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La FNOM aderisce al Progetto “Fare di più non significa fare meglio”

Ecco la lettera del Segretario nazionale, Luigi Conte, con cui si invitano i presidenti degli OMCeO provinciali a diffondere le informazioni e le iniziative relative al Progetto “Fare di più non significa fare meglio”.

Cari Presidenti,

sono lieto di informarvi che la FNOMCeO ha aderito al Progetto Nazionale “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”. Nonostante sia universalmente riconosciuto che la medicina debba basarsi su prove scientifiche di efficacia (EBM), è stato evidenziato che molti esami e molti  trattamenti farmacologici e chirurgici largamente diffusi nella pratica medica non apportano benefici per i pazienti, anzi rischiano di essere dannosi, e il sovrautilizzo di esami diagnostici e trattamenti si dimostra un fenomeno sempre più diffuso e importante.

Per citare alcuni esempi, riportati da John Ovretveit al Congresso di Grado nel 2011 “Qualità è Sostenibilità” della Società Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria:
– il 40% dei farmaci somministrati non è necessario (studio RAND USA);
– il 25% degli esami radiologici non è necessario (UK Royal College of Radiology);
– il 25% delle giornate di ricovero e delle procedure cliniche è inappropriato.

La stessa OMS stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenti uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse (WHO 2010) e una stima analoga appare verosimile anche per l’Italia, visti i dati di sovrautilizzo che emergono in molti settori.

In analogia all’iniziativa Choosing Wisely – promossa nell’aprile 2012 negli USA da ABIM Foundation con la collaborazione di Consumer Reports, organizzazione non profit e indipendente di consumatori –, Slow Medicine, rete di professionisti e di cittadini che si riconosce in una medicina sobria, rispettosa e giusta, ha lanciato in Italia nel dicembre 2012 il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”. Progetto che sin dal suo inizio è stato condiviso dalla FNOMCeO.

Il presupposto è che, come è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da una assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo dei medici, in alleanza con pazienti e cittadini.

Lo scopo del Progetto è di migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi sanitari attraverso la riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti) che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili, non apportano benefici significativi ai pazienti, ma al contrario possono esporli a rischi. Si ricordano ad esempio i danni conseguenti alle radiazioni ionizzanti, specie nei bambini, gli effetti collaterali dei farmaci e le loro interazioni, le conseguenze di falsi positivi e sovradiagnosi che sono rappresentate, oltre che da stress e ansia, da ulteriori indagini diagnostiche spesso invasive e da trattamenti interventistici e chirurgici anche pesanti, in un circolo vizioso molto pericoloso.

Attraverso il progetto, tramite la riduzione degli sprechi, ci si può anche attendere un uso più appropriato e più equo delle risorse disponibili e una maggiore sostenibilità economica e ambientale dei servizi sanitari.

Il progetto prevede l’attiva partecipazione di Società Scientifiche e Associazioni professionali, invitate ognuna a definire, con la collaborazione di esperti e di pazienti/cittadini, a partire dalle pratiche già individuate nell’iniziativa Choosing Wisely, una lista di cinque pratiche (esami diagnostici o trattamenti) che:
– sono effettuate molto comunemente in Italia;
– non apportano benefici significativi ai pazienti ai quali vengono generalmente prescritte;
– possono esporre i pazienti al rischio di subire effetti dannosi.

Come nell’iniziativa Choosing Wisely, questi esami e trattamenti ad alto rischio di inappropriatezza dovranno essere oggetto di aperto dialogo nella relazione tra medico e paziente, per facilitare scelte informate e condivise.

Seguiranno, nell’evoluzione del progetto:
– una diffusa informazione e formazione dei medici e degli altri professionisti sanitari;
– la messa a punto di materiale informativo per cittadini e pazienti;
– un’ampia condivisione con cittadini, pazienti e loro rappresentanze;
– il miglioramento del dialogo e della relazione tra medici e pazienti perché possano essere effettuate scelte informate e condivise nell’ambito di un rapporto di fiducia.

Il progetto intende coinvolgere non solo i medici, ma anche gli altri professionisti della salute in una comune assunzione di responsabilità, e favorire la collaborazione e l’approccio multidisciplinare e multiprofessionale. E’ inoltre prevista una partecipazione attiva dei cittadini e dei pazienti.

A tal proposito è stato costituito un Gruppo di Regia con il compito di affiancare il Consiglio Direttivo di Slow Medicine nell’organizzazione e gestione del progetto. La FNOMCeO ha nominato quali suoi rappresentanti nel Gruppo di Regia il Dr. Luigi Arru – Omceo di Nuoro e Coordinatore Centro Studi e Documentazione Fnomceo, il Dr. Vito Gaudiano – Omceo di Matera e componente Centro Studi e Documentazione Fnomceo, la Dr.ssa Annarita Frullini – Omceo di Pescara e Coordinatrice Osservazione della Professione medica e odontoiatrica al femminile.

Rivolgiamo un accorato invito a tutti i Presidenti degli OMCEO provinciali a diffondere le informazioni e le iniziative relative al progetto a tutti gli iscritti, anche tramite i propri siti web.

Grato per l’attenzione, porgo cordiali saluti

Luigi Conte

N.B. Tutta la documentazione del progetto ed i documenti elaborati dalle Società Scientifiche sono reperibili sul link dedicato nel portale della FNOMCeO e nei seguenti link:
http://www.choosingwisely.org
http://www.slowmedicine.it
http://www.abimfoundation.org

Autore: Redazione FNOMCeO

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