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Bianco ai neo-eletti: spirito forte e nervi saldi per affrontare anni di enorme complessità

La Federazione inaugura un nuovo triennio. Lo fa nei prossimi giorni con la prima convocazione del suo nuovo Consiglio Nazionale, organo che raccoglie tutti i presidenti degli Ordini provinciali eletti nella tornata dell’autunno 2011. L’assise dei rappresentanti provinciali vede la partecipazione di diciannove nuovi eletti, un numero particolarmente alo che conferma un sensibile rinnovamento in atto, proprio nel momento in cui tutto il mondo medico e della sanità si trova a fare i conti con modifiche sostanziali ai modelli di assistenza e cura. Abbiamo chiesto ad Amedeo Bianco, presidente uscente della Federazione, di introdurre i lavori del Consiglio Nazionale rispondendo ad una serie di domande sugli impegni e sugli obiettivi della Federazione, sia in termini di strategie, che in termini di visione futura

Presidente, nei prossimi giorni si riunirà il primo Consiglio Nazionale di questo nuovo mandato ordinistico. Ci saranno molti nuovi presidenti, che equivale ad un importante ringiovanimento e ricambio in ambito di rappresentanza. Quale è il messaggio che vuole inviare a chi per la prima volta parteciperà all’assise plenaria della FNOMCeO?
Il messaggio che vorrei arrivasse soprattutto ai neo-eletti è che entrano in una partita molto difficile, aperta ed intensa, nel senso che contrariamente a quanto qualcuno pensa o qualcuno vorrebbe fossimo, questa nostra Istituzione è viva e vitale ed almeno in questo ultimo triennio ha esercitato il suo ruolo con una certa riconosciuta autorevolezza e determinazione. Servirà un forte spirito personale.

Quindi il messaggio ai “nuovi” è: benvenuti in prima linea…?
Direi invece “benvenuti in purgatorio”, perché le partite che si stanno aprendo ed altre che si apriranno – professionali, di medicina, di formazione e di sanità – li vedranno in campo non da comparse, ma da attori le cui energie verranno spesso prosciugate. Presto si renderanno conto della complessità dei fenomeni che stiamo vivendo, del grande equilibrio che occorre nel dare risposte e tenere ferma la barra su alcune questioni fondamentali che riguardano la nostra professione e l’interno Servizio sanitario.

In questo periodo i medici italiani sono stati “tirati” dentro a molte discussioni di politica sanitaria. Da un lato il tema delle liberalizzazioni, dall’altra l’avvio del dibattito tra Ministero e Conferenza Stato-Regioni sul nuovo Patto della Salute. Come la Federazione giudica questi recenti temi?
Queste tematiche, che in altri settori sono risultate dirompenti, per quel che ci riguarda sono in parte largamente metabolizzate. Se noi guardiamo la finanziaria di agosto, che tracciava linee di indirizzo sulle liberalizzazioni, noi troviamo due riserve che in un certo senso ci tengono sereni e che riguardavano la formazione continua – dove il settore sanitario è onestamente all’avanguardia dopo dieci anni di progetto ecm – e la funzione disciplinare, dove per noi si prevede il mantenimento dello status quo, nonostante sia vecchio, garantendo comunque un procedimento tra pari. Tra le altre questioni c’è poi la questione tariffe, ma per noi sono sparite già con la legge Bersani. Inoltre si parla con insistenza di preventivi professionali: la parte più avveduta della professione li fa già e semmai il problema è non appesantirli in una sorta di frenesia di trasparenza, cercando di normalizzare l’imponderabile. Su queste vicende la nostra professione sta più avanti, mentre sono altri i temi che ci preoccupano.

Presidente può fare qualche esempio?
Ad esempio l’obbligo delle assicurazioni, non tanto in ragione del principio, ma per il fatto che così come è i professionisti sono esposti a logiche di mercato assicurativo molto aggressive. E già registriamo colleghi che non riescono a trovare soggetti affidabili che li assicurano, oppure a premi richiesti in grado di arrivare anche a decine di migliaia di euro. E’ già successo negli Usa e in Australia che le specialità a maggior rischio di contenzioso e con tariffe assicurative molto alte, vadano deserte o che i prezzi delle prestazioni di quell’ambito terapeutico lievitano incontrollati.

