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“Alla ricerca dell’endometriosi”: convegno a Padova il 24 e 25 ottobre

“Alla ricerca dell’endometriosi” è il tema di un convegno nazionale in programma a Padova il 24 e 25 ottobre per iniziativa dell’Università. Ai lavori, che avranno luogo presso l’Aula Morgagni e saranno preceduti da un corso di anatomia pelvica, prenderà parte il presidente dell’Ordine Maurizio Benato con una relazione sul tema “Endometriosi e il medico di medicina generale”.

"Il Convegno di quest’anno è dedicato ad una patologia di grande attualità con la quale il ginecologo si misura quotidianamente con mezzi via, via sempre più efficaci anche se non ancora risolutori" ha dichiarato il prof. Pietro Litta, uno dei responsabili del convegno, nonché direttore del corso di anatomia.

"Dibatteremo sullo stato dell’arte oggi in Italia nello studio e nella cura dell’endometriosi – prosegue Litta – e porremo le basi per costituire un osservatorio permanente, coinvolgendo anche centri di riferimento Europeo, con il fine ultimo di trovare nuove metodiche e mezzi sempre più efficaci tendenti alla diagnosi e cura di questa patologia. Esperti italiani e stranieri ci aiuteranno a rispondere a numerosi interrogativi e a comporre un quadro accurato e, per quanto possibile, completo di questa complessa patologia".

Un’ analisi sull’incidenza della malattia viene proposta da Maurizio Benato . "In Italia ci sono circa 3 milioni e mezzo di donne in età fertile e 1 donna su 8, e’ affetta da “endometriosi”, malattia cronica e complessa originata dalla presenza anomala del tessuto endometriale in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino – dice il presidente OMCeO di PadovaSi tratta di una malattia subdola che se non diagnostica tempestivamente provoca infiammazioni croniche, aderenze ed infertilità”.

"A causa delle scarse conoscenza su questo male (sia tra le donne stesse che tra i medici ) la diagnosi viene individuata spesso molto tardi, con conseguenze anche gravi. Secondo una indagine conoscitiva effettuata da una commissione del Senato risulta che il tempo medio per la diagnosi e’circa 10 anni , in quanto occorrono 4,7 anni prima che la paziente consulti il medico e 4,6 anni per l’identificazione e la conferma della diagnosi ( si consultano in media 5 medici prima della diagnosi) con costi sociali altissimi. La U.E. – aggiunge Benato ha stimato che l’onere annuale, nei paesi europei, dei congedi malattia dovuti a tale affezione in Europa è pari a 22,5 miliardi di euro".

Ma n questo scenario quale ruolo è riservato al medico di famiglia? "Il medico di famiglia – spiega il vicepresidente FNOM è il primo sanitario cui la donna spesso si rivolge per il dolore cronico e gli effetti collaterali associati che spesso impediscono una normale vita coniugale e sociale, con tanti risvolti nell’ambito familiare ed anche professionale. Egli ha il compito preciso di porre il sospetto diagnostico e inviare la paziente in strutture d’eccellenza dove e’ garantita la presenza di specialisti preparati perché la terapia medica e chirurgica richiede un approccio professionale di alto livello in grado di assicurare qualità della vita delle donne che ne sono affette e di evitare possibili problemi di infertilità"

Autore: Redazione FNOMCeO

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