In questi primi mesi del 2010, la notizia più importante per l’ONAOSI è venuta dal Ministro Tremonti, che ha sottoscritto, in data 9 febbraio, il nuovo Statuto dell’Ente: presidente Paci, come valuta questo traguardo? In quale clima politico e istituzionale è stato raggiunto?
Il Consiglio di Amministrazione deliberò, all’unanimità, la riforma dello Statuto nel gennaio 2008, dando puntuale attuazione a quanto previsto dall’art. 29 del D.L. 159/2007, ma, soprattutto, indirizzi politici che, già in precedenza, erano stati assunti dall’ONAOSI. Sono trascorsi oltre due anni da allora e, finalmente, i Ministeri del Lavoro e dell’Economia, che, per legge, hanno il compito di approvare espressamente lo Statuto i regolamenti e tutte le deliberazioni in materia di contribuzione e prestazioni, hanno dato il loro definitivo benestare. E’ un traguardo che ci rende orgogliosi.
E’ vero che, nel corso dell’iter, ci sono state, più che altro, incomprensioni negli ambiti ordinistici e sindacali, ma, alla fine, sulla riforma si è registrato il consenso e la condivisione unanime delle rappresentanze della dirigenza sanitaria. Credo di poter dire, con soddisfazione, che tutto ciò testimonia la bontà e la rispondenza del lavoro che abbiamo svolto rispetto alle aspettative del mondo sanitario.
Ci può indicare le linee essenziali del nuovo Statuto? Quali differenze sostanziali con il precedente?
La riforma si muove, essenzialmente, su due binari: l’ampliamento delle prestazioni assistenziali e un nuovo assetto degli Organi di gestione.
Secondo le modalità e i criteri che saranno stabiliti con un regolamento che è già in cantiere, una volta assicurate le prestazioni ed i servizi alle attuali categorie di assistiti, l’ONAOSI potrà erogarne anche a contribuenti che si trovino in situazioni di vulnerabilità. Da una stima pubblicata alcuni mesi fa da Il Sole 24 Ore, potrebbero essere oltre 40mila i sanitari che si troverebbero in quella che è stata definita “dipendenza patologica professionale”. L’incremento del ventaglio delle prestazioni richiederà, in ogni caso, il reperimento di risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle già impegnate per gli scopi istituzionali di assistenza agli orfani che, a mio avviso, devono rimanere prioritari.
Riguardo il nuovo assetto gestionale ed istituzionale viene poi introdotto un nuovo organismo, il Comitato di Indirizzo, i cui componenti, per la prima volta nella storia ultrasecolare dell’Opera, saranno eletti in larga maggioranza direttamente dai sanitari contribuenti. Un altro punto qualificante della riforma è la riduzione dei costi di gestione, in quanto è previsto che i membri del Comitato di Indirizzo, che sostituisce, l’attuale Consiglio d’Amministrazione non percepiranno indennità. Se lo Statuto – non voglio responsabilizzare nessuno, lo dico come un dato di fatto – fosse stato approvato per tempo, a quest’ora avremmo già potuto ridurre i costi di gestione. Non dimentichiamo che abbiamo un Ente articolato, che di fatto comprende quattro categorie, che devono tutte essere rappresentate. Trovare un equilibrio nella composizione non era impresa facile, ma siamo riusciti anche in questo difficile compito. Un’altra rilevante novità è costituita dal fatto che nel Comitato di Indirizzo e nel Consiglio di Amministrazione non sono presenti rappresentanze ministeriali, che, invece, rimangono nel Collegio Sindacale. Ciò in ossequio al principio di più marcata separazione tra le funzioni di gestione e quelle di controllo.
Durante l’ultimo Consiglio nazionale FNOMCeO, Amedeo Bianco ha confermato la “vicinanza della Federazione agli attuali amministratori per quanto hanno fatto e soprattutto per l’impegno che si assumono, in regime di prorogatio, di condurre la Fondazione a nuove elezioni". Con che animo ha ascoltato queste parole?
