L’Ordine di Napoli compie 100 anni

Napoli compie cent’anni. Non si tratta del compleanno della città partenopea, ovviamente, fondata 900 anni prima di Cristo, bensì quello dell’Ordine dei Medici napoletano, nato nel 1912, due anni dopo la legge 455/1910, che siglava la nascita degli Ordini dei Medici sul territorio del Regno d’Italia. L’OMCeO di Napoli ha realizzato per l’occasione un grande evento celebrativo che si terrà al teatro San Carlo nella serata del 15 ottobre, un mix di commemorazione e grande spettacolo. Abbiamo chiesto a Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine partenopeo, di presentare ai lettori del portale FNOMCeO il sentimento e le attese con cui la città di Napoli e i suoi medici si stanno avvicinando alla grande serata.

Presidente Zuccarelli, l’Ordine di Napoli nei prossimi giorni festeggia il suo primo secolo di vita: con quale spirito e con quali auspici lei personalmente e tutto il mondo medico napoletano avete progettatto questo momento di festeggiamento?
Questa deve essere ed è la festa della medicina napoletana e della sua cultura che in questi 100 anni è stata capofila con intuizioni che precorrevano i tempi e davano una importante linea ad altri nel Paese. La storia dell’Ordine di Napoli è la storia della sua Scuola che continua nel tempo, è la festa dei 23.000 medici ed odontoiatri iscritti al nostro Ordine che devono essere orgogliosi di far parte di questa famiglia che ha annoverato personaggi illustri, ma che anche oggi si fa onore in tutto il mondo sia nel campo della ricerca che nell’ambito della clinica.

Quali sono stati i momenti chiave di questi cento anni di storia?
Ogni giorno della vita medica napoletana è stato ed è un momento chiave, questo per dare valore alla professione medica nella sua quotidianità sia ieri che oggi. Si potrebbero ricordare date e personaggi, ma si rischierebbe di far torto a molti; mi piace comunque rammentare tre momenti della storia italiana che hanno avuto una particolare caratterizzazione da parte di Napoli: parlo del 1943 quando vi sono state le 4 giornate ed i medici in quell’occasione sono stati prima cittadini di Italia e poi professionisti che prestavano la loro opera; inoltre mi piace rammentare il 1973 quando l’epidemia del colera colpì la nostra terra: sembrava anacronistico che in tempi ormai moderni si potesse correre un rischio del genere, ma proprio in quell’emergenza i medici sono stati in prima linea nel processo di vaccinazione, quindi di prevenzione e di cura degli ammalati che avevano soprattutto paura. E per finire, vorrei dare merito anche ai colleghi che hanno affrontato il 23 novembre del 1980, data del terremoto in Campania, in prima linea senza mai tirarsi indietro di fronte a tutti i problemi igienico-sanitari e non solo. Ecco ho voluto ricordare momenti di vita sociale – e sono solo alcuni – che hanno visto i medici primi attori.

Nella Napoli-medica ci sono santi e professori, umili medici condotti e grandi ricercatori e scienziati: quali sono le figure a cui lei è più personalmente legato e che crede siano state di stimolo per la comunità professionale e sociale napoletana?
Questa domanda mi mette in grande difficoltà perché tanti sono i colleghi da menzionare sia nel passato che nel presente…. Chiedendo scusa ai molti e scorrendo una galleria così affollata di persone che hanno scritto quella nostra bellissima storia che si presenta come un’eredità incommensurabile, è un’emozione ricordare che il Primo Presidente dell’Ordine è stato Antonio Cardarelli, clinico di fama internazionale al quale è stato intitolato il più grande Ospedale del Sud Italia; vorrei ricordare poi Vincenzo Monaldi, studioso della tisiologia e della tubercolosi che fondò in Italia, Inghilterra e Germania Accademie di Medicina diventandone un Caposcuola indiscusso; mi preme inoltre rammentare Domenico Cotugno, medico anatomista e chirurgo che nella nostra città raggiunse la massima notorietà per avere predisposto l’importante ricettario medico napoletano ed è un onore menzionare Giuseppe Moscati che ha avuto come stella polare l’etica della medicina nel suo rapporto con il paziente, medico beatificato nel 1975 da Papa Paolo VI e proclamato Santo nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II. Ma la storia continua…

