Amedeo Bianco: la FNOMCeO e le donne medico

Il numero delle donne iscritte negli Ordini provinciali continua ad aumentare. La Sardegna ha nella provincia di Nuoro superato il 52,3% di donne iscritte, unico esempio oltre il 50% in Italia. Mentre a Siracusa troviamo la percentuale più bassa (28,5).

Sono 24 gli Ordini che vedono la presenza femminile fra il 40 e il 47% e sono solo 17 gli Ordini nei quali le donne sono meno di un terzo degli iscritti. In ben 64 Ordini la presenza femminile oscilla fra il 34 il 39 % del totale.Tuttavia sono molti gli Ordini che hanno al loro interno, fra consiglieri e revisori, una presenza femminile uguale o inferiore al 10%. E pochi gli Ordini che hanno un numero di consigliere donne o revisori proporzionale alle iscritte.

Abbiamo chiesto al presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, attraverso quali iniziative la Federazione stia cercando di colmare questo gap.

Presidente Bianco, il Comitato Centrale ha deliberato, vista l’intensa attività svolta in questi anni dall’osservatorio Nazionale della Professione Medica e Odontoiatrica al femminile, di inserire colleghe in alcuni gruppi della Federazione per consentire il massimo sviluppo delle potenzialità innovative insite nella progressiva prevalenza di professioniste. Questo in deroga a precedenti atti regolamentari relativi alla costituzione dei gruppi di lavoro. Quale il senso di tale iniziativa?
Il nostro regolamento è una costruzione giuridica non modificata in quanto legificato. Nei limiti del consentito, abbiamo ritenuto necessario cominciare a colmare un oggettivo gap creato storicamente fra composizione e rappresentanza immettendo nei gruppi di lavoro della Federazione presenze femminili sia dell’osservatorio sia di altre realtà ordinistiche.
Abbiamo voluto potenziare i gruppi della Federazione che in questo momento sono il cuore battente, i terreni più attivi e fertili (Consulta Deontologica Nazionale, Gruppo di lavoro sulla formazione pre e post laurea, Centro studi nazionale della FNOMCeO, Gruppo di lavoro sulla comunicazione). Questo apporto di genere nelle attività centrali è una valorizzazione esplicita delle donne, un allargare la partecipazione nella vita della nostra istituzione.

Un "piccolo passo" che ha, però, forte valenza simbolica. La Commissione per le Pari Opportunità della Federazione aveva chiesto già a partire dal 2000 che le competenze e le esperienze delle donne medico avessero voce, con una presenza trasversale, in alcune commissioni della Federazione. Quali sono stati oggi i criteri di scelta di queste donne medico?
Ovviamente, per uomini e donne, il criterio di scelta, è sempre quello della competenza e delle capacità dimostrate considerando anche l’equilibrio territoriale. Abbiamo voluto mettere in campo responsabilità e iniziativa ma non vediamo questo come una rivoluzione.

Altro tassello: avete previsto che, a rotazione, le donne che rivestono ruoli nei direttivi degli Ordini Provinciali possano partecipare come auditrici ai lavori del Consiglio Nazionale. Con quale fine?
Ho avuto modo di sperimentare che le donne, forse perché nuove a queste esperienze, con la loro presenza apportano entusiasmo e contributi concreti. Per la grande attenzione posta verso la presenza femminile sempre più rilevante nella professione vorrei che le colleghe che ci hanno seguito da vicino fossero capaci di comunicare ai loro ordini il lavoro svolto in questi anni.

Tenendo conto dell’autonomia dei singoli Ordini ritiene che questo inserimento – piccolo gesto di grande impatto – potrà contribuire a ridurre il gap di rappresentanza tra i generi, esistente attualmente, in alcuni Consigli Provinciali?
La partecipazione civile che sperimentiamo, negli Ordini e nelle Federazione, è una sorta di volontariato creativo capace di incidere sul presente e sul futuro, individuale e sociale.
Ci sono poche donne, da sempre, che chiedono inserimento. Queste poche vanno ascoltate e auspico che si attivano per diventare una massa critica capace di essere eletta. Non dimentichiamo che le elezioni degli Ordini sono una forma elettorale vera in cui è necessario partecipare attivamente. Per essere eletti è necessario proporsi, candidarsi, avere consensi. Vi sono in Italia leggi che favoriscono la partecipazione e, a livello degli Ordini, non vi sono impedimenti tra donne e uomini alle cariche elettive.

Autore: Redazione FNOMCeO

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