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MO, Anelli (FNOMCeO): “Attacco a Mezzaluna Rossa è gesto gravissimo, diciamo basta a questa guerra assurda e sconsiderata, chiediamo corridoio umanitario per rifornire gli ospedali”

L’attacco contro la sede centrale della Mezzaluna Rossa a Khan Younis è un gesto gravissimo, che va contro tutte le convenzioni e le norme di diritto internazionale umanitario. Oggi piangiamo l’operatore ucciso, esprimiamo la nostra solidarietà ai feriti. E diciamo ‘basta’ a questa guerra assurda e sconsiderata, che non risparmia bambini, civili, operatori sanitari, religiosi, tutti coloro che dovrebbero indossare uno scudo invisibile ma potentissimo di immunità contro gli orrori della guerra”.

Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commenta l’attacco israeliano, in cui è rimasto ucciso un operatore della Mezzaluna Rossa palestinese e altri tre sono rimasti feriti.

“Nel marzo scorso – ricorda Anelli – otto membri dello staff della Mezzaluna Rossa, sei dell’agenzia di protezione civile di Gaza e un dipendente dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sono stati uccisi in un attacco delle forze israeliane nel sud di Gaza. Ogni giorno i medici delle organizzazioni umanitarie con cui siamo in contatto permanente rischiano la vita per i bombardamenti e riferiscono di bambini che perdono la loro per le conseguenze della malnutrizione. I media palestinesi riportano oggi la notizia di sei morti per la carestia in diversi ospedali della Striscia di Gaza, mentre secondo i dati pubblici dell’Onu, dal 19 maggio solo il 10% degli aiuti ha raggiunto la popolazione civile”.

“Ora – conclude Anelli – è il momento che tutti facciamo sentire forte la nostra voce, il nostro richiamo al rispetto del diritto umanitario e la nostra ferma condanna per il coinvolgimento dei malati, degli operatori sanitari e dei soccorritori nel conflitto. Il Diritto internazionale umanitario non è un insieme di regole vuote di significato, ma è stato scritto per limitare gli effetti sulla popolazione civile dei conflitti armati. Di fronte al soccorso dei feriti e alla cura dei malati, non esiste un fronte, non esiste nemico; il volto del soldato, del combattente si trasfigura in quello, universale, della sofferenza e del dolore. Per questo i luoghi di cura devono essere zone franche, e i medici, i soccorritori, così come i malati, i bambini, i fragili devono godere di immunità e non diventare, mai, bersagli dell’orrore. Rinnoviamo la richiesta di un corridoio umanitario per rifornire gli ospedali di presidi sanitari e di cibo”.

Ufficio Stampa FNOMCeO
informazione@fnomceo.it
3 agosto 2025

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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