• Home
  • Articoli in evidenza
  • Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, per la 3° Giornata nazionale del Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale, del volontariato

Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, per la 3° Giornata nazionale del Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale, del volontariato

Pubblichiamo di seguito il discorso di Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI, a nome di tutte le 11 Federazioni presenti per la 3° Giornata nazionale del Personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale, del volontariato.

Ringrazio i Presidenti delle Federazioni e dei Consigli nazionali degli Ordini sanitari e sociosanitari qui riuniti per avermi designata quale portavoce, esprimendo il volto della componente femminile, maggioritaria all’interno dello scenario socio-assistenziale italiano, che riveste un ruolo fondamentale per il buon funzionamento del nostro Servizio sanitario.

È per me un privilegio darvi il benvenuto, a nome di tutti i Presidenti e in rappresentanza di oltre un milione e mezzo di professionisti che ogni giorno, con impegno, mettono le proprie competenze umane e professionali, in maniera sinergica, al servizio dei cittadini.

La Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, che, a partire dal 2021 si celebra in Italia il 20 febbraio di ogni anno, è stata istituita, con legge 13 novembre 2020, n. 155, per onorare la dedizione, il lavoro e lo spirito di sacrificio profusi da tutti noi durante uno dei periodi più difficili della storia recente quale è stata la pandemia da Coronavirus.

La legge dedica, dunque, questa Giornata all’impegno e alla professionalità di chi ha affrontato – e ancora affronta quotidianamente – le sfide che il complesso Sistema sanitario globale ha posto e pone al nostro Paese.

Noi, professionisti sanitari e socio-sanitari, dedichiamo questa giornata a chi ha sofferto, a chi soffre e a tutte le persone che, con la loro attenzione e partecipazione, hanno aiutato ad arginare la pandemia con comportamenti coscienziosi e virtuosi.

Nei momenti di maggiore difficoltà, come prescritto anche dai nostri Codici deontologici, noi professionisti abbiamo diffuso e difeso il sapere scientifico; sostenuto e reso possibile la campagna vaccinale; divulgato tutte le indicazioni per difendere e assicurare la salute delle persone, intesa come dimensione bio-psico-sociale; sostenuto e accompagnato chi era più vulnerabile; supportato il Paese sviluppando ed attuando misure di prevenzione; abbiamo rispettato la vita e la morte dei nostri assistiti.

Siamo rimasti uniti, come lo siamo oggi per celebrare INSIEME questa Giornata; e INSIEME è l’avverbio scelto per caratterizzare la comunicazione di questo evento, perché riteniamo che sostenere, nella sua interezza e complessità, il nostro Sistema salute, e garantire il nostro Servizio sanitario nazionale sia possibile solo con un impegno costante, competente, multidisciplinare e sinergico.

È così che si garantisce il diritto alla salute: diritto fondamentale che appartiene all’individuo e alla comunità, che richiama il diritto a vivere in un ambiente salubre, e che i professionisti sanitari e socio-sanitari, grazie alle proprie competenze, calano nella realtà, rendendo possibile la vita sociale e civile del Paese.

Siamo ora qui per onorare la memoria di chi non c’è più e a condividere una Giornata particolare, perché celebra un diritto costituzionale, quello della salute, che trae fondamento giuridico dall’articolo 3 della Costituzione, dove, ai cittadini si riconosce pari dignità: tutti uguali davanti alla legge, senza distinzione di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Il nostro Servizio sanitario nazionale nasce, infatti, con connotati di universalità, equità e uguaglianza: principi presenti nei nostri Codici deontologici, ai quali noi professionisti ci atteniamo.

Nella nostra Costituzione, che quest’anno compie i suoi primi 75 anni, la Salute, all’articolo 32, assume il rango di diritto: una prerogativa inviolabile di cui la persona non può essere privata.

Le Colleghe e i Colleghi delle professioni sanitarie e socio-sanitarie sono tutori della dignità e della salute dell’individuo, proprio perché presenti attivamente nei momenti più delicati che ognuno di noi si trova ad affrontare nei percorsi di malattia personali o che coinvolgono i nostri cari.
È questo il nostro ruolo, in un’organizzazione complessa quale quella socio-sanitaria: assicurare le competenze e garantire i diritti.

È questo che ci chiedono i cittadini, le persone assistite e le loro famiglie, riconoscendoci come figure competenti, vicine ai loro bisogni e affidabili all’interno del sistema sociale.