Ho molto apprezzato le parole di Amedeo Bianco, sono convinto non dettate soltanto dall’amicizia che ci lega né tantomeno dalla solennità della circostanza. Nel confermare la sintonia tra l’ONAOSI e la FNOMCeO, credo intendesse testimoniare il riconoscimento ed il rispetto della categoria medica verso il nostro impegno che, tuttavia, non riguarda solo la fase delicata e complessa di transizione che ci attende, quanto il lavoro di profonda modernizzazione, sviluppo e consolidamento dell’Opera cui ci siamo dedicati nell’ultimo decennio.
Quando ci insediammo nel 2000, trovammo un’opera strutturata e radicata in un contesto, prevalentemente, locale. Gli anni Duemila hanno rivelato e portato all’attenzione di tutti, problemi che noi, per primi, ci eravamo posti: la sostenibilità, la certezza delle prestazioni anche per il domani e la solidarietà per rispondere ai bisogni assistenziali di categoria. Abbiamo amministrato la gestione corrente, che non è, di per sé, compito facile, impostando l’ONAOSI su solide basi anche per gli anni a venire. Anche nel mettere mano e portare a conclusione la riforma dello Statuto, non è stata mai persa di vista l’originaria radice ed esperienza dell’Opera. L’approvazione del nuovo Statuto rappresenta una nuova tappa di un lungo percorso di lavoro e di impegno per l’ONAOSI e per le categorie che ne fanno parte. A scadenza del nostro mandato, a situazione legislativa invariata, lasceremo un Ente sano, ristrutturato e ammodernato, dotato di tutti i necessari strumenti statutari e gestionali.
Quali sono le altre scadenze e gli altri obiettivi dell’immediato periodo per il CdA della Fondazione?
Con l’approvazione dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione può adesso porre mano all’elaborazione e all’approvazione dei regolamenti attuativi, tra cui quello elettorale. Per quanto riguarda il compito dell’ONAOSI, stiamo lavorando alacremente, ma va ricordato che, come per lo Statuto, per legge, spetta ai Ministeri vigilanti l’ultima parola, in quanto devono approvarli espressamente. Già al prossimo Consiglio di Amministrazione, in programma per questo mese, seppur a breve distanza dall’approvazione dello Statuto, potremmo essere in grado di portare all’esame del Consiglio di Amministrazione una bozza di testo-base dei regolamenti. Crediamo che anche questo impegno nel conciliare rapidità di attuazione e, allo stesso tempo, attenzione alla predisposizione di norme ponderate e condivise dalle categorie che sono nell’ONAOSI, ci debba essere riconosciuto. C’è poi, come detto, la fase di transizione. L’affronteremo con la consueta determinazione ed equilibrio.
Sembrano ormai trascorsi i giorni peggiori, quelli degli attacchi continui all’esistenza stessa dell’ONAOSI. Presidente Paci: è acqua passata o bisogna ancora "vigilare"? Vogliamo ricordare ai medici "dubbiosi" l’importanza oggi della Fondazione?
Abbiamo cercato di far comprendere che gli assistiti sarebbero i primi a subire le conseguenze di qualsiasi forma di conflittualità sull’ONAOSI. Vi sono state, anche nel recente passato, incursioni legislative che, senza alcun coinvolgimento della Fondazione, sono sembrate prive di qualsiasi fondamento logico; solo grazie al nostro costante interessamento e vigilanza non hanno sortito effetto alcuno. Abbiamo dimostrato sempre il massimo rispetto verso le Istituzioni parlamentari, ma ci siamo chiesti da quali valutazioni siano scaturite! Nel corso delle Consiliature abbiamo subito critiche, il più delle volte, preordinate, strumentali ed ingiustificate. Non ci siamo fatti intimidire dalle difficoltà e non abbiamo mai abbandonato la nave, anche nei momenti in cui sarebbe stato più conveniente farlo. Una moderna cultura prevido-assistenziale, che l’Opera ha anticipato con l’intuizione del suo ideatore Casati alla fine del XIX secolo, comporta che a fruire, oggi e domani, dei benefici della previdenza siano i settori in grado di esprimere e affermare valori collettivi, quali la solidarietà, che vanno contemperati con le esigenze del singolo. Il messaggio che rilanciamo al mondo medico e a tutte le categorie, ma anche alla politica, a prescindere da qualsiasi appartenenza, è di prendere definitivamente coscienza che l’ONAOSI è un patrimonio dei sanitari, che coniuga, efficacemente, le esigenze di equità, solidarietà e convenienza tra oneri e benefici assistenziali. Tutto ciò è possibile se c’è sostenibilità….
