Il glioblastoma è un tumore molto aggressivo che colpisce il Sistema nervoso centrale, prevalentemente il cervello, anche se in rari casi può localizzarsi nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale. Rappresenta il 45% dei tumori che hanno origine nel cervello. È il tumore primitivo cerebrale di grado più elevato (IV grado secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) e appartiene alla categoria dei gliomi, che include anche astrocitomi e oligodendrogliomi.
Il glioblastoma insorge più frequentemente in età matura, tra i 45 e i 75 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia. L’incidenza è stimata intorno a 3-4 nuovi casi su 100 mila abitanti per anno, con un tasso leggermente superiore negli uomini rispetto alle donne (1.6:1). La sopravvivenza media per il glioblastoma è di circa 15-18 mesi, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni inferiore al 5. I trattamenti combinati come chirurgia, radioterapia e chemioterapia migliorano i tassi di sopravvivenza a breve termine. Le recidive sono frequenti e spesso resistenti alle terapie, rendendo la ricerca fondamentale per migliorare i risultati a lungo termine.
Allo studio del glioblastoma, e dei meccanismi genetici e molecolari che ne determinano l’origine, ha dedicato la sua vita e la sua carriera professionale Anna Lasorella che, originaria di Noicattaro (BA) e tuttora iscritta all’Ordine dei medici di Bari, si è trasferita con il marito Antonio Iavarone negli Usa, dove è insieme a lui co-direttrice del Sylvester Brain Tumor Institute (Sbti) dellUniveristà di Miami, nonché direttrice della Sylvester’s Precision Medicine Initiative. Le sue ricerche sono state pubblicate su riviste scientifiche del calibro di Nature e Cancer Cell.
“La storia professionale di Anna Lasorella – commenta il Presidente della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli – che mi onoro di avere come concittadina nojana e come iscritta all’Ordine, è un caso emblematico. Gli importanti risultati raggiunti dalla sua attività di ricerca ci rendono ovviamente orgogliosi come medici, ma ci inducono anche ad interrogarci sul tema dei tanti cervelli formati in Italia e poi costretti a fuggire all’estero. Urge non solo individuare più fondi per la ricerca, ma anche ripensare il modo in cui questi vengono attribuiti e gestiti. Solo attraverso una gestione che premi il merito riusciremo a far rientrare le tante eccellenze italiane oggi all’estero”.
E ci sarà anche Anna Lasorella tra i relatori – tutti scienziati di fama internazionale – del Convegno “La scienza medica al servizio dell’umanità” che, organizzato da FNOMCeO, si svolgerà i prossimi 27 e 28 novembre a Roma.
A lei abbiamo posto alcune domande.
Professoressa, al convegno, il 28 novembre, lei ci parlerà delle terapie di precisione in neurooncologia. Può spiegarci in cosa consistono?
La “genomic revolution” ci ha proiettato nella era delle terapie di precisione in ogni ambito medico, ma con particolare urgenza nelle strategie terapeutiche di tumori maligni particolarmente difficili da curare. Molte promesse rimangono ancora insoddisfatte. Il genoma non è l’unico fattore condizionante lo stato del tumore.
Parliamo di tumori cerebrali, in particolare del glioblastoma: a livello molecolare e cellulare, quali altri fattori li condizionano?
I tumori cerebrali ed in particolare il glioblastoma multiforme, rappresentano una sfida molto difficile e complessa. Oltre ai fattori genetici e molecolari entra in gioco, ad esempio, la “plasticità “delle cellule tumorali, cioè la capacità di assumere forme e stati diversi e di evadere quindi le terapie. Plasticità che sembra essere, a sua volta, influenzata dalla disposizione delle cellule rispetto alla massa tumorale. Il nostro laboratorio ha raccolto questa sfida, combinando mezzi di sperimentazione, di calcolo computazionale ed intelligenza artificiale per generare una piattaforma che integra componenti genetiche e non genetiche al fine di selezionare farmaci efficaci in ciascun paziente con diagnosi di glioblastoma.
Michela Molinari – Ufficio Stampa FNOMCeO
