Anche il TAR blocca le attività in Italia dell’ateneo Pessoa

“E’ una splendida vittoria di tutto il comparto odontoiatrico unito e coeso a tutela dei diritti degli studenti e della salute dei cittadini. Niente scorciatoie e, tantomeno, figli e figliastri nei processi formativi: il diritto allo studio nel rispetto di regole che devono valere per tutti”. Con queste parole il presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, Giuseppe Renzo, ha commentato a caldo la notizia che la terza sezione del Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall’università portoghese Fernando Pessoa in merito alla sua possibilità \di svolgere corsi universitari in odontoiatria sul territorio italiano.

L’Ordinanza del Tar risponde al ricorso della Ferdinando Pessoa (un ateneo di Lisbona) contro Miur, Ministero degli Affari Esteri e FNOM e si riferisce in particolare al decreto del 16 febbraio 2002 con cui il Miur aveva revocato all’ateneo portoghese l’autorizzazione ad aprire una filiazione in Italia. Il ricorso, a cui si era opposto anche il sindacato Andi, è stato respinto perché “più che una filiazione” quella della Pessoa pare un “vero e proprio trasferimento di interi corsi di laurea in Italia” non rispondente alle direttive europee ed italiane in merito alla formazione universitaria.

Il caso era stato ampiamente seguito dalla CAO e dal portale FNOM nello scorso mese di febbraio (si veda qui), quando il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca aveva espresso il suo decreto (nel quale si leggeva: “Ritenuto che autorizzare la frequenza in Italia dei suindicati corsi, confrontabili con i percorsi formativi attivati nelle Universita’ italiane, ma sottoposti alla legislazione di un altro Stato membro, genera una disparita’ di trattamento tra studenti che seguono in Italia due corsi sostanzialmente identici ma assoggettati rispettivamente uno alla normativa portoghese e l’altro alla normativa italiana, e determina una grave alterazione del mercato dei servizi professionali caratterizzato da rilevanti investimenti pubblici sia materiali che immateriali…” e gli “Stati Generali dell’Odontoiatria” avevano applaudito la ferma posizione.

Autore: Redazione FNOMCeO

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