L’Ordine dei medici di Reggio Calabria e provincia esprime il suo più profondo cordoglio per la scomparsa del dottore Giuseppe Poeta, consigliere dello stesso Ordine per ben sette trienni, dal 1970 al 1990, fino a rivestire la carica di Presidente nel corso dei trienni 1991 – 1993 e 2000 – 2002. A lui va il merito, insieme al segretario, dottore Vincenzo Nociti, e tutti gli altri consiglieri dell’Ordine, di aver sottoscritto con l’Enpam un mutuo per realizzare una sede adeguata dell’Ordine, quella che a tutt’oggi viene considerata una delle più belle d’Italia. Un’idea, un proposito che si è potuto realizzare, quindi, grazie al suo costante impegno portato avanti con grande forza e determinazione. Domenica prossima avrebbe dovuto ricevere dallo stesso Ordine, assieme a diversi colleghi, il premio per i suoi sessant’anni di laurea, ma il destino lo ha portato via prima del tempo.
“E’ stato un uomo che ha insegnato cosa veramente volesse dire il rispetto e la deontologia – sottolinea il segretario Vincenzo Nociti – si è speso molto affinché anche la collettività avesse rispetto per l’atto medico, un atto nobile che vuole tutelare la salute del cittadino in quanto tale”. “Lui ci teneva molto a questo aspetto – ricorda il Segretario – e difendeva a spada tratta, tra medici ospedalieri, del territorio, specialisti, chiunque venisse attaccato in modo ingiusto da qualsivoglia situazione che si potesse creare. Un uomo che si è speso tantissimo anche per il rispetto e la tutela dell’intera classe medica da parte della classe politica”. A Giuseppe Poeta va dato anche il grande riconoscimento di aver tutelato e fatto crescere la classe medica all’interno degli Ospedali Riuniti, oggi Grande Ospedale Metropolitano, andando a dirimere tutte le diverse situazioni conflittuali.
“Ricordiamo che veniva da una area politica moderata – dice ancora il segretario Nociti – e cercava di superare i conflitti senza alzare muri ma cercando di aprire nuovi orizzonti verso tutti. Ciò che conta non è il semplice fatto di avere vissuto ma il cambiamento che siamo stati in grado di imprimere alla vita degli altri e il dottore Giuseppe Poeta è riuscito perfettamente in questo. Perché è stato come un padre, pronto a spendere una parola per migliorare l’attività professionale e sociale dei vari individui. Il suo obiettivo, tra le altre cose, era anche quello di formare una classe dirigente all’altezza”.
“La morte non ci porta mai completamente via la persona amata, rimane infatti la sua opera che ci incita ad andare avanti con forza e coraggio. E lui – conclude il Segretario – di opere ne ha realizzate tante negli anni della sua attività e noi cercheremo di onorarlo mantenendoci nel solco della sua esperienza e di tutto quello che ci ha trasferito e trasmesso. È stato un medico, ma prima ancora è stato un grande uomo con la U maiuscola, cosa che ai giorni d’oggi è sempre più difficile individuare. Per lui prima di ogni cosa c’era l’Ordine, la casa di tutti i medici. Era un “ordinista” convinto ed ha saputo creare, anche all’interno del nostro Ente, un gruppo dirigente con la stessa idea di base. Ecco perché siamo ancora qui a lavorare, a sacrificarci affinché l’Ordine migliori anche la nostra stessa attività del quotidiano, nella proiezione verso gli altri, perché noi siamo al servizio della collettività”.
Autore: Redazione