All’Università Cattolica nasce l’osservatorio “Medicina ed etica in rosa”

Un gruppo di donne appartenenti alle diverse professioni del mondo sanitario afferenti all’Università Cattolica del Sacro Cuore (e, dunque, ispirate da specifici principi etici e morali), si sono riunite ed hanno dibattuto nei giorni scorsi nel workshop Medicina ed etica in rosa sulle proprie esperienze di professioniste della sanità.

"La crisi che ci troviamo a fronteggiare non è solo economica, ma anche e soprattutto di valori, di quell’etica che ha perso il proprio rigore nell’epoca contemporanea", sono state le parole d’apertura della promotrice del seminario, Leda Galiuto, cardiologa e docente universitaria presso la Cattolica. L’intreccio tra professione e crisi globale contemporanea ha fatto da sfondo non solo al’intervento inaugurale, ma a tutto il workshop, con un chiaro riferimento a Benedetto XVI, che nella sua enciclica Caritas in Veritate ha affermato che “rispondere alle esigenze morali più profonde delle persone ha anche importanti ricadute sul piano economico.”

L’etica, dunque, come l’unica risposta possibile alla crisi. Un tema che si è riproposto anche dalla voce delle numerose professioniste che si sono alternate al microfono riportando esperienze di vita interiore e di vita professionale. Gigliola Sica – ordinaria di Istologia – ha parlato di insegnamento e formazione, ritenendo “determinante per lo svolgimento della professione di un medico la disciplina e una solida scala di valori”. Nonostante il 60% degli iscritti al primo anno di medicina all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sia costituito da ragazze, Alessandra Siciliani – specializzanda in Chirurgia toracica – ha voluto sottolineare che per le donne esiste ancora la “piramide:” infatti la specializzazione di chirurgia è composta per il 33% da donne, mentre in tutta la facoltà diventano ricercatrici il 33% delle studentesse e le docenti sono soltanto il 28%.

Anche le infermiere, intervenendo, hanno proposto pareri ed esperienze che rappresentano il volto tutoriale dell’assistenza, come nell’intervento di Lucia Dario, che ha tenuto a sottolineare come “le donne uniscano a capacità di adattamento e versatilità una componente etica del loro animo che trasferiscono agevolmente nel mondo del lavoro. Il tutto unito ad una indiscutibile predisposizione naturale a prendersi “cura” di altri esseri umani”. Anche la “dottoressa delle donne”, la ginecologa Paola Villa, ha riportato l’importanza del rapporto che si instaura tra donne nei momenti più importanti della loro esistenza e di quanto, a volte l’empatia generata nell’ambulatorio sia più utile della terapia stessa.

Nel complesso tutte le intervenute hanno riportato il proprio bagaglio di esperienze, di entusiasmo, di esempio, pur sottolineando gli ostacoli che hanno incontrato e che incontrano nel loro quotidiano per conciliare una professione a grande impronta maschile con il proprio essere donne. Il seminario, al quale sono fortunatamente intervenuti anche molti medici e docenti di sesso maschile, ha gettato le basi e gli obiettivi fondamentali dell’Osservatorio: favorire le donne nel tentativo di riappropriarsi dei valori che le costituiscono e sui quali hanno fondato la loro esistenza e professione; valorizzare l’essere donna in un ambiente che sembrerebbe favorire gli uomini; riscoprire gli aspetti dell’umanità femminile che rende le donne naturalmente capaci di “curare”; creare una rete di relazioni al femminile volte ad ottimizzare un sano scambio di energie e di valori.

L’ideatrice dell’iniziativa, Leda Galiuto, ha stimolato il dibattito intorno a temi di etica in medicina al femminile, ma anche alla scommessa dell’osservatorio, che nasce per raccogliere testimonianze e progetti per facilitare la professione in ambito medico delle donne, mirando alla creazione di strutture e strumenti a supporto della famiglia, nuovi modelli di gestione basati sul merito, cambiamento culturale profondo di mentalità e comportamento. Volano dell’iniziativa è stato poi il supporto dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, nella persona della sua vicepresidente provinciale, Diana Barbara Piazzini e della sua collega Alessia Rabini, entrambe fisiatre e docenti della Cattolica del Sacro Cuore. Il tutto a dimostrazione che le tematiche della professione al femminile sono ormai diffuse e condivise ben oltre le aree di influenza culturale prettamente laica. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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