In occasione della Giornata della Memoria, la FNOMCeO vuole pagare il suo tributo ad alcuni dei medici che con le loro gesta e nell’esercizio delle loro funzioni cercarono di opporsi allo sterminio degli ebrei di cui oggi si celebra la Memoria.
Dalla storia di “Montagna”, il medico partigiano, raccontata dal dottor Valerio di Giannantonio in una lettera aperta inviata alla FNOMCeO in occasione delle celebrazioni dello scorso anno, che è possibile leggere a questo link, a quella di Francesco Addarii, il medico che l’8 novembre 1943, insieme al figlio Felice, salvò più di 400 ebrei dai campi di sterminio, nascondendoli al Sant’Orsola di Bologna; da Andrea Loriga, medico milanese che nel Settembre del ’44 mise in salvo la famiglia dell’avvocato ebreo Augusto Weiller, aiutandola a fuggire in Svizzera, e che venne poi ucciso l’anno dopo dai fascisti, a Giuseppe Caronia, infettivologo siciliano che ordinò il ricovero di intere famiglie di ebrei italiani nel reparto di Malattie infettive del Policlinico universitario di Roma, salvandole da morte certa; per arrivare al medico del Fatebenefratelli Giovanni Borromeo e allo specializzando Adriano Ossicini che compilarono decine di cartelle cliniche false inventando un’epidemia del contagiosissimo “Morbo di K” per poter offrire un luogo sicuro agli ebrei romani negli ospedali dell’Isola Tiberina, a Roma, di fronte al Ghetto ebraico dove i nazisti che rastrellavano la città, intimoriti dall’epidemia, non osarono entrare.
Insieme ai tanti medici italiani che hanno rischiato la vita per salvarne molte, e spesso l’hanno sacrificata per quell’estremo desiderio di mettersi al servizio del prossimo, ricordiamo i tantissimi medici deportati nei campi di concentramento e che hanno messo la loro professione al servizio dei più deboli anche in condizioni di vita estreme e spesso senza possibilità di salvezza. A tutti loro la Federazione paga il tributo della Memoria prendendoli a esempio della dedizione richiesta in tempi estremi a una professione che ha fatto della cura dell’Altro la propria vocazione e identità.
Autore: Redazione