“Dignità del fine vita”, un titolo che racchiude il tema del convegno svoltosi nelle due giornate del 12 e 13 settembre 2025 a Caltanissetta e che ha suscitato grande curiosità e interesse non soltanto tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini. Una questione tanto profonda, delicata e allo stesso tempo ampia è stata raccontata nei suoi diversi aspetti da quelli giuridici a quelli psicologici, da quelli medici a quelli etici durante un evento che ha avuto una vasta eco al di là dei confini territoriali.
Una sala gremita è stata la costante delle due giornate dell’evento, organizzato dall’OMCeO provinciale, dalla Diocesi di Caltanissetta e dalla FNOMCeO con il patrocinio della Città di Caltanissetta, dell’ASP nissena, della Scuola Superiore della Magistratura, Struttura Territoriale di Formazione di Caltanissetta, dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Caltanissetta, dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, dell’Ordine degli Avvocati di Caltanissetta e di quello di Gela, del Consiglio Notarile dei Distretti riuniti di Caltanissetta e Gela, dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e del Coordinamento Regionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Sicilia.
“Devo ringraziare tutti gli Ordini e gli Enti e le Associazioni che hanno patrocinato questo convegno e devo ringraziare Mons. Mario Russotto Vescovo della Diocesi nissena per la sensibilità mostrata e disponibilità verso la realizzazione di un evento di tale caratura e che tratta un argomento tanto delicato quanto complesso”, ha sottolineato il Presidente dell’OMCeO di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito. Venerdì 12 settembre i presenti nella sede di via Enrico Medi hanno potuto assistere alla Lectio Magistralis del Presidente FNOMCEO Filippo Anelli sul Sistema Sanitario Nazionale. Ha parlato di spesa sanitaria pubblica e della necessità di investimenti nel settore e ancora di sicurezza e tutela degli operatori sanitari. “La situazione oggi è veramente difficile e quel diritto alla salute, che è l’orgoglio dei cittadini, perché è rappresentato da un Servizio Sanitario Nazionale che riconosce questo diritto a tutti e al di là del censo, della condizione economica, della condizione politica, religiosa eccetera è l’espressione più vera dell’applicazione della nostra Costituzione”, ha esclamato il Presidente Filippo Anelli.
Di diritto alla salute, definendolo “un diritto inviolabile, un diritto fondante della nostra Carta Costituzionale, della nostra Repubblica”, ha parlato anche il Prefetto di Caltanissetta Licia Messina che ha dato i suoi saluti all’inaugurazione dell’evento. “Io credo che dei passi avanti siano stati fatti – ha aggiunto – ma sia urgente la predisposizione di una normativa che chiarisca bene quali sono gli ambiti di competenza, tra Stato e Regione e in questo ambito quale sia il comportamento che il medico deve suggerire al paziente che ne ha bisogno, questo naturalmente nel rispetto della vita”. Dopo la presentazione del convegno da parte del Presidente dell’OMCeO provinciale Giovanni D’Ippolito e di Mons. Onofrio Castelli Vicario della Diocesi nissena sono stati dati gli indirizzi di saluto da parte delle Autorità. Presenti il Prefetto Licia Messina e il Questore di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello, i Comandanti provinciali della Guardia di Finanza Col. Stefano Gesuelli e dei Carabinieri Col. Alessandro Mucci, il Sindaco Walter Tesauro, la Presidente della Corte d’Appello Domenica Motta, il Procuratore Generale Fabio D’Anna e il Presidente del Tribunale di Caltanissetta Cesare Zucchetto, la referente territoriale della SSM Maria Lucia Insinga, i Presidenti dell’OPI CL Maria La Greca, del Consiglio Notarile dei Distretti riuniti di Caltanissetta e Gela Alfredo Grasso, dell’Ordine degli Avvocati di Gela Maria Giordano e la Consigliera dell’Ordine nisseno degli Avvocati Antonella Macaluso, l’esecutivo della FNOMCeO il Vicepresidente Giovanni Leoni e il Segretario Roberto Monaco, il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della CEI Don Massimo Angelelli, il Direttore della Pastorale della Salute della Diocesi nissena Calogero Bellavia e i Presidenti degli OMCeO siciliani. Due di loro Salvatore Amato e Renato Mancuso rispettivamente Presidenti di Palermo e Enna, insieme al Segretario nazionale della Federazione Roberto Monaco hanno moderato i lavori di sabato 13 settembre.
Gli illustri relatori che hanno preso la parola nell’Auditorium del Seminario Vescovile sono stati numerosi, non soltanto medici ma anche professionisti di altri ambiti come la giornalista Giovanna Genovese, l’infermiere referente dell’UOSD Hospice dell’Asp 2 di Caltanissetta Fabio Messina e poi ancora è stato curato l’aspetto legislativo. Quest’ultimo è stato analizzato nel dettaglio dalla Presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Domenica Motta. “La legge da cui è partita la Corte Costituzionale è la legge del 2017, la 219, una legge, che però si fermava soltanto ad una determinata conclusione: il malato può rifiutare il trattamento sanitario che sia necessario per la sua sopravvivenza e può anche chiedere di essere posto in uno stato di sedazione palliativa profonda, ma la legge non prevede assolutamente che al di là di questo possa intervenire l’opera del terzo”. Su questo tema ha poi spiegato quali sono state le evoluzioni a seguito delle sentenze del 2019 fino ad arrivare al luglio 2025. Una questione in evoluzione dunque, ma ancora aperta.