Il contributo che la sua città ha dato alla Federazione nazionale è sempre stato importante, contribuendo anche con presidenti e segretari nazionali e dando vita a convegni e workshop di portata nazionale ed internazionale. Il ruolo dell’Ordine a Napoli come è percepito oggi dai suoi iscritti?
Lo sforzo che noi tutti dobbiamo fare è quello di avvicinare l’Ordine agli iscritti, di renderlo sempre più come la Casa comune, dove gli interessi particolari debbono lasciare il passo a quelli di tutti e dove il minimo comune denominatore deve essere la deontologia professionale. Diciamo che noi dobbiamo sapere parlare e gli iscritti – questa è la loro responsabilità – devono sapere ascoltare con maggior attenzione….

Lei è presidente da pochi mesi: ci vuole dire su quali direzioni specifiche sta puntando il suo lavoro e quello dell’attuale Comitato centrale?
La difesa della dignità e del decoro della professione medica ed odontoiatrica: questo è il filo di Arianna di questo mandato. L’Ordine è un Ente ausiliario dello Stato e quindi è un interlocutore delle Istituzioni e nella sua piena autonomia propone risoluzioni alle criticità che emergono: i giovani sono una priorità di questo Consiglio – purtroppo constatiamo che questa Regione sta cancellando il proprio futuro – i colleghi giovani vanno via per necessità e non per scelta, questo significa che non ritornano riportando il know-how acquisito. Per tale motivo abbiamo insediato lo “sportello-giovani” che, a seguito di un’analisi approfondita del mondo della formazione e dell’inserimento lavorativo, tenterà di orientare i colleghi sulle possibilità di inserimento. I

Anche il tema del “rischio clinico” vi vede particolarmente protagonisti…
Si, è un altro punto di grande sensibilità visti i tempi che stiamo attraversando: dobbiamo essere uno stimolo presso la Federazione ed il testo del Decreto Balduzzi può essere una prima risposta ed anche una linea comune sulla conciliazione, per scoprire se questo può essere un meccanismo per abbassare il livello di guardia. Per ciò che riguarda poi la sicurezza degli iscritti sul posto di lavoro, abbiamo avuto diversi incontri con le Autorità per sensibilizzarle sull’argomento e soprattutto per monitorare nel tempo le risposte agli interventi specifici : in particolare con la Prefettura abbiamo intrapreso un percorso in tal senso. Più in generale comunque i cardini principali della nostra azione sono la deontologia con un’attenta Commissione di Disciplina, e l’Aggiornamento ove abbiamo organizzato Corsi per il sapere e Corsi per il saper fare come ad esempio quelli BLS e BLSD. Comunque il nostro è un Ordine aperto ai colleghi che devono vederlo come punto di riferimento sempre nell’ottica di un luogo capace di essere garanzia della professionalità dei propri iscritti.

Ci può anticipare qualcosa di ciò che avverrà al Teatro San Carlo nella serata del 15 ottobre?
Sarà l’occasione per celebrare Napoli – la location del San Carlo non è stata scelta a caso – e la sua cultura medica in questi primi 100 anni di vita dell’Ordine. Presenteremo un libro che tratteggia alcuni passi di questo secolo e su questo vi sarà una lettura. La parte Istituzionale vedrà in primis la partecipazione del Presidente del Senato, ma ovviamente vi saranno tutte le Autorità della nostra Regione. Poi avremo una parte teatrale e musicale consona all’ambiente….. ma non dico altro, perché il sapore nella sorpresa bisogna lasciarlo. Vorrei però chiudere ringraziando i 23.000 colleghi della nostra Provincia che quotidianamente esercitano la Professione più bella che non ha eguali.

Autore: Redazione FNOMCeO

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