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AMSI: convegno sulle emergenze più frequenti sul luogo di lavoro

Le emergenze più frequenti sul luogo di lavoro: diagnosi e trattamento chirurgico e riabilitativo?. Questa la tematica del 1° convegno del 13° Corso di aggiornamento internazionale ed interdisciplinare dell’AMSI, tenutosi lo scorso 16 giugno, con il patrocinio della FNOMCeO e dell’OMCeO di Roma e numerosi enti ed istituzioni nazionali.

Ad aprire il congresso, presentando il tema della giornata ai partecipanti, è stato il Coordinatore della Commissione Rapporti Istituzionali dell’AMSI, dott. Mukeba Katamba Teofilo. Quello della medicina del lavoro è un argomento di primaria importanza, in un Paese in cui si nota una lieve diminuzione degli infortuni legati all’ambito lavorativo grazie alle normative di prevenzione applicate, ma all’interno del quale esiste un mondo di lavoro nero in cui anche le minime misure di prevenzione e sicurezza vengono meno.

Il prof. Francesco Tomei, direttore del dipartemento di Medicina del Lavoro del’Università La Sapienza, è intervenuto sottolineando come le malattie professionali siano fortemente sottostimate e caratterizzate da un decorso subdolo, che le porta a manifestarsi quando ormai il lavoratore non è più in servizio. Si tratta, quindi, di Malattie invisibili, per questo tutti i medici sono chiamati a chiedere ai loro pazienti notizie sulle cause lavorative che possono aver determinato la malattia, "per intensificarne la prevenzione". Il docente ha invitato, in particolare, i medici a chiedere al paziente qual è il tipo di lavoro, le sostanze ed i materiali con i quali entra in contatto durante l’orario lavorativo, poiché da tali ed altri fattori diventa più semplice o comunque immediato diagnosticare una patologia.

"La cultura del fatalismo colpevole che permea la società  non è solo inaccettabile, ma è errata in quanto nega ed impedisce che interventi di prevenzione possano ridurre gli infortuni. Tale dato è inaccettabile non solo per l’elevato numero di persone che muoiono sul posto di lavoro, ma perché moltissime di queste morti si possono evitare",? ha detto il prof. Tomei, che nel concludere il suo intervento ha evidenziato l’importanza dell’informazione e la corretta comunicazione nella prevenzione nella medicina del lavoro.

Il convegno ha anche registrato una poderosa parte scientifica, che ha visto la  partecipazione di più di 100 partecipanti (a fronte di circa 300 richieste di partecipazione) e numerosi  moderatori e relatori italiani e di origine straniera invitati dall’AMSI; organizzata come sempre in due sessioni, una prima relativa alle emergenze mediche ed al lavoro correlato; la seconda sessione ha messo in evidenza le urgenze chirurgiche ed il lavoro correlato.

Presenti alcuni membri del comitato direttivo dell’AMSI (dott. Abo Abbas Jamal, dott.Sabri Hassan, dott. Baleanu Michele, Dott. Teofilo Katamba , dott. Issa Khalil, numerosi membri comitato organizzativo ,comitato scientifico e commissioni AMSI che insieme ai relatori e moderatori intervenuti hanno evidenziato l’importanza di una cultura dell’informazione e della formazione in ambito lavorativo.

Dell’esperienza Inail presentata dal Prof Mariano Innocenzi, dirigente medico di 2° livello presso la direzione Generale Inail, si è dedotto che è diminuito il numero degli infortuni anche degli stranieri, ma rimane invariata, se non aumentata, la percentuale degli infortuni gravi e mortali. Il settore delle costruzioni da solo copre un quarto delle attività infortunistiche: dato facilmente spiegabile, visto che la manovalanza straniera (quella romena in particolare, o comunque dell’Est Europa) viene impiegata in tale settore, magari senza una conoscenza adeguata della lingua italiana e quindi con poca possibilità di comprensione dei reali rischi e delle misure di sicurezza del cantiere.

E’ evidente l’importanza della formazione del lavoratore immigrato sul mondo del lavoro e sulla prevenzione degli infortuni in ambiente lavorativo, poiché il numero degli infortunati immigrati rispecchia una carenza d’ informazione a riguardo, in parte dovuta alle difficoltà linguistiche, in parte alla scarsa attenzione ai reali pericoli che un certo tipo di lavoro possa produrre, se non si rispettano le norme, in parte al consumo di alcol o droghe "in occasione di lavoro". In questa direzione l’INAIL, l’AMSI e dipartimento di Medicina del Lavoro dell’Università La Sapienza di Roma continuano la loro battaglia contro l’infortunio sul lavoro.

Il Presidente AMSI Foad Aodi ha annunciato la collaborazione tra Inail, AMSI e Facoltà di Medicina del Lavoro della Sapienza sarà intensificata a favore dellla tutela dei lavoratori italiani e di origine straniera, che è sancita esplicitamente dal decreto legislativo 81/08 nell’art. 1. Sono i lavoratori stranieri che per la maggior parte vengono impiegati nel lavoro nero, in lavori non "sicuri" nei quali le misure preventive e di sicurezza vengono meno offrendo, in tal modo, piena possibilità di accadimento dell’infortunio.

E proprio un punto per combattere il lavoro nero è inserito nella proposta "Oltre l’integrazione" presentata dall’AMSI al governo che è stata già presa in considerazione dallo stesso governo Monti, per cui chi denuncia il datore di lavoro, in caso di lavoro nero, può ottenere il permesso di soggiorno. In tal modo si spera si possa contribuire attivamente alla diminuzione dei casi di infortunio sui luoghi di lavoro. In questo senso saranno organizzati prossimamente incontri, conferenze e convegno organizzati dall’Amsi, Inail e la Facoltà di medicina del lavoro della Sapienza come hanno concordato i loro rappresentanti intervenuti durante lo stesso convegno. Ad oggi sono più di 200 convegni organizzati dall’AMSI ed in collaborazione con altre associazioni, albi professionali, università , ospedali, strutture sanitarie accreditate, società scientifiche e comunità straniere.

Autore: Redazione FNOMCeO

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