La Suprema Corte ha affermato che non è responsabile per il reato di omicidio colposo il medico che nell’intubare il paziente rispetta le linee guida e prima di procedere valuta il rischio che si presenta ridotto. In particolare, la sottoposizione ad anestesia generale un anno prima e la terapia cortisonica di alcuni giorni prima non sono risultati essere elementi dai quali il medico avrebbe potuto desumere una impossibilità di procedere all’intubazione del paziente. I giudici nel ritenere quindi che la manovra è stata eseguita correttamente e senza nessun ritardo, hanno ribadito che al medico che ha proceduto all’intubazione del paziente nel rispetto delle regole cautelari e senza mai interrompere la somministrazione di ossigeno, stante l’assenza di indici di pericolosità della procedura, non può addebitarsi alcuna responsabilità per il reato di omicidio colposo.
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