E quindi occorre ricordare che l’ONAOSI non usufruisce di finanziamenti pubblici….
Certo: l’Opera per legge non usufruisce di finanziamenti o di altri ausili pubblici. Tengo ad evidenziare che abbiamo approvato e inviato ai Ministeri vigilanti – ma ancora attendiamo risposta su questo punto – anche il bilancio tecnico attuariale proiettato su un periodo di cinquant’anni e l’abbiamo aggiornato al 2008, anche alla luce della crisi mondiale. Per quanto riguarda la sostenibilità, dunque, sappiamo di avere una tranquillità di lungo periodo e di poter garantire le prestazioni dovute. Tutto ciò, ovviamente, a legislazione invariata.
Ai sanitari abbiamo detto e ricordiamo qui, ancora una volta, che la regolarità contributiva costituisce requisito essenziale per avere titolo all’assistenza. La mancanza di iscrizione o la carenza di regolarità nella contribuzione comporta per l’Amministrazione l’impossibilità di accogliere le domande di ammissione alle prestazioni, con la conseguenza che numerosi orfani di sanitari non contribuenti ONAOSI rimangono sprovvisti di possibile assistenza e sostegno economico. E’ quindi nell’interesse del sanitario provvedere quanto prima possibile, se non già fatto, ad iscriversi volontariamente all’Opera ed eseguire con puntualità e tempestività il versamento della quota annuale dovuta.
Insomma: un quadro abbastanza positivo, ma da seguire con attenzione, senza far venir meno l’attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti….
In considerazione dell’evolversi degli accadimenti e delle enormi difficoltà che abbiamo dovuto affrontare e superare, anche questa volta, dopo il 1991, in cui salvammo l’Opera dalle conseguenze del DPR 616/1977, crediamo di aver svolto un lavoro egregio, tutelando gli assistiti, nei cui confronti non deve mai venire meno l’attenzione costante di un ente che ha le proprie radici nella solidarietà. Con l’impostazione che abbiamo dato alla Fondazione, nonostante le traversie conseguenti all’avvicendarsi di interventi legislativi, i nostri giovani possono avere certezza e serenità che l’ONAOSI continuerà ad assicurare gli attuali livelli quali-quantitativi prevido-assistenziali. Ma, vogliamo sottolinearlo ancora, non ci potrà essere in futuro garanzia di sostenibilità e di adeguatezza delle risorse se non ci sarà certezza e stabilità del quadro legislativo, prima di tutto sulla contribuzione, che rappresenta la voce primaria ed imprescindibile di entrata. L’Opera non può contare sulla contribuzione volontaria, che, ad oggi, malgrado ogni sforzo e un incremento del numero degli iscritti da quando ci siamo insediati, rappresenta, purtroppo, una parte esigua e assai trascurabile; segno inconfutabile che, spiace dirlo, la solidarietà non ha trovato domicilio nelle categorie sanitarie. Se, come prevede il nuovo Statuto, dovranno essere attivati nuovi servizi, occorrerà monitorare e tenere sotto controllo tutte le variabili che potrebbero incidere, direttamente o indirettamente, sulla situazione finanziaria della Fondazione. Il nostro non vuol essere un monito né tantomeno una profezia, quanto un invito alla riflessione e, soprattutto, ad una unità all’interno e tra le categorie che sono nell’ONAOSI.
Autore: Redazione FNOMCeO