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Antibioticoterapia: futuro incerto e a tinte fosche

Il 13 novembre scorso ha avuto inizio la “Settimana mondiale sulla consapevolezza nell’uso degli antibiotici” (“World Antibiotic Awareness Week”), un’iniziativa di sensibilizzazione sanitaria promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’uso appropriato di tali farmaci, che è la prima arma da usare nella lotta all’antibiotico-resistenza.

Non a caso questa campagna, oltre che dall’OMS, è stata sostenuta dalla Fao (l’agenzia delle nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura) e dalla Oie (Organizzazione mondiale per la salute degli animali), che hanno dato avvio, in collaborazione tra loro, ad un programma sanitario per la riduzione dell’uso degli antibiotici anche nell’allevamento degli animali destinati alla macellazione per consumo alimentare. La sensibilizzazione alla resistenza antibiotica avviene infatti anche attraverso la catena alimentare umana e gli animali che di questa catena rappresentano una parte fondamentale stanno mostrando una crescente resistenza a questa categoria farmaco-terapica. Ci sono prove scientifiche certe che un uso incongruo di antibiotici, aumenti il rischio di selezionare germi patogeni sempre più difficili da debellare, sia nell’animale che nell’uomo. L’infografica che segue mostra come si diffonde l’antibiotico resistenza negli allevamenti, nella comunità, nelle strutture sanitarie e attraverso i viaggi.

Come ha dichiarato alla testata “Quotidiano Prevenzione”, Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Oms, che sta gestendo il “Piano globale resistenza antimicrobica”: “La resistenza agli antibiotici è una crisi globale che non possiamo ignorare. Se non affrontiamo questa minaccia con un’azione forte e coordinata, ritorneranno i tempi in cui si temevano infezioni comuni e si rischiava la vita per piccoli interventi”. Attualmente è una delle prime minacce alla salute a livello mondiale, che riguarda tutte le età, tutti i redditi e tutti i Paesi”.

Mentre era in corso la “Settimana europea per l’uso consapevole degli antibiotici”, il 18 novembre, sempre sullo stesso tema, si è tenuto un altro importante appuntamento istituzionale per diffondere la conoscenza e diffondere la cultura della prevenzione: la decima edizione della “Giornata europea degli antibiotici”, organizzata dall’ECDC: European Centre for Disease Prevention and Control.

Come ha comunicato la nostra AIFA che ha aderito in Italia a questa iniziativa di sensibilizzazione capillare: “Un uso responsabile e appropriato degli antibiotici è fondamentale per contrastare il trend crescente della resistenza batterica agli antibiotici che ne mette seriamente a rischio l’efficacia anche contro infezioni comuni come la polmonite, la tubercolosi, la sepsi o la gonorrea”.

Questo è l’allarme lanciato dalle principali Autorità sanitarie di caratura internazionale e dai Governi del Mondo intero. L’Europa, sin dall’inizio della rilevazione di questa emergenza planetaria, ha cercato di dare il suo contributo di conoscenza e di operatività per favorire il contrasto di pratiche medico-sanitarie incongrue. Purtroppo l’Italia, nel nostro panorama continentale – informa l’AIFA- “è tra i Paesi in cui si fa un uso maggiore, molto spesso inappropriato, di questi medicinali e in cui i tassi di resistenza sono tra i più elevati e preoccupanti in Europa.

Nel nostro Paese –continua la nostra Agenzia del Farmaco- è stato appena approvato un “Piano Nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza 2017-2020” (vedi), predisposto da un Gruppo di Lavoro cui hanno preso parte il Ministero della Salute, l’AIFA, l’Istituto Superiore di Sanità, rappresentanti delle Regioni e alcune Società scientifiche. Il Piano adotta una strategia d’azione inter-settoriale, coerente con le indicazioni fornite dall’OMS, in quanto il problema non è limitato esclusivamente all’ambito umano, ma riguarda anche quello veterinario, la produzione degli alimenti e l’ambiente. Il Piano prevede obiettivi e azioni precisi e un processo di monitoraggio e valutazione basato su indicatori quantitativi misurabili”.

La lotta all’antibiotico-resistenza, tuttavia, non può essere compito esclusivo di istituzioni sanitarie anche molto prestigiose perché tale lotta è un fattore medico-sanitario che dipende anche dal comportamento responsabile di ciascun individuo. In altre parole questo concetto significa che occorre mettere in campo seri e continuativi progetti d’informazione e di formazione con il supporto indispensabile, ovviamente, dalla scuola. Se è assolutamente degno di nota l’impegno di AIFA che da anni promuove l’uso appropriato degli antibiotici attraverso iniziative di comunicazione e informazione che si avvalgono anche dei “social media”, è evidente che riveste un ruolo strategico (ed è destinato a diventarlo sempre più) l’informazione. Non curare un raffreddore o un’influenza con gli antibiotici, rispettare la posologia e la durata delle antibioticoterapie, ridurre la percentuale delle infezioni ospedaliere… significa creare, diffondere e rendere patrimonio comune e condiviso una cultura nuova che ci aiuti ad allontanare lo spettro (alle porte) della possibilità di morire come nel passato per una polmonite.

Nella “Settimana” e nella “Giornata” appena concluse i media hanno dato rilievo a queste iniziative e alle problematiche che intendevano proporre all’attenzione del pubblico. Tra i vari contributi comparsi in Rete abbiamo scelto questi due, come esempio di completezza dell’informazione (vedi) e come tentativo efficace di fare formazione informando (vedi).


www.torinomedica.com

Autore: Redazione FNOMCeO

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