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OMCeO Cosenza: Africa, alzati e cammina

Nove interventi per testimoniare le esperienze di medici calabresi che stanno realizzando Progetti di Medicina nei Paesi in via di sviluppo, in particolare in Africa, continente di cui si conoscono le condizioni di miseria, di carestia, di malattie e di atroci guerre. Nove testimonianze di volontari che dedicano, a titolo ovviamente gratuito, le proprie energie e la propria professionalità per portare aiuto a chi più ne ha bisogno, in particolare i bambini, la cui aspettativa di vita in Africa arriva appena a un terzo di quella europea.

Si apprende così da Carlo Costarella di Cetraro che si sta perseguendo l’obiettivo di realizzare un ospedale in Benin. Come anche Clemente Sicilia e Francesco Romano che si recano in Ghana e in altri Paesi dell’Africa a fare i ginecologi, mentre Leonardo D’Amico di Castrovillari fa parte di Emergency e si reca a fare il chirurgo di guerra in Afganistan. Francesco Callea, calabrese, dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e’ impegnato per realizzare un villaggio della speranza in Tanzania, dedicato in particolare a un nuovo modello di cura per i bambini HIV positivi. Sempre per la cura dei bambini si sta sviluppando un progetto in Malawi, ad opera di Giovanni Cassone e Orlando Filando, mentre Giovanni Perri conduce la sua opera in Congo. Un centro per la dialisi è stato realizzato in Eritrea con l’impegno di Roberto Pititto e Giovanni Amendola di Paola.

Tutti i comuni citati sono nella provincia di Cosenza. Maurizio Parise ha presentato il libro di Michelangelo Bartolo della Comunità di Sant’Egidio "La nostra Africa", mentre il senso del tutto lo ha sintetizzato Yosief Zeracristos, assistente generale dell’Ordine dei Vincenziani in Africa, con una sola frase che è più di uno slogan "Africa, alzati e cammina".

Eugenio Corcioni, Presidente OMCeO della provincia di Cosenza, ha fortemente voluto questa iniziativa di raccordo tra associazioni e singoli volontari che si occupano di Africa, "anche perché si tratta di capire se siamo più noi a dare all’Africa, o l’Africa a noi".

Corcioni racconta che è stata una piacevole scoperta aver individuato che esistono tanti medici calabresi impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo: "Porteremo avanti questa esperienza di comunicazione su questi temi – ha detto – perché siamo convinti che ci siano altre esperienze simili e che non sono conosciute. L’Ordine intende portarle in emersione perché tutti conoscano questo modo straordinario di essere medici"

Autore: Redazione FNOMCeO

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