Bianco: etica medica, il ruolo centrale dell’Italia

“L’elezione di D’Autilia è per noi un evento di grande importanza, perché riconosce il grande lavoro svolto dalla delegazione italiana in tutti questi anni, un impegno che proprio sui temi dell’etica e della deontologia ci ha portato ad un ruolo centrale, riconosciuto dagli altri partner europei. Siamo certi del ruolo strategico della Ceom a livello di rappresentanza e istituzioni europee, così che ci siamo permessi di invitare tutti i partner Ceom a Torino, quando, nel prossimo autunno, terremo la grande manifestazione professionale e istituzionale per celebrare i 150anni dell’unità del nostro paese: saremo orgogliosi di farlo avendo come ospiti i rappresentanti degli Ordini di tutti i Paesi europei”.

Con queste parole Amedeo Bianco ha commentato a caldo l’elezione di Nicola D’Autilia, presidente dell’Ordine dei medici di Modena e coordinatore dell’ufficio estero della FNOM, a vicepresidente vicario della Ceom. L’elezione, avvenuta nel pomeriggio di venerdì 11 giugno a Kos, vede D’Autilia affiancare il belga Kerzmann alla guida del Consiglio, dove siede anche la slovena Gordana Kalan Zivcec. “E’ un’autentica soddisfazione per tutti noi”, è stata la dichiarazione del neo-eletto D’Autilia, “ed è il riconoscimento del lavoro fatto sul campo da parte dell’intero Comitato centrale della Federazione, in particolare da Francesco Alberti. Un lavoro che ora continua con altri due appuntamenti europei nel nostro paese, cioè con le riunioni della Uems a Napoli e della Uemo a Torino”. Grande soddisfazione, quindi, da parte della delegazione italiana, ma anche uno sguardo che immediatamente si rivolge al futuro, a ciò che attende la Ceom e a ciò che dovrebbero essere i frutti attesi dai principi di etica medica. Con il presidente Bianco abbiamo provato ad analizzare più a fondo questi temi.

Presidente Bianco, i lavori di Kos si sono conclusi con la lettura dei Principi di etica medica sui luoghi celebri di Ippocrate. Che valore “attuale” dare a questo gesto evocativo?
Di certo la lettura dei Principi all’Asklepion ha avuto un grande valore simbolico e occorre sempre riflettere sul fatto che i simboli contano – oggi come ieri – per la loro forza rappresentativa e comunicativa. Quindi mi permetto di dire che questo evento assume per tutti i medici europei la forza di una unità di intenti tra chi vuole costruire un patrimonio comune di valori che possa rendere più ricca e civile la nostra professione e la realtà intorno a noi.

Cosa deve accadere affinché la Carta dei principi etici abbia un valore politico?

Abbiamo bisogno che venga fortemente pubblicizzata e che i principi in essa previsti siano tenuti in considerazione dalle normative dei vari paesi. Tra i principi della Carta ci sono quelli antichi di autonomia e responsabilità, ma anche alcune novità sensibili, come l’uso equo delle risorse, argomento scottante che fa riflettere chi si deve occupare di gestione delle organizzazioni sanitarie. Da ultimo vorrei sottolineare il tema dell’autonomia – sia professionale che del paziente – che è stato interpretato in stretto legame con il legame fiduciario medico-paziente. Insomma credo che i principi di etica medica condivisi a Kos costituiscano e propongano un universo di valori che vengono ora messi nelle mani non solo dei medici, ma soprattutto dei sistemi politici e legislativi, affinché ne tengano conto per lo sviluppo di una sanità europea più etica, più trasparente, maggiormente in grado di rispettare le richieste di salute dei cittadini e le richieste di dignità professionale che vengono dal mondo dei medici.

E’ già stato sottolineato durante i lavori della Ceom, che il prossimo passo sarà passare dall’etica alla deontologia: cosa serve per intraprendere questo cammino?
Attivarsi per dar vita ai principi di deontologia è un percorso più complesso di quello già percorso sino ad ora, perché significa rendere praticabili i principi etici. Per far questo occorre tener conto di norme, legislazioni, regolamenti e consuetudini dei vari paesi e sicuramente non è una cosa semplice, perché occorre sempre agire nel profondo rispetto delle storie reciproche. Per questo è stato costruito un gruppo di lavoro di cui fa parte, per l’Italia, anche il nostro Alberti. Si tratta di un’importante cabina di regia che costruirà il percorso dei prossimi anni e che ancora una volta riconosce alla delegazione italiana un ruolo centrale nella riflessione deontologica e di regolamentazione della professionale. Comunque sono fiducioso che lo stile collaborativo che abbiamo sperimentato con i partner europei, possa anche sul tema deontologico dare ottimi frutti.

Autore: Redazione FNOMCeO

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