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LEGGE SULLA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE MEDICA: UN PUNTO DI ARRIVO E DI PARTENZA

La Legge 24/2017, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 17 marzo scorso, ha come titolo: “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”.

Fin qui il rendiconto formale di una notizia che invece suscita grandissimo interesse ed entusiasmo dal 28 febbraio scorso, data in cui la Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, con 255 voti favorevoli e 113 contrari, il Ddl (disegno di legge) in transito da tempo tra i due rami del Parlamento.

Questo passaggio istituzionale viene considerato da molti una data storica per la Sanità italiana nel dare una prima risposta complessiva e articolata al tema della responsabilità professionale del personale sanitario, coniugandola con la sicurezza delle cure per i pazienti. Occorre ricordare, infatti, che i contenuti della legge conosciuta anche col nome del suo relatore (l’On. Federico Gelli, responsabile Sanità del Pd), hanno una storia di dibattito parlamentare lungo più di 15 anni e un primo tentativo, con la legge Balduzzi, di normare la materia.

Questa legge si candida non a caso come strumento per ridurre drasticamente la mole del contenzioso medico-legale, che ha causato un aumento spesso insostenibile del costo delle assicurazioni per professionisti e strutture sanitarie, la fuga delle compagnie da questo comparto e il fenomeno contemporaneo della medicina difensiva: situazioni in grado di produrre effetti nefasti sulla sanità pubblica. Ma l’entrata in vigore di questa legge promette finalmente un cambiamento radicale del profilo della responsabilità civile e penale per gli esercenti la professione sanitaria e della gestione del rischio sanitario, attraverso l’attivazione mirata di strutture operative per un’idonea funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio clinico: l’area del cosiddetto “risk management”.

Ma c’è anche un altro aspetto di importante novità nell’approvazione di questa legge da parte del Parlamento: un aspetto di squisita natura politica. Il Ddl sulla responsabilità professionale proposto alla Camera dei Deputati da Federico Gelli è stato perfezionato in Senato sotto la guida del relatore  Sen. Amedeo Bianco, già presidente FNOMCeO. Due medici (anche l’On Gelli lo è, in quanto prima di diventare deputato ha svolto il ruolo di direttore sanitario dell’Ospedale Santa Maria Nuova a Firenze), sono quindi riusciti a portare in porto un disegno di legge (tra l’altro un evento assolutamente non frequente) grazie al fatto di aver facilitato, attraverso una loro stretta collaborazione, l’iter parlamentare tra Camera e Senato.

A distanza di un mese dall’approvazione della Legge 24/2017 abbiamo domandato all’On. Gelli quali sono state le difficoltà – a livello politico ma anche di orientamento culturale- incontrate durante l’iter parlamentare per l’approvazione di questa Legge.

“Le difficoltà sono figlie dell’esistenza di una difficoltà di dialogo culturale tra il mondo della Giustizia e quello della Sanità che nel tempo si è dilatata sino al punto da lasciar parlare, in pratica, soltanto le aule dei tribunali – ci ha risposto. Questa mancanza di dialogo aveva impedito un confronto ai numerosi attori di questa materia complessa e articolata (i cittadini, i malati, gli operatori della Sanità, le compagnie d’assicurazione, le aziende e le strutture sanitarie) e quindi ha impedito anche il varo di una legge quadro per regolamentare la materia. La Legge 24/2017 nasce anche per riallacciare e rivitalizzare vecchi e fondamentali rapporti ad iniziare da quello tra medico e paziente che mai come oggi necessita di una nuova alleanza terapeutica e non di scambi di carte bollate. Il testo delle norme approvate si propone poi come strumento per sanare, le principali difficoltà operative a carico di aziende sanitarie e assicurazioni; difficoltà che avevano portato, di fatto, all’abbandono da parte delle imprese assicuratrici della copertura dei rischi derivante dall’errore in Sanità”.


Il varo di questa Legge si deve anche al fatto che il suo iter parlamentare è stato lineare nei passaggi tra Camera e Senato, grazie all’intervento del Sen. Amedeo Bianco; in che modo avete collaborato?

