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Bianco: standard omogenei di formazione per cure sempre più eque

Ed eccoci alla vigilia del Workshop internazionale “Per uno specialista europeo accreditato”, che sta richiamando a Udine gli Ordini e le Associazioni di tutta l’Europa.

Ma come il nostro Paese si sta adeguando alla realtà europea? E quali sono i principi ispiratori dell’incontro? L’Ufficio Stampa lo ha chiesto al presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco.

La Professione medica si fonda su valori comuni a tutta l’Europa. Recentemente, a Kos, il Ceom ha sottoscritto la “Carta europea dell’Etica medica”. In che senso possono tali principi farsi guida per l’individuazione di standard condivisi per la formazione specialistica?
La Carta di Kos si fonda su principi etici comuni, che ispirano tutti i Codici deontologici europei. Tra questi principi, fondamentali sono quelli dell’universalità e dell’uguaglianza: tutti i cittadini devono essere allo stesso modo tutelati nel loro diritto alla Salute, senza distinzione, ad esempio, di nazionalità o di condizione sociale. È per questo che è così importante garantire un’equità e un’alta qualità delle cure. Qualità che può essere mantenuta su standard uniformi ed elevati solo partendo dalla formazione, che deve rispettare parametri condivisi a livello europeo.

La libera circolazione dei professionisti, se attuata nella sua pienezza, risponderà anche alla possibile carenza di medici in alcuni paesi europei. Per quanto riguarda l’Italia, quali misure andrebbero prese, a livello nazionale, per prevenire questo scenario?
Sicuramente la normativa sulla libera circolazione dei professionisti non è stata pensata dalle autorità centrali per colmare un gap, “travasando” tout court professionisti da un Paese all’altro.
I fabbisogni formativi, anche nell’area specialistica, vanno valutati attentamente dalle autorità di ciascun Paese, senza aspettare che l’Europa sopperisca a eventuali carenze.
È quello che, in Italia, ogni anno viene fatto dal Ministero dell’Università, acquisito il parere del ministero della Salute.

In Italia, se un medico viene radiato, l’Ordine di appartenenza lo comunica “in diretta” a tutti gli altri Ordini d’Italia, in maniera che il professionista non possa più esercitare. Si può ipotizzare un meccanismo simile che coinvolga tutti gli Ordini europei?
Già allo stato attuale, se un professionista è radiato dall’Albo di un Ordine e vuole iscriversi in un altro paese, questo non è possibile, perché l’Ordine deve trasmettere al nuovo Paese tutta la relativa documentazione.
Il Libro verde della Commissione europea, volto a modernizzare la direttiva sulle qualifiche professionali, propone un sistema di allerta più generalizzato: ogni volta che il professionista perda il diritto di esercitare a causa di sanzioni, il paese di origine sarebbe tenuto ad allertare tutti gli stati membri tramite l’Imi, il sistema di Informazione dei Mercati Interni che permette alle autorità nazionali, regionali e locali di comunicare rapidamente e facilmente con le corrispondenti autorità di un altro Paese .

Autore: Redazione FNOMCeO

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