La violenza sulla donna non è “solo” una notizia in cronaca. E neppure un argomento sociologico e criminologico. Ad Arezzo sul tema "Violenza di genere, abusi, maltrattamenti" con il sottotitolo “Conoscere, diagnosticare, prevenire, informare”, è stato organizzato un corso di aggiornamento obbligatorio per Medici di Medicina Generale, accreditato per Medici Specialisti Ospedalieri e Medici iscritti all’Ordine dei Medici di Arezzo (sabato 14 Maggio 2011 – Hotel Minerva, via Fiorentina n. 4) promosso dalla Commissione Pari Opportunità del locale OMCeO.
Alla dottoressa Silvana Saullo, consigliera e coordinatrice della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine, abbiamo chiesto di darci un quadro degli scopi e dei contenuti dell’evento di Arezzo.
Dottoressa Saullo, ci vuole illustrare gli obiettivi e le motivazioni di questo corso?
Abbiamo voluto come Ordine questo momento di approfondimento per fornire strumenti per un riconoscimento precoce e una adeguata accoglienza e presa in carico, a tutti quegli operatori sanitari che, nella loro attività professionale, incontrano vittime di violenza , maltrattamenti e abusi. Le donne subiscono svariati tipi di violenza, spesso con episodi ricorrenti e moltissime tacciono sulla violenza subita. Il fenomeno violenza e’ in continua crescita e come dice l’O M S la violenza ha gravi conseguenze sulla salute mentale, fisica e sessuale..
Vi sono dati particolari nella provincia di Arezzo?
Come ovunque nella maggioranza dei casi le violenze non vengono denunciate. Difficile avere dati di certezza in queste situazioni ma si ipotizza un sommerso che arriva al 90 % soprattutto nelle violenze domestiche, dove la donna è come paralizzata dalla paura e dalle possibili conseguenze. Maturare la decisione di difendersi e denunciare richiede molto tempo.
Per aiutare a incrinare il silenzio che avvolge la violenza abbiamo creato un sistema integrato di gestione e di cure. Oltre le donne sono coinvolte anche le generazioni più giovani e indifese in una pericolosa spirale che può’ generare altre violenze e abusi.
Quanto sono importanti i medici di medicina generale?
E’ emersa una forte difficoltà’ delle vittime a relazionarsi, con fiducia, verso gli operatori sanitari. Le donne che afferiscono al Pronto Soccorso, raramente esplicitano la loro condizione di disagio sia per una scarsa aspettativa sulla capacita’ di risposta delle strutture di emergenza, sia per la più volte sperimentata difficoltà’ dei servizi territoriali a decodificare la richiesta di aiuto. Si rivolgono al proprio medico di base quasi 3 donne su 4.
Tuttavia la presa in carico prevede una integrazione tra medici, infermieri, psicologi, ostetriche, assistenti sociali, istituzioni e associazioni. Nel convegno presenteremo il percorso organizzativo della ASl 8 necessario per la creazione di una rete che sappia rispettare decisioni e tempi di ogni donna offrendo aiuto e sostegno.
Da dove partirete per creare una rete efficiente?
Cominciamo con il discutere su quello che ognuno di noi può fare nei propri ambiti (MMG, ASL, territorio, consultorio. associazioni, istituzioni). Dovremo non fermarci al solo saper ascoltare e compatire. Per offrire una buona accoglienza è necessario avere chiara le possibilità di creare, con tempestività, agio e soluzioni per quelle donne che arrivano nei nostri ambulatori.
Autore: Redazione FNOMCeO