Il passaggio dall’Accreditamento degli Eventi a quello dei Provider e l’introduzione del Dossier Formativo, vale a dire lo strumento di programmazione, rendicontazione e verifica, attraverso il quale il professionista determina con libertà e autonomia il proprio percorso di aggiornamento: sono questi i due fulcri della “Rivoluzione copernicana” del Sistema di Educazione Continua in Medicina, che, iniziata già dal 2007, sta entrando a regime nel triennio che si sta concludendo.
Ma quali saranno i prossimi obiettivi del Sistema? Alla vigilia della Quinta Conferenza nazionale ECM, l’Ufficio Stampa lo ha chiesto ad Amedeo Bianco – presidente della FNOMCeO oltre che vicepresidente della Commissione nazionale ECM del ministero della Salute – che lunedì 4 novembre, alle ore 15, aprirà i lavori, per tirarne le conclusioni l’indomani, alle 18.
Presidente, quello che si è appena concluso è stato il primo triennio “a regime”, dopo tante proroghe, del Programma nazionale ECM. Con quali risultati?
Il triennio trascorso, del quale la Quinta Conferenza nazionale Ecm costituirà una sorta di bilancio consuntivo, si è caratterizzato per grandi trasformazioni del Sistema.
Due su tutte: il passaggio da accreditamento dell’evento ad accreditamento del provider, e il lungo lavoro di predisposizione per introdurre in modo stabile il Dossier formativo.
Come tutte le fasi di transizione, il passaggio all’accreditamento dei provider ha comportato, in un primo tempo, una calo dell’offerta, come una sorta di prezzo che il sistema Ecm ha consapevolmente pagato all’obiettivo della Qualità e della Stabilità del Sistema stesso.
Soprattutto negli anni 2009 e 2010, si era registrata una riduzione delle partecipazioni e dei crediti attribuiti. Gli ultimi dati ci dicono, invece, che questi indicatori sono in netta ripresa.
E i medici quanto sono “virtuosi” nell’aggiornarsi?
I medici e gli Odontoiatri corrispondono all’obbligo Ecm con percentuali elevate, potendo oggi godere anche di una più vasta e articolata offerta formativa. Ma mi preme ricordare che il Sistema è rivolto a tutti i professionisti della Salute: la cifra dei risultati dobbiamo misurarla anche lì.
A partire dal 2014, i sanitari che non si aggiornano dovrebbero essere sanzionati ma il sistema di sanzioni non sembra ancora ben definito dalla Legge. Il mancato aggiornamento è comunque illecito disciplinare. Forse, in materia, potrebbe anche essere aggiornato il nuovo Codice Deontologico attualmente in fase di revisione?
Su questo aspetto, continuo a ritenere che un Sistema che preveda solo sanzioni sia profondamente inadeguato a cogliere l’obiettivo vero della questione.
In altre parole, mi permetto di osservare che quello che prioritariamente manca oggi è, in positivo, il riconoscimento a coloro che correttamente corrispondono all’obbligo formativo.
Può spiegarci meglio?
Stiamo parlando di professionisti, medici e sanitari, che avvertono l’esigenza di un miglioramento e un affinamento continuo delle loro competenze: è un sentire deontologico, a cui naturalmente tali professionisti cercano risposte.
Dobbiamo metterli in condizione di poter soddisfare questi bisogni che, come dicevo, avvertono in primo luogo come professionisti singoli, ma che si rispecchiano anche nelle necessità delle organizzazioni sanitarie in cui operano.
Entrambi, professionisti e organizzazioni, sono sollecitati a grandi cambiamenti, ma contemporaneamente poco supportati a compierli e ad attuarli.
L’eventuale rilievo disciplinare può solo ragionevolmente essere valutato in un contesto nel quale è garantita la piena accessibilità alle attività formative, e la loro coerenza ai bisogni individuali e a quelli delle organizzazioni in cui operano.
Se vengono meno questi riferimenti, tutto il Sistema rischia di precipitare in un’arida prospettiva burocratica.
E come sarà articolata l’offerta formativa? Quali cambiamenti auspicate poi per il nuovo triennio 2014-2016? E quali altri, guardando ancora più lontano?
La sfida più grande per il prossimo triennio ritengo sia il Dossier formativo, così come viene prospettato. Non si tratta, infatti, di accumulare crediti per raggiungere un “premio” – o, più precisamente, per evitare delle sanzioni – ma di individuare nelle organizzazioni sanitarie, e di personalizzare secondo le specifiche competenze dei professionisti, quelle attività formative in grado di migliorare gli uni e le altre.
Credo che – e non solo nel panorama europeo – questa prospettiva sia pressoché unica, e richiederà grandi sforzi a tutti i soggetti coinvolti.
In questo sistema in trasformazione, si modificheranno anche i ruoli degli Ordini e dei Collegi?
Mi concedo una sola affermazione: non credo di peccare di orgoglio se dico che, senza una tenace e responsabile presenza degli Ordini e dei Collegi nel Sistema Ecm, oggi non disporremmo di quelle straordinarie potenzialità che tale Sistema, nonostante grandi difficoltà di ordinamenti, regolamenti, e una erodente crisi di risorse, continua a mantenere.
Entro la fine dell’anno entrerà in vigore la direttiva europea sull’assistenza transfrontaliera: lei come pensa che si possa unificare, a livello europeo, il riconoscimento del percorso formativo dei professionisti?
Le direttive europee in materia di circolazione dei professionisti e dei pazienti, tra le tante, pongono anche una questione di certificazione della Qualità professionale.
E si tratta di una questione complessa – nella forma e nella sostanza – presupponendo l’individuazione di indicatori facilmente comprensibili e ragionevolmente comprensivi del profilo di competenze dei professionisti.
Può entrare più nel dettaglio?
Nello specifico, andranno armonizzati, a livello europeo, i criteri identificativi dei crediti Ecm, che non sono esclusivamente i parametri connessi al rapporto tout court tra tempo dedicato e crediti (un’ora = un credito), ma consistono anche nei criteri legati alla qualità delle attività formative, alla loro pertinenza con il profilo di competenze scelto, alla trasparenza dei contenuti scevri da conflitti di interesse.
Con una certa fierezza, posso affermare che il nostro sistema sta, da tempo, camminando su questa strada.
Autore: Redazione FNOMCeO