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Anelli (Fnomceo): “Scelta di Speranza di vaccinarsi da medico di famiglia segnale positivo: dopo emergenza, organizzare la normalità”

La scelta del Ministro della Salute Roberto Speranza di vaccinarsi contro il Covid nello studio del suo medico di famiglia è un bel segnale. E lo è sotto diversi aspetti: è un riconoscimento del valore che la rete dei 40mila medici di medicina generale ha per il Servizio Sanitario nazionale e per tutti i cittadini. E, soprattutto, è un indicatore evidente del fatto che, nella gestione della pandemia, stiamo passando dalla fase emergenziale alla normalità”.

Così il Presidente della Fnomceo, l’Ordine nazionale dei Medici, commenta le dichiarazioni rilasciate ieri dal Ministro a Che Tempo che Fa e rilanciate oggi con un post sulla sua pagina Facebook.

Una normalità – continua Anelli – che consisterà in una convivenza con il virus. E se condizioni straordinarie richiedevano interventi straordinari, ora è il momento di pianificare una gestione ordinaria della pandemia. È il momento di programmare la chiusura degli hub, affidando la campagna vaccinale, e la somministrazione del terzo richiamo, alla rete dei medici di medicina generale, opportunamente potenziata. È il momento, come ha detto il Ministro, che le palestre, i centri congressi, le stazioni, tornino alle funzioni per cui sono stati progettati. E, aggiungo, che il personale specialistico e infermieristico operante nei centri sia liberato e messo nelle condizioni di occuparsi anche delle altre malattie. Delle patologie cardiovascolari, oncologiche, degenerative; di quella “pandemia silenziosa” che, accanto alle vittime del Covid, ha purtroppo fatto annoverare quelle delle patologie trascurate, diagnosticate o curate in ritardo. Per la paura dei pazienti di infettarsi durante visite ed esami, o perché tutto il personale era dirottato, appunto, nella cura e gestione del Covid”.

“È ora di cambiare i nostri schemi mentali – continua il Presidente Fnomceo -. Possiamo abbandonare le strategie di gestione dell’emergenza e organizzare la normalità. Riportare le vaccinazioni sul territorio, negli studi medici, o anche a domicilio, ridandole in mano ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai medici di continuità assistenziale, dell’emergenza territoriale, della medicina dei servizi, affiancati da un infermiere, un assistente sanitario o di studio, un collaboratore amministrativo. Il modello deve essere quello, che ha retto alla prova del tempo, della vaccinazione stagionale contro l’influenza. Unito però a quello dei microteam, per una più efficace ed efficiente organizzazione”.

Per portare a sistema la campagna vaccinale, per organizzare la normalità, per “delocalizzare la vaccinazione”, occorre infatti rafforzare la medicina del territorio, per metterla in grado di reggere l’aumento dei carichi di lavoro, e contrattualizzare un accordo – conclude Anelli -. Parte delle risorse che si libereranno con la chiusura degli hub potrebbero essere dirottate su questo versante, in modo da poter affiancare l’attività vaccinale su tutta la popolazione alla normale assistenza, valorizzando quei plus in termini di prossimità e di fiducia che sono propri della medicina generale e che veramente possono fare la differenza per coinvolgere attivamente i cittadini. Il segnale del Ministro, unito alla scelta di investire una buona parte delle risorse del PNRR sulla Medicina territoriale, apre la strada a una vera riforma, riforma nella quale Roberto Speranza dimostra di credere sino in fondo”

Ufficio Stampa Fnomceo
informazione@fnomceo.it
31/05/2021

Autore: Ufficio Stampa FNOMCeO

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