L’OMCeO di Palermo ente formatore nazionale per il soccorso aereo in casi di rischio biologico
Trattamento sanitario sui velivoli militari, civili e logistica per il trasferimento dei pazienti, procedure di allerta e impiego di uomini e mezzi necessari, droni teleguidati da remoto in grado di portare farmaci e attrezzature necessarie a seconda delle specifiche patologie del paziente: il futuro del soccorso aereo in casi di emergenza passa dalla medicina aeronautica e aereospaziale, e dalla sinergia tra sanitari civili e militari.
L’Ordine dei medici di Palermo, da oggi indicato dal Ministero della Salute quale ente formatore nazionale sul soccorso aereo per rischio biologico guarda al modello operativo dell’hangar di Pratica di Mare (RM), l’eccellenza italiana per il rimpatrio dei connazionali e lo stoccaggio dei vaccini anti Covid.
Il rischio di nuove varianti Covid non va sottovalutato.
“Anche in Sicilia bisogna garantire una risposta clinica e terapeutica iperveloce. Ogni medico deve conoscere tutti gli scenari più critici e le realtà sanitarie disponibili in casi emergenziali, a partire dal servizio sanitario dell’aeronautica militare. Abbiamo basi solide come Birgi e Sigonella, ma vanno potenziate per il soccorso in volo”. Così il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo Toti Amato, consigliere della FNOMCeO, introducendo la giornata dedicata al soccorso aereo nella medicina aeronautica e aereospaziale per spiegare a tutti i sanitari l’importanza della formazione e la conoscenza di tutti gli asset sanitari in situazioni di estrema criticità.
In linea il dirigente del Mds Ulrico Angeloni: “La formazione – ha detto – è fondamentale per farsi trovare pronti in caso di nuove emergenze. Il coordinamento tra le diverse forze in campo ha dato un contributo decisivo contro il Covid”. A conferma il plauso di Marco Palmeri, dirigente del servizio Emergenza Urgenza dell’assessorato regionale della Salute: “E’ stato possibile gestire un caso particolare che necessitava di un loro intervento ultraspecialistico deputato all’aeronautica militare. Il loro intervento è stato indispensabile”.
“Il corpo sanitario aeronautico non segue solo il suo personale militare, ma interviene e assiste anche la popolazione civile in tutte quelle condizioni di pubblica calamità ed estrema necessità – ha spiegato il Generale Giuseppe Ciniglio Appiani, a capo del Corpo sanitario dell’Aeronautica militare – Il soccorso dei civili è entrato ormai a pieno titolo nel Dna del nostro Corpo sanitario”.
“Selezioniamo ogni giorno 100 persone per il personale navigante” ha detto il Generale medico del Corpo Pietro Perelli, direttore dell’Istituto di medicina aerospaziale.
“La medicina aeronautica – ha proseguito il colonnello Marco Lastilla – ha il compito specifico di assicurare medici dell’aeronautica la fisiologia del volo, che è l’aspetto operativo della nostra funzione”.
La giornata è stata anche un’occasione per proiettarsi nel futuro del soccorso aereo con un approfondimento sulle prospettive della medicina aerospaziale, con i suoi voli suborbitali e droni, che rappresentano, come ha spiegato il presidente Enac Pierluigi Di Palma “un modo inedito di volare e trasportare merci. Sono certo che i droni potranno dare un grande contributo a un sistema che già in tempi di Covid ha dimostrato grandi capacità di adattamento, trasformando aerei e aeroporti in mezzi e luoghi di soccorso”.
L’evento, che ha visto la partecipazione di molti esperti civili e militari, è stato promosso dall’Ordine dei medici di Palermo in collaborazione con il Corpo sanitario dell’Aeronautica militare e il supporto di Ministero della Salute ed Enac.
Autore: Redazione