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Bari, una campagna per parlare della dedizione professionale medica

Da qualche settimana i cartelloni pubblicitari di Bari mostrano – tra pubblicità di centri commerciali e inviti a cambiare tariffa telefonica – anche le facce di alcuni medici. Sono un anestesista, uno psichiatra, un medico di pronto soccorso e un cardiologo. Sono i protagonisti di una campagna di affissioni promossa dall’Ordine dei medici di Bari dove si racconta il lavoro medio, svolto con dedizione, 24 ore al giorno, tra straordinari non retribuiti, carico eccessivo nel numero di pazienti e limiti di un sistema sanitario inefficiente. Insolita ed efficace, la campagna è stata voluta da Filippo Anelli e dal consiglio direttivo dell’Ordine. Eccone i motivi e gli obiettivi.

Presidente Anelli: come mai l’Ordine di Bari ha voluto avviare una campagna di comunicazione dedicata a ricostruire l’immagine e la reputazione dei medici nei confronti dei cittadini?
L’OMCeO intende far comprendere ai cittadini che il diritto alla salute – nonostante tutti i problemi della sanità – continua ad essere garantito grazie ai medici, che persistono nonostante mille difficoltà ad esercitare la propria professione con passione e impegno, a vantaggio dei pazienti. Le politiche sanitarie degli ultimi anni hanno inseguito esclusivamente la stella polare della sostenibilità economica, attraverso tagli che hanno indebolito le strutture sanitarie e danneggiato i cittadini, ma anche leso profondamente l’autonomia e l’indipendenza della professione. In questa gestione della sanità, in strutture spesso accorpate nonostante le funzioni differenti, prive di mezzi, ormai cronicamente sotto organico, i medici sono stati caricati di responsabilità e ruoli impropri. Si trovano quindi nella condizione di chi è costretto spesso a negare servizi ai pazienti, perché non è nelle condizioni di poter rispondere ai loro bisogni. Così il medico diventa agli occhi dei cittadini l’odioso antagonista e non l’alleato che opera in scienza e coscienza per il bene del paziente. Il rapporto di fiducia, su cui è costruita tutta l’impalcatura della professione medica, si sgretola. Medici e cittadini sono invece entrambi vittime delle inefficienze del sistema sanitario. La campagna intende ribadire questa “vicinanza”, questa condivisione di una condizione parallela, raccontando le storie individuali di professionisti della sanità che si dedicano quotidianamente e senza risparmiarsi alla cura dei cittadini, per difendere quel diritto alla salute che è diritto fondamentale, costituzionalmente garantito.

Avete scelto uno strumento "tradizionale" come i poster: come mai questa scelta che sembra in controtendenza rispetto a chi privilegia la comunicazione on-line?
Come Ordine utilizziamo una molteplicità di strumenti di comunicazione. Abbiamo recentemente messo online il nuovo sito, con una grafica rinnovata e una struttura pensata per facilitare l’accesso alle informazioni da parte dei medici ma anche dei cittadini. Il nuovo sito sarà anche ottimizzato per i principali social network, che saranno un altro importante canale di comunicazione con professionisti e cittadinanza. Questo non esclude però i mezzi di comunicazione tradizionale, come la pubblicità esterna, che abbiamo scelto perché ci ha permesso di ribadire la nostra presenza sul territorio in modo mirato.

Nel comunicato di lancio dell’iniziativa l’Ordine ha voluto sottolineare il tema della "vicinanza". Il recupero del rapporto fiduciario è un valore sentito quotidianamente dal mondo medico?
È un valore fondamentale. Come sottolineavo prima, è il valore su cui si basa tutta la struttura del sistema sanitario. Se si demolisce la fiducia medico-paziente, tutto il sistema è a rischio crollo. Ne avvertiamo i primi segni nel crescere delle aggressioni ai danni di colleghi e nell’aumento del contenzioso giudiziario su cui speculano professionisti di un nascente mercato del contenzioso sanitario. Per operare in scienza e coscienza per il bene del paziente, il medico deve poter contare sulla fiducia del paziente. In caso contrario si innesca il meccanismo perverso della medicina difensiva che danneggia cittadini e professione.

I manifesti contengono un ulteriore tema importante: la maggior parte delle cause "contro" i medici finiscono con il constatare il buon operato dei clinici. Perchè avete voluto puntare anche su questo messaggio?
Le cause per malasanità intentate contro i medici finiscono nel 98% dei casi con un nulla di fatto, segno che il contenzioso sanitario nella stragrande maggioranza dei casi non è fondato. Questo non vuol dire che i cittadini debbano rinunciare difendere i propri diritti, ma semplicemente che talvolta si specula sulla sofferenza dei pazienti, incentivando cause che si traducono in un dispendio di soldi e in ulteriori sofferenze. Se si parte da un atteggiamento di diffidenza verso il medico, si arriva facilmente al contenzioso. In molti di questi casi basterebbe un rapporto di fiducia e di aperto dialogo per evitare di arrivare al giudizio.

Lei ritiene che questa vostra campagna di comunicazione possa in qualche modo essere replicata anche in altri contesti e in altri Ordini provinciali?
Sicuramente il problema è più sentito in regioni come la Puglia, che sono state pesantemente colpite dal Piano di rientro e dai tagli al sistema sanitario degli ultimi anni. Tuttavia, i temi di cui tratta la campagna non sono circoscritti alla realtà di Bari. La crisi del rapporto di fiducia medico-paziente è comune a tutta l’Italia perché legata anche ai profondi cambiamenti culturali e di sistema che la nostra professione sta affrontando negli ultimi anni e che vanno a toccare il profilo stesso del medico e il suo modo di operare. Su questi temi mi auguro che la riflessione a livello nazionale possa proseguire, per esempio in occasione del convegno nazionale Fnomceo del 14 giugno prossimo a Bari. Potrebbe essere un contributo importante offerto dal mondo ordinistico all’insieme della professione e ai cittadini italiani. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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