2° Congresso Nazionale sulla Medicina di Genere: le riflessioni di Maurizio Benato

Si svolgerà a Padova dal 21 al 23 ottobre prossimi il 2° Congresso Nazionale sulla Medicina di Genere, che si propone di offrire proposte concrete ad interrogativi già evidenziati nel corso della prima edizione svoltasi, nello stessa città, lo scorso anno. Numerosi e interessanti gli argomenti, oggetto di trattazione nel corso della manifestazione, che verteranno sulla prevenzione, diagnosi e cura di diverse patologie, differenziate per genere.

Per la FNOMCeO sarà presente il vicepresidente, nonché presidente dell’OMCeO di Padova, Maurizio Benato, cui spetterà anche il compito di coordinare la Tavola Rotonda dedicata all’osteoporosi e patologie articolari. A lui abbiamo chiesto un inquadramento della “Medicina di genere”.

"Da diversi anni – spiega Benato – siamo sollecitati dal Consiglio dell’Unione europea a raccogliere dati specifici di genere in materia di sanità , ad analizzarne le statistiche , perché pochissimo è stato fin ora realizzato. Il genere infatti, assunto come un determinante essenziale della salute, riposiziona l’analisi e la valutazione dei dati, rende esplicite evidenze che non sarebbero altrimenti riconosciute e che rimarrebbero invisibili, contribuisce a delineare nuove priorità, azioni, obiettivi, programmi".

"Promuovere la ricerca, e la ricerca sanitaria differenziata in base al genere, significa affrontare le disuguaglianze nella salute e garantire parità di trattamento e di accesso alle cure – prosegue il vicepresidente FNOMCeO – La riduzione delle disuguaglianze nella salute sono un obiettivo prioritario dei sistemi sanitari pubblici e universalistici, compreso il nostro. Purtroppo nel nostro Paese sembra mancare una vera strategia, difettano azioni di sistema, persistono pregiudizi, ritardi, confusioni, resistenze sia culturali che scientifiche, nel mentre l’approccio di genere alla salute ci imporrebbe un cambiamento da riconoscere innanzitutto in quanto tale".

"Non si tratta – continua Benato – di un approccio aggiuntivo alla cultura condivisa dei diritti e dell’uguaglianza, ma un suo riposizionamento perché il genere amplifica l’effetto delle disuguaglianze socio economiche nel campo della salute. Le differenze di genere richiamate dalle differenze di salute sono oggi uno dei principali fallimenti della sanità pubblica e una indubbia urgente sfida per il futuro. Diversi organismi e istituzioni internazionali dedicano all’argomento importanti progetti di ricerca, finanziamenti e gruppi di lavoro: tra questi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità che si è posta numerosi e ambiziosi obiettivi nella riduzione delle disuguaglianze di genere per mezzo di specifici programmi di ricerca e di valutazione delle politiche nazionali".

"Emerge con sempre maggiore chiarezza che gli uomini stanno guadagnando in anni di vita ‘di salute’ mentre le donne guadagnano in anni di vita ‘di disabilità’, malgrado l’aspettativa di vita stia crescendo in tutti i Paesi.
Questo paradosso di tassi più bassi in termini di mortalità e più alti in termini di morbosità delle donne rispetto agli uomini, rinfocola il dibattito attuale tra biologi, clinici e sociologi. Ci si pone la domanda se queste differenze siano biologiche o sociali oppure entrambe. Se la ricerca biomedica enfatizza le differenze biologiche, quella sociale enfatizza il diverso contributo del ruolo e delle risorse di uomini e donne nell’arco della vita. Eppure sono numerosi gli studi che hanno dimostrato come, aggiustando tutti i fattori sociali, queste differenze scompaiano mentre aggiustando tutti i fattori di rischio biologico noti, permangono sostanziali differenze di sesso nella mortalità", conclude Benato.