Sul tema delle assicurazioni vi mobiliterete?
Preferisco dire che faremo sentire una voce motivata anche su questo tema. Nell’insieme però vorrei dare un’idea precisa del nostro modus operandi: non entriamo nei temi sventolando bandiere, ma – anche rispetto alle innovazioni che incalzano – cerchiamo di entrare nel merito delle questioni, gestendo con attenzione le parti lacunose, cercando di invertire le sbagliate. Con un profilo sempre attento all’istituzione che siamo e alla professione che rappresentiamo.

Riforma degli Ordini professionali: avete una grande responsabilità nei prossimi mesi, quella di contribuire alla ri-definizione del modello ordinistico in sanità. Avete già ripreso questo discorso con l’attuale Governo e con il ministro Balduzzi?
Il dialogo con Renato Balduzzi è ottimo, perché il ministro è un’ottima persona. E’ arrivato in questo mondo non calato da Marte, ma con un’esperienza che l’ha portato più volte nella sua vita di studioso nel mondo della sanità, che conosce approfonditamente da dentro. Questa conoscenza aiuta nell’interlocuzione, pur nel rispetto dei ruoli e delle funzioni. Con lui e con il Parlamento dovremo ridefinire il nuovo Ordine del futuro. Sono certo che il ministro sarà interlocutore attento e disponibile. E speriamo che anche il Parlamento sappia fare altrettanto.

Per finire, mi permetta una domanda inevitabile: come già ha avuto modo di confermare ai media, lei si ricandiderà alla presidenza. Non vogliamo entrare qui nel merito dei programmi e dei confronti che avrà con chi vorrà candidarsi a sua volta. Ci vuole solo dire a suo parere quali sono oggi i temi forti con cui si dovrà confrontare il prossimo presidente della Federazione?
La nostra agenda odierna è così aperta e fitta che scriverne un’altra sarebbe un’operazione di fantasia. Sono i fatti che ci stanno dettando la strada e che fanno identificare tre obiettivi prioritari per la Federazione e che riguardano prima di tutto la necessità di condurre in porto la legge di riforma degli ordini, che dovrà essere una legge per ordini moderni e all’altezza dei compiti degli ordini moderni. Seconda priorità è entrare con grande responsabilità nel dibattito che prima o poi dovrà essere largamente aperto sulla sostenibilità di questo sistema, in ragione delle risorse sempre più ridotte, dell’invecchiamento della popolazione, dello sviluppo delle tecnologie e di tutti quei fattori che determinano il trend di crescita dei costi.

Presidente: il dialogo sulla sostenibilità continuerà a vedere la FNOM come baluardo del Servizio sanitario nazionale?
Assolutamente si: non vogliamo che nessuno o niente possa in qualche modo tradurre le difficoltà in razionamenti delle prestazioni e riduzioni dei concetti di universalismo ed efficacia. Sarà una quadratura del cerchio molto difficile, ma penso che con le nostre competenze ce la faremo, ragionando sul medico, sulla medicina e sulla sanità del prossimo decennio. Il secondo grande obiettivo è proprio attrezzarci per essere nella partita nei prossimi difficilissimi dieci anni.

Lei parlava di tre obiettivi prioritari: quale è il terzo?
E’ costruire un modello di valutazione della qualità professionale che comincia dalla formazione di base, arriva alla formazione specialistica, come modello flessibile rispetto alle rapide mutazioni delle attività mediche, e si estende poi nella formazione continua, che è con tutti i suoi limiti il fiore all’occhiello della nostro sistema professionale. Tre obiettivi, dicevamo, anche se li descriverei più come tre stelle attorno a cui ruotano un’infinità di pianeti. E che il nuovo Consiglio Nazionale è chiamato ad esplorare a partire da questi prossimi giorni.

Se quindi potesse inviare un augurio a tutti i presidenti, nuovi o rieletti?
Ovviamente è un augurio di buon lavoro a tutti. Non aspettiamoci un periodo riposante, ma ce la faremo se sapremo affrontarlo con atteggiamento di servizio e nello spirito di Fiuggi, quegli Stati generali della medicina che ancora tutti ricordano, noi e le rappresentanze storiche della professione. In quello spirito sapremo percorrere costruttivamente il cammino che ci attende. 

Autore: Redazione FNOMCeO

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