Per noi, dunque, è il giorno del GRAZIE per il lavoro quotidiano delle nostre Colleghe e dei nostri Colleghi, che non si è mai fermato, prima, durante e dopo l’ondata pandemica.

È il giorno del RICORDO di chi, nelle prime fasi della lotta al Covid-19, ha messo il bene comune e la salute pubblica davanti al proprio interesse personale, prima dei suoi affetti più cari, talvolta sacrificando la vita. E usiamo non a caso la parola ricordo al posto di memoria, perché è qualcosa che ancora “ci tocca”, qualcosa che “richiama al cuore”; non un mero esercizio mnemonico o una fredda enumerazione di una lista di vittime sul posto di lavoro.

Questa Giornata è soprattutto la Giornata delle nostre PROFESSIONI e anche questa parola, professione, evoca immagini su cui vale la pena soffermarci. Il termine viene dal latino professus, vale a dire la persona che ha dichiarato apertamente, e si connette al verbo profiteor, che rimanda a concetti quali dichiarare, riconoscere, confessare, impegnarsi, offrire, insegnare, esercitare…

Concetti nobili, parole importanti ma, al contempo, per noi vincolanti, che rinviano alla pubblica asserzione del proprio ruolo. Parlando con la voce della Costituzione si tratta del nostro modo di concorrere “al progresso materiale e spirituale della società” in cui viviamo.

Per questo, dobbiamo continuare a onorare le radici della parola professione, che ci accomuna. Continuare a dichiarare il nostro essere garanti della salute del cittadino; a riconoscere la scienza e il metodo scientifico come fondamento del nostro agire; a confessare i nostri limiti perché siamo esseri umani; a denunciare apertamente cosa non va, impegnandoci a fornire alla Politica anche proposte e possibili soluzioni di miglioramento.

Ed è proprio questo dichiarare apertamente ciò che siamo, ciò che rappresentiamo, ciò che ci proponiamo di essere, il passaggio fondamentale del nostro ritrovarci qui ora, al cospetto delle massime autorità della nostra Repubblica e di tante Colleghe e Colleghi, espressione istituzionale, sussidiaria dello Stato, delle nostre professioni.

Noi crediamo che ogni cittadino abbia compreso quanto sia davvero essenziale avere donne e uomini che, ogni giorno, si fanno carico di difendere il loro diritto alla salute, prima ancora della loro, diventando talvolta bersaglio di inaccettabili aggressioni. Dobbiamo lavorare uniti per difendere questo prezioso patrimonio di energie, con un ricordo particolare a chi ha pagato il prezzo più alto.
Tocca a noi offrire, mettere al servizio del Paese, le conoscenze e i valori deontologici, i saperi interdisciplinari e interprofessionali acquisiti.

I professionisti sanitari e socio-sanitari orientano il loro agire al bene della persona, della famiglia e della collettività; promuovono la cultura della salute, basata sulle evidenze; riconoscono il valore della ricerca e della sperimentazione accreditata. Nella comunicazione, agiscono con sobrietà, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutelano il decoro personale e salvaguardano il prestigio della comunità scientifica.

In qualità di Enti sussidiari dello Stato, per realizzare le innovazioni necessarie al sistema, sosteniamo l’irrinunciabilità di una rappresentanza comune, riconosciuta a livello istituzionale e che, a tale livello, possa co-determinare le scelte programmatiche utili alla qualità dell’assistenza.

Il patrimonio del nostro essere professionisti è grande soprattutto per il rapporto di fiducia creato con gli assistiti.

Per noi il tempo di relazione è tempo di cura, perché non si basa sulla quantità, ma sulla qualità della relazione, sulla sua intenzionalità, perché nessuno venga mai lasciato da solo.

La salute dei cittadini è oggi per tutti noi quello che la Costituzione era per Pietro Calamandrei: “un ideale, una speranza e un lavoro da compiere”. Lo abbiamo dimostrato e lo dimostriamo ogni giorno con il nostro impegno, lo spirito e la volontà di mantenere, responsabilmente, la promessa di salute universale che la Costituzione fa e che noi tutti ci siamo impegnati a realizzare. INSIEME.

Autore: Redazione

© 2023 - FNOMCeO All Rights Reserved. Via Ferdinando di Savoia, 1 00196 ROMA CF: 02340010582

Impostazioni dei Cookie.