La Corte di Cassazione ha affermato che responsabile penalmente per il reato di omicidio colposo è il medico che, lascia da sola l’infermiera nella procedura di trasfusione con la quale viene somministrato al paziente un gruppo sanguigno incompatibile. Pertanto, non rileva che in quel momento l’infermiera aveva meno pazienti da seguire del medico, né che il paziente fosse già in condizioni critiche e avesse probabilità nulle di sopravvivenza, perché è indubbio che la somministrazione di un sangue incompatibile, ne abbia cagionato la morte, riducendo fortemente le seppur minime chances di sopravvivenza. Il medico, quindi è responsabile in quanto in caso di condotte colpose indipendenti non può invocare il principio di affidamento
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