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Questionario su conoscenze informatiche e privacy

Utilizzi quotidianamente dispositivi informatici? Raccogli e archivi dati sanitari sul tuo pc? Pensi che il consenso informato da te acquisito ti metta al sicuro rispetto alla trasmissione dei dati?

Queste sono alcune delle domande in cui si articola il “Questionario su conoscenze informatiche e privacy” predisposto dal gruppo di lavoro FNOMCeO “ICT Information and Communication Technology”.

Come il Presidente dell’OMCeO di Napoli Silvestro Scotti, componente del gruppo, ha raccontato nell’intervento rilasciato al portalein Italia, a differenza di quanto si possa immaginare, c’è stato uno sviluppo rapido della sanità elettronica“. Il problema è che le ricadute applicative di questo ambito sembrano, al momento, più rispondenti a dinamiche ed esigenze di tipo economico, anziché reali strumenti di supporto al lavoro del medico o dell’operatore sanitario. L’impressione è cioè che la diffusione della sanità elettronica, “oggi molto sviluppata in particolare negli atti medici di prescrizione e certificazione dematerializzate, sia più legata all’art. 81 (equilibrio della finanza pubblica) che all’art. 32 (diritto alla Salute) della Costituzione: una battuta per dire che la questione della nuova tecnologia si appresta ad essere appannaggio più del ciclo economico che non una estensione del diritto della tutela di salute“.

Secondo il Dott. Scotti questo aspetto rischia di alterare il rapporto tra medico e paziente e di comprimere la complessità dell’elebaorazione diagnostica e terapeutica a un atto classificatorio, giacché “l’approccio informatico costringe ad un codifica dei dati senza un apprezzamento intellettuale, nonostante le scelte diagnostiche e terapeutiche siano sempre più determinate dalle evidenze clinico-scientifiche basate su dati digitali“.

Questione da sempre altrettanto spinosa, e non solo rispetto al contesto italiano, è il tema della privacy: la mobilità dei dati deve infatti essere chiarita, sistematizzata, consentire al cittadino un accesso alla “sanità eletronica” che sia realmente fondato sull’empowerment, e che quindi ne agevoli la partecipazione attiva proteggendo, a monte, tutela e gestione dei dati.

Scotti rilevava anche come, attualmente, il gap tra l’ambito informatico che produce App e l’ambito medico-sanitario a cui sono rivolte non consente ricadute applicative tali da produrre “una vera azione di prevenzione e di indirizzo agli stili di vita“.

Se le potenzialità dell’ICT sono di enorme importanza, altrettanto importante è affrontare le sfide che pone in modo consapevole e attento: partendo da “una reale conoscenza della professione in cui si calano questi strumenti“, tenendo conto delle “possibili implicazioni deontologiche“, quindi contribuendo attivamente al dialogo tra i due ambiti.

Il “Questionario su conoscenze informatiche e privacy” è un passo in questa direzione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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