Usa: la riforma della sanità approda nell’Aula del Senato

Vale 848 miliardi di dollari in dieci anni la riforma sanitaria all’esame del Senato USA. Non più 1.200 miliardi com’era previsto nel testo licenziato dalla Camera. Sul testo del Senato, nella notte tra sabato e domenica scorsi, sono confluiti 60 voti a favore per l’avvio del dibattito, previsto per il 30 novembre. I testi di Camera e Senato sono pertanto differenti e andrà fatto un lavoro per unificarli. L’iter non sarà breve, ma c’è da prevedere che alla fine la riforma fortemente voluta da Barack Obama vedrà la luce, garantendo così la copertura assicurativa sanitaria ai milioni di americani attualmente privi di assistenza. Tra i nodi da sbrogliare, quello più intricato resta l’eventuale copertura assicurativa per l’aborto, osteggiata non soltanto da esponenti repubblicani, ma anche da alcuni settori democrat. E’ abbastanza evidente che da questi due testi si arriverà a un testo finale soltanto a seguito di un’intesa politica, al momento da costruire. L’obiettivo dei democratici è di giungere o prima o subito dopo Natale all’approvazione finale della riforma, perché Obama ne possa parlare nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione, a fine gennaio.

La differenza tra i due testi riguarda non soltanto l’entità del finanziamento della riforma, ma anche alcuni contenuti. I punti più critici sono così riassumibili:

  • Public option: Il testo presentato alla Camera dà ai singoli Stati la facoltà di adottarla oppure no. Quello del Senato consente agli Stati la facoltà di proporne una loro. Per la Casa Bianca è misura chiave per calmierare i prezzi del mercato e contenere gli abusi delle compagnie di assicurazione.
  • Aborto: Il testo della Camera vieta fondi pubblici per spese mediche legate all’aborto. Anche il testo del Senato va in questa direzione, ma lascia margini di copertura caso per caso. Per i Democratici ‘liberal’ questi margini sono troppo blandi, per quelli moderati sono il minimo. Sia gli uni, sia gli altri minacciano di non votare.
  • Immigrati: Come già quello della Camera, anche il testo del Senato esclude dalla copertura sanitaria gli immigrati clandestini. L’ala ‘liberal’ chiede emendamenti.
  • Piccole imprese: Il piano non impone ma caldeggia fortemente la copertura sanitaria dei dipendenti da parte dei datori di lavoro. Anche il testo della Camera contempla proposte analoghe.
  • Riforma dei contratti: Entrambi i piani prevedono una riforma dei contratti assicurativi, vietando per esempio quelli che contemplano la non applicabilità del premio in caso di condizioni mediche pregresse.
  • Poveri: Entrambi i piani prevedono un deciso incremento dei finanziamenti a sostegno del sistema di assistenza ai poveri, e una riduzione della copertura del sistema Medicare, il sistema di assistenza agli anziani. Per i repubblicani questo comporta costi insostenibili, senza garantire né la riduzione del deficit, né la risoluzione dei problemi di assistenza.

Autore: Redazione FNOMCeO

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