• Home
  • News
  • DA TORINO A TORINO: SEDICI ANNI DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

DA TORINO A TORINO: SEDICI ANNI DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

Ritorna a Torino dopo sedicianni il Congresso nazionale SIOT, acronimo della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia. Le circa 200 pagine di programma scientifico sono un indicatore attendibile del fitto calendario di eventi che dal 28 al 31 ottobre occupano qualsiasi spazio disponibile del Centro Congressi Lingotto: una riproposta di quanto avvenne nel 2000, quasi negli stessi giorni, in una Torino che si stava risollevando dai danni provocati da un’alluvione che arrivò ad un passo dal mettere in ginocchio la città. In quell’occasione il Congresso SIOT diventò anche un testimone visibile, a livello nazionale e internazionale, della tenacia e della capacità dei torinesi di reagire alle avversità.

L’appuntamento attuale (edizione 101 di congressi nazionali SIOT) ruota intorno a due ambiti principali: la necessità di coniugare alta qualità ed efficacia a costi sostenibili nelle prestazioni e l’ottimizzazione delle cure nella ricostruzione articolare. Per interiorizzare la nozione del tempo passato, che è difficile percepire attraverso il fluire quotidiano degli avvenimenti e del loro racconto giornalistico, ci siamo domandati quali siano le novità salienti registrate in Ortopedia e Traumatologia in questi 16 anni che separano i due eventi congressuali, Abbiamo posto la domanda a Paolo Gallinaro, professore emerito dell’Università di Torino di Malattie dell’Apparato Locomotore e Honorary Fellow del Royal College of Surgeons of England.

Nell’edizione precedente,mercoledì 25 ottobre 2000, aveva meritato il titolo d’apertura del giornale congressuale “SIO Torino 2000” la chirurgia robotica: “Robot: un mondo straordinario fatto di tante luci ed ombre”. “Questa branca dell’Ortopedia– afferma il clinico torinese- ha in questi sedici anni fatto di sicuro progressi ma non ha perso il suo alone di eccezionalità nel panorama delle possibilità terapeutiche che si possono mettere in atto: non è riuscita in altre parole a diventare pratica quotidiana diffusa”. “Ben altro discorso deve essere fatto nell’ambito della Chirurgia Vertebrale dove la chirurgia computerizzata, con l’aiuto del navigatore, riesce davvero a rappresentare un aiuto valido pur senza possedere le caratteristiche di meraviglia tecnologica che nell’immaginario collettivo suscita l’uso del termine robot”. Ricordiamo che, analogamente a quanto avviene con il navigatore satellitare dell’auto,quello in uso nella sala di chirurgia vertebrale suggerisce un “tragitto” idoneo per arrivare ad aggredire la causa della patologia da trattare. La sua presenza in sala operatoria può comportare alcuni importanti vantaggi: ad esempio consente di sottoporre a dosi molto minori di radiazioni sia il malato che i chirurghi in quanto non si fanno radiografie ma si usa l’amplificatore di brillanza. L’uso del navigatore può comportare poi un numero ridotto di episodi di sanguinamento.

Per quanto riguarda gli aspetti medici, sanitari e organizzativi che permettono prestazioni di alta qualità a costi sostenibili (argomento che viene trattato in tutte le declinazioni operative di cui si parla nel Congresso 2016) cosa raccontano questi sedici anni? “Questo tema – continua il prof. Gallinaro- illustra bene quanto il problema dei costi della Sanità pubblica condizioni il quotidiano e il futuro delle professioni sanitarie: una sfida che in questi sedici anni è stata recepita dall’Ortopedia e dalla Traumatologia ma sulla quale occorre riflettere per evitare alcuni errori del passato. Ad esempio alcuni importanti limiti a carico dei centri unici di acquisto che non riescono a coniugare le necessità delle esigenze economiche con quelle che devono essere assicurate dagli operatori sanitari”. “La cultura del risparmio ha bisogno di perfezionarsi in continuazione per non danneggiare la qualità e la sicurezza delle prestazioni”.

Facciamo un esempio concreto per chiarire questo passaggio interessante… “La logica del massimo ribasso nelle gare d’appalto, se non è mitigata da altri fattori e valutazioni, può ad esempio portare a risultati paradossali e potenzialmente pericolosi soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle protesi”.

“La Sanità –conclude l’ex cattedratico torinese- è una macchina complessa che richiede molte competenze che agiscano in modo sinergico: un uomo solo al comando, per quanto geniale, è probabile che possa fare danni ed anche irreparabili”.

(Nicola Ferraro)

Autore: Redazione FNOMCeO

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.