COMUNICATO STAMPA del 14 settembre 2010
Lauree conseguite in Sudamerica, al termine di percorsi di studi non adeguati agli standard formativi europei. Poi, grazie ad accordi bilaterali, riconosciute in Spagna. Da qui, equiparate infine, secondo le procedure europee, a quelle italiane.
E non è l’unico stratagemma. Esiste un vero e proprio “turismo formativo”, con titoli professionali acquisiti in Romania o Bulgaria senza aver dato un esame o frequentato una lezione, ma validi a tutti gli effetti anche nel nostro Paese.
“La fabbrica dei dentisti abusivi”: così il presidente della CAO nazionale, Giuseppe Renzo, definisce il fenomeno. Dichiara, infatti: “Siamo di fronte a una vera e propria organizzazione criminale, che si diffonde anche a livello europeo, e contro la quale il ministero della Salute, che è l’autorità competente a verificare la correttezza dei percorsi formativi, si trova con pochi appigli legali, nonostante il totale impegno e la grande professionalità di chi vi opera, mentre gli avvocati che difendono in maniera disinvolta i “laureati” hanno gioco facile. I titoli, infatti, sono corretti dal punto di vista formale, anche se non sono in grado, nella pratica, di garantire il corretto apprendimento e quindi un adeguato svolgimento della professione”.
“Ultimamente – continua Renzo – si stanno sviluppando anche altri escamotage: quello, ad esempio, che con una forma di pubblicità aggressiva invita i nostri giovani a frequentare dei corsi di laurea non meglio specificati e inesistenti presso università spagnole – mediate da presunte succursali istituite in alcuni centri urbani del meridione d’Italia – con un breve periodo di preparazione e senza selezione, bypassando il numero chiuso e seguendo la stessa metodologia dei corsi di laurea triennali”.
Ma questo è solo uno dei nuovi volti dell’abusivismo, piaga contro contro la quale la CAO è da sempre impegnata, in collaborazione con i Nas, il ministero della Salute, l’Università: 15000 professionisti abusivi (contro i quasi 57000 iscritti all’Albo) operano in Italia, spesso in condizioni igieniche precarie, con il rischio di diffusione di patologie come l’Aids o l’epatite, oltre agli ovvi danni per la salute della bocca dei pazienti.
Per denunciare il problema e portarlo all’attenzione delle istituzioni europee e italiane, la CAO nazionale organizza un doppio appuntamento: a Bruxelles, il 15 settembre, e a Taormina, il 17 e il 18.
Si comincia con Bruxelles: una “task force” italiana capitanata dal presidente Renzo, e composta da delegati della CAO, del ministero della Salute e dell’Università, incontrerà domani il Commissario europeo alla Salute e alle Politiche dei consumatori, John Dalli.
Ancora l’Europa, sospesa “tra scelte liberali e necessità di regolamentazione”, sarà poi al centro dei lavori dell’ottavo Convegno nazionale di aggiornamento in Odontoiatria – dal titolo “Odontoiatria e società: Etica, Aggiornamento e Tutela della Salute”, che si svolgerà all’Hotel Hilton di Giardini Naxos (Me) – insieme all’Assemblea Nazionale CAO – il 17 e il 18 settembre.
“La libera circolazione dei professionisti – afferma Renzo – non può prescindere dall’assoluta garanzia del corretto riconoscimento dei titoli professionali conseguiti sia negli altri paesi europei, sia in quelli extracomunitari. Ad oggi, invece, non si riesce ancora a garantire un sistema “ultrasicuro” per l’equiparazione di questi titoli. Con rischi anche gravi per la Salute pubblica”.
Questioni così delicate e complesse non possono, ovviamente, risolversi in un incontro una tantum. “Per questo è intenzione della CAO – annuncia infine Renzo – aprire, proprio a Bruxelles, una “Casa europea dell’Odontoiatria”, vale a dire una postazione fissa che permetta un dialogo costante e senza interruzioni con le istituzioni comunitarie, per la difesa della salute dei cittadini d’Europa”.
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Autore: Redazione FNOMCeO