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Anelli (FNOMCeO): “Bene Ministro Speranza su criteri di ripartizione del Fondo, mobilità sanitaria, piani di rientro. Sulla formazione, occorre riforma per azzerare l’imbuto tra Laurea e Specializzazione”

Torna di fronte alle Commissioni Sanità di Senato e Camera il Ministro Speranza, per rispondere alle domande dopo la sua audizione sul programma del 24 ottobre scorso. E, ancora una volta, il Comitato Centrale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), riunito nelle stesse ore a Roma, gli fa arrivare il suo apprezzamento e supporto.

“Anche a seguito del nuovo e chiarificatore intervento di ieri del Ministro Speranza, non possiamo non ribadire la piena condivisione sulle linee programmatiche del Ministero della Salute, così come presentate davanti alle Commissioni congiunte Igiene e Sanità e Affari Sociali” commenta infatti, a nome del Comitato Centrale, il Presidente Filippo Anelli -. E non potrebbe essere diversamente, dato che le macroaree toccate da Speranza nelle sue relazioni sono le stesse che la FNOMCeO indica da tempo quali direttrici d’azione per un necessario e improrogabile rilancio del nostro Servizio Sanitario nazionale. Prime tra tutte, la lotta alle disuguaglianze di salute, la riforma della Formazione, il contrasto alla violenza contro gli operatori sanitari”.

“In quest’ultima parte dell’audizione, il Ministro è entrato nello specifico, indicando gli interventi concreti da mettere in atto – spiega -. Ed è la prima volta che un Ministro conviene finalmente sull’idea che l’attuale meccanismo di ripartizione delle risorse del Fondo sanitario nazionale non è equo. La  revisione del sistema di allocazione delle risorse, fondata su indicatori che colleghino i criteri di ripartizione ai reali bisogni di salute delle popolazioni, è un passaggio fondamentale per rimuovere quello che è forse oggi il principale generatore di disuguaglianze”.

“Condividiamo pienamente anche il progetto di rivedere il meccanismo della mobilità sanitaria, che, in assenza di un’omogenea offerta di prestazioni, rappresenta il secondo fattore che produce disuguaglianze – continua il Presidente FNOMCeO -. Apprezziamo poi l’attenzione particolare per le situazioni della Calabria e di Taranto, con interventi tesi a rafforzare da una parte la governance e dall’altra l’offerta sanitaria. Opportuna ci sembra anche l’ipotesi di rivisitare l’attuale sistema dei piani di rientro, superando la logica di un recupero meramente economico della spesa e puntando invece ad assicurare, attraverso meccanismi di solidarietà tra le Regioni, un livello assistenziale adeguato ed omogeneo”.

“Sulla formazione, bene l’aumento delle borse e la volontà di superare l’imbuto formativo – conclude -. Imbuto che però non si potrà mai colmare in assenza di una riforma che colleghi, per legge, il numero degli accessi a quello dei posti nelle Scuole di specializzazione. È di pochi giorni fa la notizia dell’ennesima riammissione a Medicina, per mano del Consiglio di Stato, degli esclusi ai test. Se non si interviene ora, questo superamento di fatto e senza correttivi del numero chiuso avrà l’effetto di incrementare ulteriormente l’imbuto formativo. Correlare il numero degli accessi a Medicina al numero degli specialsti da formare, facendo diventare la formazione un unicum dall’accesso alla specializzazione, avrebbe il duplice effetto virtuoso di dare certezze ai giovani e di rendere le procedure più difficilmente attaccabili sul piano legale, perché sarebbe anche lo Stato a dover pagare per le borse dei riammessi. È necessario infine modificare le stesse procedure di accesso, sostituendo i test con un percorso di orientamento alla facoltà e alla Professione da svolgersi negli ultimi due anni delle superiori”.  

Ufficio Stampa e Informazione FNOMCeO
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21/11/2019

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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