La Suprema Corte ha affermato che alle linee guida non può essere riconosciuto un “carattere precettivo” come quello delle regole cautelari “codificate”, poste a base di forme di colpa specifica e contenute in disposizioni normative, restando tuttavia fermo che, sul piano orientativo, e fatte salve le peculiarità e le specificità di ogni singola vicenda, le raccomandazioni contenute nelle linee guida forniscono un’indicazione di quello che, astrattamente, sarebbe il comportamento doveroso del sanitario. Infatti, sia nella Legge Balduzzi che nella Legge Gelli – Bianco (nel solo caso di imperizia), l’adesione alle linee guida comporta una elevazione del grado della colpa rilevante a fini penali. Pertanto, può parlarsi di “regole” cautelari, escludendone però il carattere precettivo proprio delle regole normative, rispetto alle quali le linee guida si distinguono per un più ampio margine di flessibilità rispetto alle peculiarità del caso concreto.
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