Presidente, ma quanto l’appartenenza al sesso maschile o femminile incide sui comportamenti e sullo stato di salute?
"La differente percezione dello stato di salute, la diversa attitudine alla richiesta di aiuto sono responsabili dei differenziali di morbosità. Il sesso identifica, nelle variabili sociali, il genere e appare incontrovertibile da questi primi dati che identifica anche lo stato di salute.
Pochi ma significativi indicatori possono sottolineare lo stato dell’arte del problema. Nelle patologie cardiovascolari si va assistendo, soprattutto nei Paesi industrializzati, ad una inversione del trend conosciuto fino a pochi anni fa: pur rimanendo alto il tasso di morbosità per gli uomini, le donne si adeguano sempre piu’ rapidamente per la crescente esposizione ai noti fattori di rischio (fumo di sigaretta, iperlipidemia, ipertensione, diabete, malnutrizione). Si evidenzia un maggior rischio di mortalità tra le donne perche’ stanno raggiungendo il triste primato maschile che riguarda il consumo di alcol, tabacco e droghe illegali, in modo particolare nella fascia di età adolescenziale. Differenze esistono nella comorbosità psichiatrica (più frequente nelle donne) e nel fatto che le donne dipendenti appaiono maggiormente a rischio di violenza. Le malattie autoimmuni colpiscono le donne in più del 60% dei casi. La gravidanza può modificare spesso peggiorandolo, il quadro clinico di queste patologie. Alcune di esse ( per esempio l’ipertiroidismo) sono frequentemente associate ad infertilità, mentre diverse terapie sono comunque controindicate in gravidanza per la loro teratogenicità.
Le patologie reumatologiche sono non solo più frequenti e più invalidanti nelle donne ma anche più letali. Le donne sono largamente piu’ interessate da patologia psichiatrica: depressioni maggiori, disordini dell’affettività, disordini dell’alimentazione, fobie ansia e attacchi di panico per le fluttuazioni degli ormoni sessuali".

Come è possibile evitare le conseguenze sulla salute derivanti da differenze sociali e di genere?
"E’ comprensibile la necessità di evitare l’effetto che le disparità sociali e di genere hanno sulla salute con appropriate politiche sanitarie e non. Definizione di genere, esplicitazioni di evidenze, individuazione di indicatori, misurabilità degli stessi rispetto all’efficacia, qualità ed equità delle politiche sanitarie;come si può arguire l’approccio di genere alla salute diventa un nuovo approccio, innanzitutto teorico, metodologico, analitico su cui devono convergere le esperienze e le elaborazioni più avanzate relative alla promozione della salute.
E’ una necessità metodologica, ma anche strumento di governo e governance del sistema sanitario. Servono allora scelte politiche, risorse, servizi, professionalità, ma anche cultura, mutamenti profondi nelle relazioni sociali, umane, familiari. Serve prioritariamente coinvolgere le donne nelle decisioni e nell’attuazione dei progetti, ma serve soprattutto promuovere la presenza delle donne in tutti i luoghi decisionali, della politica, delle istituzioni.
La letteratura internazionale evidenzia alcune azioni necessarie e imprescindibili per sensibilizzare i sistemi sanitari a riconoscere la salute delle donne:
1. stimolare la comprensione e lo studio delle prospettive di genere nei professionisti della salute e a tutti i livelli del sistema sanitario.
2. rimuovere attraverso le necessarie azioni politiche le barriere finanziarie, fisiche e culturali che impediscono l’accesso a una buona qualità delle cure.

E gli obiettivi di miglioramento che vengono segnalati sono molto vari:
1. partecipazione ed influenza nella società;
2. sicurezza economica e sociale;
3. condizioni favorevoli durante l’infanzia e adolescenza;
4. sana vita lavorativa;
5. ambiente sano e sicuro e prodotti;
6. salute e le cure mediche eque;
7. protezione efficace contro le malattie trasmissibili;
8. sessualità sicura e buona salute riproduttiva;
9. attività fisica;
10. buone abitudini alimentari e sicurezza degli alimenti;
11. libertà da uso di tabacco e alcool, droghe illecite, doping, gioco d’azzardo"

Qual è, dunque, la proposta che nasce da questo 2° Congresso Nazionale sulla “Medicina di genere” ?
"La proposta è di creare una attività sistematica di valutazione di genere nella progettazione e nella consegna di tutte le politiche e servizi,valutazione che richiede un efficace coordinamento tra i vari settori e i diversi organismi amministrativi non disgiunti da un ampio consenso sociale di tutto lo spettro politico per permettere che innovazioni sperimentate in ambiti circoscritti siano elevate a livello di sistema e diventino priorita’ istituzionale".

Autore: Redazione FNOMCeO

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