“Il low cost non è sinonimo di bassa qualità. L’importante è che concorrenza si faccia senza che vengano meno gli standard di sicurezza”. Così il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, apre ad una sanità a prezzi “mini”, purché non siano compromesse qualità e sicurezza delle cure. E lo fa su “La Repubblica” di oggi che, a pagina 21 con strillo in prima, conduce un’inchiesta sulle nuove strutture, alcune legate alla cooperazione o al mondo del no profit, che permettono al cittadino di spendere “tra il 30 e il 50 per cento in meno rispetto agli standard” e si propongono come assistenza integrativa al Sistema sanitario nazionale.
Questo settore della sanità, che si affianca, soprattutto in regioni come l’Emilia o la Toscana, alle strutture pubbliche e private, è stato presentato da uno studio dell’Università Bocconi, riportato dal Censis.
“Dobbiamo stare attenti al rispetto delle regole, anche riguardanti gli ambienti e il trattamento del personale, quando troviamo dei prezzi che si discostano molto dai costi standard” ammonisce però Bianco, raggiunto dal collega giornalista Michele Bocci.
“Per quanto riguarda il no profit puro – conclude il presidente della FNOMCeO – lo considero un affiancamento del Sistema sanitario”.
Su Groupon interviene invece Luca Foresti, amministratore delegato del centro medico Sant’Agostino di Milano, struttura iscritta ad Assolowcost, l’associazione che riunisce le imprese che – da Decathlon a Ryanair – offrono servizi di qualità a prezzi inferiori alla media. Groupon, secondo Foresti, “non è low cost” ma “un modo per utilizzare strumenti di marketing”.
Autore: Redazione FNOMCeO