“Sin dal 5 agosto 2015, quando sono stato nominato relatore subentrando all’On.Vargiu che aveva lasciato quell’incarico, ho iniziato col Sen. Bianco un percorso di confronto per la condivisione del testo in modo da intercettare il maggior numero possibile di problematiche rilevate in comune durante l’esercizio della nostra professione di medici anche all’interno delle Istituzioni: io come amministratore della Regione Toscana e Bianco come Presidente di Ordine e della FNOMCeO.

Quando ho iniziato a confrontarmi su problematiche specifiche di responsabilità professionale col Ministero di Giustizia, il Sen. Bianco ha fatto in modo che la elaborazione del testo fosse condivisa anche da molti suoi colleghi a diverso titolo coinvolti nella materia: ad esempio la Sen. Pina Marturani, la Sen. Emilia Di Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato e molti altri. Questa condivisione, sin dalle primissime battute dell’elaborazione del testo della Legge, credo sia stato un atteggiamento vincente perché ha agevolato moltissimo i passaggi al Senato in quanto l’argomento era già noto a quei Parlamentari al momento del voto. Desidero aggiungere che questa Legge è una legge d’iniziativa parlamentare e non legata alle decisioni del Governo e quindi nasce per delle istanze che arrivano in Parlamento dalla società civile. Un lavoro di raccolta di queste istanze che di sicuro è stato favorito (anche durante l’iter parlamentare) dal Sen. Bianco e da me attraverso l’organizzazione di innumerevoli incontri col mondo della professione medica e della Sanità.

Altro fatto politico degno di nota è che una legge d’iniziativa parlamentare di questa portata è una delle poche realizzate. Merito va anche all’attività di supporto assicurato dal Ministro Lorenzin, personalmente e attraverso il gruppo di lavoro del Ministero della Salute, coordinato dal Prof. Guido Alpa”.

È indubbio che la Legge 27/2017 sia diventata subito popolare in ambito medico-sanitario. Ma se volessimo indicare un suo aspetto di particolare importanza?

“Innanzi tutto mi preme dire che la Politica si è fatta carico di alcuni problemi fondamentali in Sanità e ha dato una prima risposta responsabile che verrà verificata nella realtà quotidiana. Una parte consistente degli avvocati, ad esempio, ha sollevato preoccupazioni per l’applicazione di questa Legge e vedremo se queste preoccupazioni si tradurranno in criticità. In ogni caso però la Politica in questo caso ha fatto delle scelte e si è assunta delle responsabilità.

Il secondo aspetto (che è un merito dell’iter parlamentare di questa Legge) è di aver riunito, dopo molto tempo, intorno ad un tavolo tutti gli attori della Sanità e il terzo aspetto, molto importante, è che i numeri dell’approvazione testimoniano che i voti a favore della legge sono stati ben superiori a quelli della semplice maggioranza: si tratta quindi di una legge realmente condivisa a livello parlamentare”.

Cosa rimane ancora da fare, On.Gelli, dopo l’approvazione della Legge 24/2017?

“Questa Legge è un punto di partenza (oltre che un punto di arrivo) ma da problemi che hanno finalmente una loro precisa connotazione normativa. Con questa Legge si mettono dei paletti fondamentali, delle certezze, in ambito normativo sulle responsabilità dei professionisti della salute e sulla sicurezza delle cure. Ora bisognerà procedere ai decreti attuativi della Legge che dovranno uniformare alla “24/2017” innanzi tutto le linee guida che regolamentano la professione medico-sanitaria e i decreti delegati che riguardano l’attività delle imprese di assicurazione.

Sono sicuro che questa legge produrrà una riduzione del contenzioso legale, ridurrà il fenomeno della medicina difensiva, aumentando il livello e la qualità della prevenzione del rischio… Un modo per affermare che legittimamente ci attendiamo una riduzione complessiva degli errori in Sanità e dei relativi danni a carico dei cittadini”.

Per la redazione MediaFNOMCeO – Nicola Ferraro

Autore: Redazione FNOMCeO

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