Sarà dedicata al vegetarianismo la seconda edizione di AmbientaMente, il meeting internazionale di Bioetica ambientale che, promosso dall’Istituto Italiano di Bioetica e patrocinato dall’Unesco, dalla Uems (l’Unione europea dei medici specialisti) e dalla FNOMCeO, è ormai diventato un appuntamento fisso per Isernia.
AmbientaMente 2 si svolgerà dunque il 28 e 29 giugno, presso la biblioteca “Michele Romano” del capoluogo molisano. All’evento parteciperanno anche il presidente della Uems Romuald Krajewski, il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, e il tesoriere Raffaele Iandolo, che terrà una Lectio magistralis sugli effetti del vegetarianismo sull’apparato odontostomatologico.
“Proprio ieri l’editoriale di Jama (il Journal of the American Medical Association) si poneva questa domanda: dovremmo diventare tutti vegetariani?” spiega il presidente Cao di Isernia, Giorgio Berchicci, organizzatore e responsabile della Segreteria Scientifica del Convegno.
“Un ampio studio condotto su settantamila persone e pubblicato dalla rivista scientifica suggerisce sicuramente una risposta affermativa: i vegetariani, infatti, hanno un rischio di ammalarsi e morire nel prossimo anno di vita ridotto del 12 % rispetto a chi mangia carne – conclude Berchicci, che proprio alla prevenzione sociale delle malattie con l’alimentazione dedicherà il suo intervento –. Riduzione che sale al 19% per chi adotta una dieta a base di frutta, verdura e pesce”.
Sono soprattutto le malattie cardiovascolari ad essere evitate con una dieta di questo tipo, seguite dal diabete e – novità mai emersa nei precedenti studi – dall’insufficienza renale.
Ma saranno molti altri gli aspetti bioetici dell’alimentazione vegetariana che verranno analizzati nella due giorni: dagli effetti climatici della minor produzione e consumo di proteine animali, alla bioetica ambientale in generale, sino a contemperare il diritto alla libertà di scienza alimentare con il dovere sociale della prevenzione.
E, alla fine lavori, i partecipanti si ritroveranno tutti a tavola: il menù, triestino il 28 e armeno il 29, non poteva che essere, ovviamente, vegetariano.
Autore: Redazione FNOMCeO