Il notaio Giuseppe Pilato nella sua relazione ha parlato di DAT, “dichiarazioni che un soggetto capace di intendere e di volere può rendere per regolare il suo trattamento sanitario nel momento in cui non sarà più capace di intendere e di volere, pertanto di fare scelte e sono delle dichiarazioni preventive, che possono essere fatte davanti al pubblico ufficiale, ovvero il notaio – ha precisato – il quale poi, ai sensi del nuovo decreto ministeriale, le deposita nella banca dati nazionale”.
La protezione dei soggetti vulnerabili è stato il tema trattato invece dall’avvocato e Presidente AIAF Sicilia Rossana Lomonaco. In merito alle amministrazioni di sostegno “la volontà dell’amministrato è sempre prevalente – ha spiegato – ma bisogna chiaramente vedere insieme ai sanitari quali sono le cure più opportune. Nel caso di minori, invece il discorso è un po’ diverso perché lì c’è anche l’ascolto del minore che è molto importante”.
L’aspetto medico è stato introdotto dal Presidente FNOMCEO Filippo Anelli che nel suo intervento ha posto l’accento sull’importanza per il medico di accompagnare il proprio paziente in tutto il suo percorso fino alla fine, dunque anche nel fine vita. Presente anche il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della CEI Don Massimo Angelelli che ha affrontato il concetto di vita degna di essere vissuta nel dibattito sul fine vita. “Il tema di fondo del quando morire e come morire è argomentato insieme a tanti altri temi che anzitutto riguardano la dignità delle cure per la dignità della persona – ha affermato – e quindi c’è bisogno di un servizio sanitario nazionale che sia all’altezza della situazione e non lasci indietro nessuno e che faccia sentire delle persone curate non abbandonate, perché come è stato detto più volte la condizione peggiore della malattia è la malattia in solitudine”.
Ampio spazio è stato dedicato alle cure palliative, tra i relatori infatti professionisti che operano negli Hospice siciliani, “le stanze sono singole e c’è la possibilità del familiare di rimanere sempre nella stanza con il paziente. Noi non li facciamo mai andare – ha raccontato il Direttore dell’Hospice di San Cataldo Giuseppe Mulè – nemmeno nel momento in cui si fanno le visite perché per noi il familiare è una risorsa. Poi è molto importante la gestione di tutti i sintomi perché noi non possiamo guarire la malattia, però possiamo curare tantissimo la persona fino all’ultimo istante della sua vita”. “Le cure palliative sono delle cure specialistiche – ha poi aggiunto Giampaolo Alario Direttore dell’Hospice di Gela e Consigliere dell’OMCeO di Caltanissetta – pertanto è un atto medico”. Parlando della sua esperienza ha affermato che le cure palliative “sono soprattutto assistenza e il rapporto che hai col paziente e con la sua famiglia, un’assistenza importante che deve essere a 360 gradi”.
Proprio i familiari che stanno accanto al paziente non vengono dimenticati. “Gli aspetti psicologici che impattano certamente sui caregiver, su chi porta il peso di una malattia, soprattutto nella fase terminale è un tema centrale”, ha evidenziato Liviana Sciacca Consigliera Tesoriere dell’Ordine degli Psicologi Sicilia.
È stato anche presentato un progetto che riguarda l’ospedale nisseno, cioè la possibilità di realizzare una “Rianimazione aperta”, così come ha raccontato il Direttore dell’UOC di Anestesia Rianimazione del Sant’Elia Giancarlo Foresta, relatore insieme al medico Anestesista Rianimatore Rita D’Ippolito. “Appena avremo disponibilità di una rianimazione un attimino più ampia – ha dichiarato – che ci consenta un’adeguata privacy tra un posto letto e l’altro e di consentire in sostanza ai parenti di venire a trovare i loro parenti malati degenti in qualsiasi orario senza alcuna limitazione”.
Tra i relatori anche Giacomo Caudo Presidente Nazionale FIMMG e dell’OMCeO messinese. E ancora arte con la lettura della poetessa e scrittrice Anna Mosca Pilato e poi una tavola rotonda tra esperti esponenti del mondo della medicina, teologia e associazionismo per approfondire il dibattito pubblico sul fine vita. In conclusione ha preso nuovamente la parola il Presidente dell’OMCeO di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito che ha rinnovato i ringraziamenti verso tutti i soggetti coinvolti nella buona riuscita di un evento che “auspico, in attesa di nuove indicazioni normative, abbia offerto spunti di riflessione utili – ha sottolineato – ribadendo l’impegno collettivo per garantire ad ogni persona il diritto ad un fine vita dignitoso”. Mons. Mario Russotto Vescovo della Diocesi nissena ha aperto e chiuso i lavori di sabato 13 settembre sottolineando i temi della dignità della persona, della vita e del dolore e poi rivolgendosi ai medici ha detto: “Dio ci pone nel giardino della vita per servirlo questo giardino per custodirlo che sia in ebraico che in greco, ha il significato proprio di prendersi cura. Prendersi cura è la liturgia, che noi dobbiamo celebrare. Prenderci cura della vita in greco addirittura è therapeía, la terapia della custodia e del prendersi cura della vita perché nessuno può vivere la sua vita se non facendo vivere la dignità della vita agli altri”.
Ufficio Stampa OMCeO Caltanissetta
Autore: Redazione