locali dell’amministrazione sanitaria, le inefficienze e le carenze di personale e mezzi, lungi dall’essere risolte, sono peggiorate ulteriormente, sia nei presidi ospedalieri che nei servizi territoriali. Comuni della provincia, come Cabras e Uras, oltre a quelli già in sofferenza da mesi, si trovano nella drammatica condizione di avere centinaia di residenti privi dell’assistenza della Medicina di Base e della Guardia Medica.
La denuncia espressa in questi giorni nelle note inviate dai Sindacati dei Medici ospedalieri, dal Sindacato dei Medici di Medicina Generale e dei Comitati dei cittadini, è pienamente sostenuta e condivisa dall’Ordine, che da anni ormai, sempre in prima linea, porta avanti una battaglia instancabile nella difesa della Sanità cittadina e provinciale
Ribadiamo a gran voce che in questo momento è necessario e indispensabile nella nostra provincia, che non può più garantire le emergenze e i livelli essenziali di assistenza previsti dalla legge, che coloro che sono demandati a gestire la Sanità Pubblica, provvedano con urgenza immediata a colmare le colpevoli carenze e ripristinare sicurezza di servizi e operatività, che riporti dignità di assistenza e cura ai cittadini della nostra comunità territoriale.
Autore: Redazione