Quote di genere, si può. 14 donne su 36 nel Comitato Direttivo Centrale, 5 su 9 nella Giunta Esecutiva: una svolta, quella ai vertici dell’Associazione Nazionale Magistrati, realizzata all’insegna di una riforma statutaria che prende in considerazione proprio le quote di genere come "pietra miliare". Non più "quote rosa", dunque, ma un "diverso approccio culturale", come ci spiega Anna Canepa, Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione nazionale antimafia e vicepresidente (dal 24 marzo 2012) dell’ANM. Con lei cerchiamo di capire come la riforma attuata dall’Associazione che riunisce i magistrati italiani potrebbe fare da "apripista" anche per altre realtà professionali in cui la componente femminile risulta sottorappresentata.
Nelle recenti elezioni per il rinnovo del Comitato Direttivo Centrale dell’ANM, si è superato lo squilibrio fra la crescita numerica della componente femminile e la sua sottorappresentazione ai vertici dell’Associazione: per la prima volta, dunque, sono presenti molte donne sia nel vostro Direttivo che nella Giunta Esecutiva. Come si è arrivati a questo "equilibrio di genere"?
Provvedendo ad una modifica statutaria nel nostro regolamento ed introducendo quote di risultato.
Nel 2006 era già stata introdotta una modifica statutaria che prevedeva il 40% di candidature per il genere meno rappresentato. Questa modifica in realtà aveva sortito effetti minimi per cui si è ritenuto di intervenire nuovamente sullo statuto che da novembre dell’anno scorso prevede il 50% delle candidature nelle liste ed il 30% degli eletti in ciascuna lista. Questo significa che necessariamente opereranno arrotondamenti per garantire almeno il 30% sul totale degli eletti, per il genere meno rappresentato (per questo si parla di quote di genere e non di quote rosa, non è una questione di snobismo terminologico, ma proprio di diverso approccio culturale: ci interessa che siano rappresentati entrambi i generi, e questo ci interesserebbe anche se quelli meno rappresentati fossero gli uomini).
In passato ha detto: “Il cammino verso una piena rappresentanza femminile è un problema di valenza politica, che si riflette sulla democrazia complessiva del sistema. Per fare, bisogna esserci; per cambiare lo stato delle cose bisogna essere in molte, solo così si potrà modificare dal di dentro, non solo un modo di fare politica ma di pensare”. Quali progetti ha ora? Che significato avrà l’essere donna nel suo mandato?
Essere portatrice di un particolare modo di vivere l’associazionismo come la professione, cercando non omologazione al modello maschile, ma vivendo la diversità come ricchezza e come valore.
L’ANM è un’associazione di categoria alla quale quasi tutti i magistrati aderiscono con iscrizione facoltativa:
ha uno statuto e un codice di autoregolamentazione; ha assunto consistenza giuridica per decreti legislativi del 1993 che ha conferito alle associazioni di categoria dei magistrati il compito di elaborare ed approvare il “codice etico “. Alla luce di ciò, quali sono le principali differenze tra l’ANM e gli ordini professionali sanitari (medici, veterinari, farmacisti) che sono enti ausiliari dello Stato?
L’ANM è qualcosa di più e di diverso proprio per il ruolo costituzionale che ha la magistratura. Non a caso compito primario dell’Associazione è e resta, come da Statuto, "propugnare l’attuazione di un ordinamento giudiziario che realizzi l’organizzazione autonoma della Magistratura in conformità delle esigenze dello Stato di diritto in un regime democratico" e "dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali. Scopo dell’ANM, al di là del suo ruolo sindacale, è quello di promuovere una cultura della giurisdizione che dia applicazione ai principi del rinnovato Codice Etico perché non restino mera affermazione astratta.
A suo avviso, è possibile traslare in altre realtà il regolamento che ha permesso l’elezione di una consistente quota femminile negli organi di governo dell’ANM?
Tutto è possibile …basta volerlo! E la strada può essere agevolata anche dall’approvazione delle norme sul riequilibrio delle rappresentanze di genere negli Enti locali e nei Consigli regionali.
Avete una certa attenzione per i giovani magistrati e le donne magistrato, ma non dimenticate i magistrati a riposo, per i quali è prevista una sezione autonoma. Quali attività prevedete nell’ANM per i magistrati a riposo?
Esiste l’associazione dei magistrati a riposo con diritto di partecipare ai nostri Comitati Direttivi ed interloquire con noi. L’ANM è davvero la casa di tutti i magistrati e …magistrati si rimane per sempre così come medici si rimane per sempre.
Autore: Redazione FNOMCeO